Una incredibile vicenda a Lampedusa. Mentre il disegno di legge 733 sulla sicurezza inciampa a più riprese nel corso del suo iter parlamentare, si moltiplicano i provvedimenti delle autorità locali contro gli immigrati ed i senza fissa dimora. Dopo l’esito dei processi per i fatti di Genova, più che in passato, dilaga tra le forze di polizia la “libertà di manganello”.
I casi denunciati sono sempre più numerosi in tutta Italia, ma spesso anche la denuncia è impedita dalla minaccia di ritorsioni... Come riferisce il giornale "La Sicilia", a Lampedusa un cittadino italiano, mentre stava telefonando in una cabina vicino all’aeroporto, è stato scambiato per “clandestino”e bastonato senza preavviso dalle forze dell’ordine.
Come se fosse normale colpire alle spalle una persona, sulla base di un sospetto di clandestinità, prima di accertare la sua effettiva identità. L’uomo è stato trasferito da Lampedusa all’ospedale di Palermo per accertare la gravità delle lussazioni alle spalle. Il clima che si respira a Lampedusa è sempre più pesante ed una vicenda come questa rischia di avere pesanti conseguenze sull’immagine dell’isola e sulle sue prospettive economiche basate sul turismo Quando la magistratura si limita ad applicare la legge senza farsi condizionare dai diktat dell’esecutivo, si sollecita un ritorno al controllo gerarchico dei giudici, se non ad un vero e proprio “tribunale eletto dal popolo”.
Insomma siamo alle giurisdizioni speciali, e talvolta qualche giudice opera in modo veramente “speciale”, ad esempio quando si devono convalidare provvedimenti che limitano la libertà personale dei migranti, come se i principi costituzionali, a partire dagli articoli 13 e 24 della nostra Costituzione, fossero già abrogati.
A Lampedusa questa “cattiveria” sta consentendo di detenere i migranti per settimane senza provvedimenti regolari e in condizioni igienico-sanitarie di gravissimo disagio fisico e psicologico. Un caso vero e proprio di “trattamento disumano e degradante” vietato dall’art. 3 della Convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo. A cosa servirà questa “cattiveria”? Quando si faranno i bilanci del 2009, non adesso in pieno inverno, ma dopo un estate e un autunno che si preannunciano assai caldi sul fronte degli sbarchi, malgrado le missioni di Maroni in Tunisia ed in Libia, il numero dei cd. “clandestini” presenti in Italia sarà ancora più elevato, per la pervicace volontà del governo italiano di ridurre ulteriormente i canali di ingresso legale, costituiti dai decreti flussi di ingresso.
Tutte le risorse prima destinate all’integrazione, finiscono intanto nei fondi per i rimpatri forzati o per finanziare la moltiplicazione dei centri di detenzione. Per “produrre” ancora altri clandestini, mentre i paesi di provenienza e di transito rimangono assai restii ad accettare la riammissione dei loro cittadini che sono emigrati spinti dalla fame.
Sembrerebbe che la Tunisia abbia riammesso finora appena un centinaio dei mille ed oltre migranti bloccati a Lampedusa. E i governanti di quei paesi, grandi amici di Berlusconi e dei suoi ministri, sono interessati soprattutto a riprendersi gli oppositori politici, che hanno rivendicato democrazia e giustizia sociale, per finire poi, dopo il rimpatrio da parte delle autorità italiane, nelle prigioni del loro paese, in qualche caso anche sotto tortura.
fonte: Terrelibere
domenica 15 febbraio 2009
Lampedusa, scambiato per clandestino e picchiato dalla polizia
Etichette: clandestino, lampedusa, pestaggio, polizia
Pubblicato da Vivere Cernusco alle 18:24
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