perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


sabato 3 ottobre 2009

Storia di Ibrahim, di una discoteca e di quanto lo sfruttamento dei migranti sia vicino a noi

In una discoteca alla moda della periferia fiorentina è stato assegnato un posto come lavoratore-guardiano a un uomo musulmano, che per rispetto alla privacy chiameremo Ibrahim. Dopo l’ordinanza sui lavavetri fatta dalla giunta di centrosinistra molti hanno perso quella miseria di lavoro e tra questi c’è anche Ibrahim.

La gente del quartiere dove lavorava Ibrahim ha però protestato, perché si era sempre comportato bene ed è stata sempre una persona corretta. Dopo le proteste qualcuno del Comune ha segnalato Ibrahim alla discoteca che, visti gli stretti rapporti con l’ente pubblico, lo ha preso per fare le pulizie.

Ora Ibrahim prende mensilmente il gettone di presenza per un totale di 200 euro al mese. Dorme in un magazzino della discoteca proprio sotto la pista da ballo, in una brandina. Quindi i giorni in cui la discoteca è aperta fino alle 3 del mattino, lui non dorme perché la musica è troppo alta. Essendo musulmano, si sveglia alle 5 di ogni mattina per la preghiera, si fa la doccia e inizia a pulire.

Non è stato fornito dei materiali per fare le pulizie, l’area su cui deve operare è grande, si tratta di pulire otto bagni, una grossa pista da ballo e tre sale più piccole, oltre l’esterno. E’ solo a pulire e senza attrezzi, e un lavoro che potrebbe fare in cinque ore lo occupa per tutta la giornata, fino a sera. Quest’estate è rimasto qui a Firenze e dato che la discoteca era chiusa non ha recepito lo stipendio, pur continuando a lavorare.

Ibrahim non è clandestino ha quasi 60 anni e tutte le mani spaccate da un duro lavoro. Essendo una persona molto dignitosa, non fa l’elemosina, anche se a volte l’ho incontrato e mi ha chiesto se avevo del pane secco per lui.

Questa storia ci fa rabbia, perché è un momento in cui gli immigrati sono sempre sulla bocca di tutti, e spesso il razzismo si taglia a fette. Forse dovremmo fermarci a pensare e a osservare le condizioni di vita in cui questa gente è costretta. Costretti anche ad un aclandestinità con la beffa e l’inganno di strutture pubbliche o di imprenditori che guadagnano all’ora ciò più di quanto questa gente guadagna in un giorno o in un mese.

Ibrahim non ha tolto il lavoro a nessuno, perché nessun italiano vorrebbe guadagnare 10 euro al giorno.

fonte: L'altracittà

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