Vorrei un kebab. Vada a Teheran, disse il sindaco di Lucca.
Vorrei una pizza. Vada a Napoli, disse il sindaco di New York.
Vorrei un risotto. Vada a Milano, disse il sindaco di Parigi.
Vorrei un sushi. Vada a Tokio, disse il sindaco di Berlino.
Vorrei una Paella. Vada a Madrid disse il sindaco di Roma.
Insomma siamo al delirio. A Lucca solo cibi italiani recita un’ordinanza del sindaco. Cibi italiani da consumare al chiuso in ambienti in tutto e per tutto rispettosi della tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo del luogo.
C’è da chiedersi se mai un architetto, che so io pisano, possa avere la titolarità a certificare la tipicità architettonica dell’ambiente.
C’è da chiedersi se io che mi voglio fare un piatto di farro devo compilare un modulo per chiedere il permesso al sindaco di Lucca e pagare un bollo in fiorini.
fonte: Martameo
martedì 27 gennaio 2009
Vorrei un kebab. Vada a Teheran.
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2 commenti:
chederei al Sindaco di Lucca di certificare anche il suo abbigliamento quotidiano, per la sua sicurezza non vorrei che portasse un paio di scarpe cinesi,un Burberry inglese,o se con la pizza di solito beve birra tedesca o cocacola.....vabbè quando il delirio è totale, non c'è più via di scampo.
e davvaro impossibile quello che sta succedendo in Italia la terra di tutte le civiltà dove i suoi politici non hanno altro che pensare al kebab e sono i primi a mangiarlo.
farebbero bene a risolvere i sei probleni della clandistinità e della malavita.
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