perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


giovedì 10 dicembre 2009

Cie, le nuove 'carceri' per gli immigrati

Entrando si ha la netta e sgradevole sensazione di essere in un carcere vero e proprio, Il centro si trova nell'area urbana, all'interno non c'è nemmeno un piccolo cespuglio di verde, il muro di cinta è altissimo, grigio, e numerose telecamere sono collegate alla sala di "controllo" centrale. All'interno la struttura è dotata di "cessi" alla turca, docce con il basamento in acciaio, e i lavandini oltre che per lavarsi, sono utilizzati anche per il bucato. Ci sono dodici angusti monolocali da utilizzare per i "casi particolari": coppie, famiglie e transessuali.

Il tutto si affaccia su un cortile. Molte sono le barriere e le sbarre ai finestroni e all'ingresso, i letti sono tutti fissati al pavimento con dei bulloni, perché, spiegano i guardiani, così non si possono sradicare e trasformare in armi improprie. La corrente elettrica viene rigorosamente tolta alle due di notte. Le persone rinchiuse all'interno del centro, al passaggio della delegazione, urlano che "stare lì, è peggio che essere in carcere, ci trattano come animali". Il riscaldamento è bassissimo e fa un freddo cane, c'è la corda con i panni stesi, il barbiere è a disposizione solo una volta alla settimana. I posti letto che ora sono 90, entro la fine di gennaio raddoppieranno, e l'appalto per la gestione per i prossimi tre anni, sarà affidato alla Croce rossa militare, con operatori in tuta mimetica, proprio come a Guantanamo.

Si pensi che il contratto è di 3,6 milioni l'anno, e il periodo massimo di permanenza dei trattenuti, ieri 50 uomini per lo più magrebini, e 15 donne di provenienza varia, è stato portato a 180 giorni. Un tempo inconcepibilmente lungo, anche a causa delle condizioni di detenzione, una vera violazione dei più elementari diritti umani. Il fatto che non siano più alloggiati nei container, e che il muro sia altissimo, serve solo a non infastidire la visione dei cittadini dal di fuori della struttura carceraria. Un cittadino francese dice di non riuscire a comprendere perché, giorni dopo la scarcerazione, ritenuto pericoloso e sgradito, non sia ancora stato riaccompagnato alla frontiera. Una signora senegalese è detenuta nel centro perché non le è stato consentito il ricongiungimento con il marito che ha regolare contratto di lavoro in Italia.

La domanda che mi pongo di fronte a tale visione terrificante, è se questo è il sistema più consono e razionale per gestire la richiesta di sicurezza, peraltro creata strumentalmente dal governo. Il senatore Mauro Marino, parla di "limbi" che possono diventare pericolosi, dove accanto a chi ha commesso un reato, è rinchiusa gente inerme che dovrebbe avere la possibilità di altri percorsi di integrazione. La senatrice Magda Negri mette in evidenza il problema delle pessime condizioni psico-fisiche in cui gli ospiti (che definisce "straniti") si trovano, e che sarebbe necessario perseguire la via dei rimpatri volontari assistiti, cercando soluzioni per chi torna a casa. La senatrice Anna Rossomando evidenzia i limiti e gli effetti perversi del pacchetto sicurezza,che viola i principi fondamentali dello stato di diritto, dove non vengono valutate le situazioni relative alle singole persone, della responsabilità individuale, e non generalizzato come ora avviene all'interno dei Cie. Sostiene inoltre che la durata della permanenza (sei mesi) è troppo lunga. Bruno Mellano dei Radicali, al quale pongo la domanda relativamente alla situazione di quello che è il trattamento e la tutela dei diritti, nonché le norme sull'immigrazione, e del "reato di clandestinità" nel resto dell'Europa, risponde sostenendo che loro quando erano al Parlamento europeo, hanno posto la questione alla Commissione Diritti Umani, facendo una battaglia specifica.

L'elemento specifico dell' Europa e la cittadinanza, e purtroppo l' Italia su questo ha aperto la strada ad una degenerazione, però in effetti è vero che (come dice Emma Bonino), rispetto al fenomeno dell'immigrazione, o dei flussi globali fra il sud e l'est del mondo, non ci sono dei paesi che hanno avuto delle risposte adeguate, ma le risposte dell'Italia sono le peggiori, anche rispetto al fatto che si tratta di un Paese con molta costa. Inoltre manca la consapevolezza che queste persone sono una risorsa per il nostro paese, in agricoltura come nei mestieri più umili, loro sono indispensabili, si pensi al lavoro di cura svolto dalle badanti. Dobbiamo interrogarci come sia possibile essere più all'altezza dei nostri principi costituzionali, e delle dichiarazioni universali dell'uomo, per fronteggiare il problema della sicurezza all'interno però di un regime che sia europeo, e rispettoso dei diritti umani.

fonte: Affaritaliani

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