Con la globalizzazione cresce anche il razzismo? Sembrerebbe di sì, almeno secondo l'opinione degli giovani italiani. Nel nostro Paese oltre sei 18-29enni su 10 affermano che, negli ultimi anni, il livello di razzismo è aumentato. E sono, soprattutto i più giovani e gli uomini a dimostrare maggior chiusura e durezza rispetto alle diverse appartenenze.
E' la fotografia scattata dall'inchiesta "Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti", uno studio che ha coinvolto oltre 2.000 ragazzi tra i 18 e i 29 anni, effettuato dall'istituto di ricerche SWG per la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, che è stata presentata questa mattina a Montecitorio nell'ambito delle iniziative del nuovo osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo.
I giovani percepiscono un'Italia poco incline all'integrazione, poco pronta ad accogliere altre culture. E' addirittura il 63% dei 18-29enni a sostenere che l'intolleranza siano in crescita. E se per il 29% dei ragazzi e delle ragazze il livello di razzismo sembra essersi bloccato, preoccupa che solo un esiguo 8% percepisca, invece, una fase migliorativa e, quindi, una diminuzione di atteggiamenti ostili nei confronti del diverso.
Ma quali i maggiori autori in fatto di discriminazione? Gli unici a salvarsi, in termini di integrazione, sono gli anziani. Per gli under 29, solo l'8% degli italiani più 'maturi' dimostra, infatti, una maggior tolleranza. Gli atteggiamenti razzisti sono, invece, molto diffusi tra i ragazzi. La maggioranza degli interpellati (60%), attribuisce, infatti, ai giovani le forme di rifiuto più dure nei confronti delle altre appartenenze. Un po' piu' tolleranti appaiono le persone di mezza eta', tra cui è il 28%, secondo i giovani intervistati, a dimostrare comportamenti razzisti. Quando si parla di atteggiamenti discriminatori, il gentil sesso non appare così gentile agli occhi di tutti: il 44% dei 18-29enni sostiene, infatti, che i comportamenti razzisti siano trasversalmente diffusi tra donne e uomini.
E se solo una quota minoritaria (4%) riconosce nell'universo femminile la maggior diffusione di discriminazione, l'intolleranza piu' radicata e convinta emerge dal mondo maschile: ad esserne convinta la gran parte dei giovani del Bel Paese (52%)- L'osservatorio sul razzismo si è spinto a fondo per cercare di individuare anche le motivazioni che spingono ad avere atteggiamenti xenofobi. Secondo le ragazze e i ragazzi italiani, i fattori determinanti, quelli che maggiormente contribuiscono a generare discriminazioni verso gli immigrati, sono in primis il numero di extra-comunitari che delinque e l'esistenza di stereotipi negativi sul alcune etnie o popoli.
"ODIANO" ROM, ROMENI E ALBANESI - Se rom e sinti, romeni e albanesi sono i popoli più “antipatici” e “odiati” dagli under 30 otaliani, in fondo alla classifica di quelli più amati con un 40% di voti, europei, statunitensi e sudamericani sono quelli più “simpatici” (90%). Male anche tossicodipendenti, turchi e musulmani, mentre pochi pregiudizi nei confronti di omosessuali, poveri ed ebrei. Nel mezzo ci sono, in ordine di preferenza, sudafricani, filippini, indiani e bengalesi (considerate etnie meno “aggressive”), mentre non se la passano troppo bene né i mediorientali né chi proviene dalla ex-Yugoslavia. Destano invece apprensione e allarme cinesi, maghrebini e russi. Ecco come i ragazzi vedono la diversità nella ricerca “Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti” realizzata dagli istituti Swg di Trieste e Iard Rps di Milano e voluta dall’Osservatorio della Camera dei deputati sui fenomeni di xenofobia e razzismo in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome.
fonte: AffarItaliani
giovedì 18 febbraio 2010
Razzismo, sei giovani su 10 sono xenofobi
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