''Brutto straniero tornatene a casa tua'', e giù botte, testate al naso e tanto sangue. E' il racconto di quanto successo ieri su un vagone della metro B a Roma, tra le fermate Termini e Cavour. Vittima un professore indiano di 50 anni che nella capitale insegna Inglese da 11 anni, Nazir Rafiq Ahmad, ora ricoverato nel reparto 'maxillo-facciale' dell'ospedale San Giovanni con le ossa nasali rotte. La polizia, che ha denunciato un giovane di 19 anni. Un caso che ricorda la storia di Neila, la donna tunisina insultata e minacciata in un bar a Monterotondo da un gruppo di giovani che le hanno tirato anche il velo.
Nazir, nel letto d'ospedale, piange in silenzio e con un filo di voce, a causa delle botte ricevute al torace e al volto, si chiede ''Perche lo ha fatto? Io non lo conoscevo nemmeno, quanta violenza''. E ripercorre, con lo sguardo fisso davanti a lui, quei minuti terribili: ''Mi ero appena seduto, c'erano due posti vuoti. E questo ragazzo ha cominciato a riempirmi di parolacce e a dirmi di spostarmi, di tornare al mio paese. Io non ho risposto nulla e lui ha cominciato a picchiarmi. Poi quella testata che mi ha fatto quasi svenire''.
La camicia
Nazir dovrà subire un'operazione martedì, come spiega Stefano Vetrano, il medico che l'ha soccorso per primo ieri sera: ''E' stato percosso e ha il naso rotto, oltre a varie contusioni ed escoriazioni''. Nella stanza d'ospedale del professore c'è un suo amico e collega, Pierluigi Gallo, docente di Filosofia, che gli ha portato un cambio visto che gli abiti erano sporchi di sangue: ''Nazir è un uomo mite, non sa darsi pace per ciò che gli è accaduto. E' anche un collaboratore del Cipax, il Centro per il dialogo interreligioso a Roma, ed è un mediatore culturale''.
Solidarietà al professor Nazir Rafiq Ahmad è stata espressa dal sindaco Gianni Alemanno "per la vile aggressione subita e condanno fermamente l'intolleranza dimostrata dal ragazzo che lo ha colpito. Roma è una grande città che ogni giorno di più afferma la sua natura cosmopolita e che promuove il rispetto delle diversità e dell'identità delle persone".
Fonte: Repubblica