perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


mercoledì 25 febbraio 2009

Avances sessuali e minacce a romena Condannato imprenditore edile

Un uomo e una donna sfruttati per due anni da un imprenditore edile senza scrupoli, che li teneva in scacco con la minaccia di rimandarli in Romania. A lui faceva fare il muratore, a lei la donna delle pulizie, senza risparmiarle ripetute avances sessuali. E’ la storia di una coppia di cittadini rumeni, entrambi 49enni, arrivati a Bologna nel 2004, quando ancora la Romania non aveva aderito all’Unione europea: ieri, il loro sfruttatore e’ stato condannato, in rito abbreviato, a cinque anni e quattro mesi di carcere per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violenza sessuale e violenza privata.

Si tratta di un piccolo imprenditore edile di Bologna, F.T., di 50 anni. Ai due rumeni sfruttati arrivera’ una provvisionale di 35.000 euro. Nell’ambito della stessa vicenda, una donna, che lo aiuto’ a ricattare il rumeno quando si era fatto male cadendo da un’impalcatura e lo ha convinto a mentire ai medici, e’ stata rinviata a giudizio con l’accusa di violenza privata.

Quando l’uomo non era in casa, F.T. si presentava nello scantinato, oppure la raggiungeva sul posto di lavoro per tentare con lei un approccio. Piu’ volte allungo’ le mani, cerco’ di spogliarla e in un’occasione la spinse anche sul letto; col passare del tempo, le offri’ anche del denaro in cambio di un rapporto sessuale proponedole pure di andare in albergo. Ma la donna rifiuto’ sempre categoricamente qualunque offerta e resistette alle sue minacce. F.T. infatti le diceva: “Siete clandestini, se non stai con me perdete il lavoro e vi faccio cacciare”. Nella primavera del 2004, il compagno della donna ebbe un infortunio: si fece una profonda ferita alla testa cadendo da un’impalcatura di due metri. E’ qui che entra in gioco l’altra donna rinviata a giudizio dal gup De Simone: contabile dell’impresa edile ma all’epoca anche infermiera all’ospedale Sant’Orsola (si licenzio’ due mesi dopo), raggiunse il rumeno al Pronto soccorso e lo convinse a non raccontare a mentire ai medici.

La donna disse cosi’ al rumeno: “Se dici che sei caduto dall’impalcatura perdi il lavoro, il denaro e vieni espulso. Se dici che e’ stato una caduta casuale, F.T. ti paga cure e medicine”. Il rumeno si convinse e disse al medico di essere caduto in bicicletta, insistendo con questa versione anche di fronte ai dubbi dei camici bianchi. Una volta uscito dall’ospedale torno’ a lavorare praticamente il giorno dopo e di soldi per le medicine non ne vide mai. La donna, nel frattempo, era stata costretta ad abbandonare la cantina perche’ F.T. non voleva piu’ che ci abitasse. Per diverse notti dovette dormire in un parco pubblico.

fonte: Il Resto del Carlino

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