Questa è la storia di una bravata nascosta da una bugia intinta nel pregiudizio. Giovedì sera un gruppo di adolescenti, con la leggerezza dell´età, decidono di divertirsi con quello che il codice della strada definisce burocraticamente un «quadriciclo a motore» volgarmente chiamato «macchinino», vale a dire un motorino con la carrozzeria che si può guidare a 14 anni. In sette salgono e scorrazzano in direzione della Capannina, ma il gioco finisce male. Il «macchinino» si capotta e tre si fanno male. I feriti, più un altro compagno d´avventura, scendono verso lo Chalet dei Margherita e si lavano il sangue che cola dai tagli, ma l´acqua non basta. Così decidono di recarsi al pronto soccorso del Sant´Orsola. Cos´è successo? «Ci hanno aggrediti i filippini» è la risposta che copre la ragazzata. E qui sta la parte veramente antipatica di una storia che, di per sé, sarebbe archiviabile tra le intemperanze giovanili. I filippini diventano il facile bersaglio delle loro accuse in quanto stranieri, con la pelle scura e pertanto già sub judice.
Stranieri e pertanto già con addosso l´aura dei mezzi criminali. Copione tristemente noto nel campionario dei pregiudizi, che tuttavia ha retto solo per un paio di giorni. La ricostruzione dei tre feriti è stata contraddetta dagli altri compagni di bravata coi quali non era stata concordata. A partire dalla proprietaria del "macchinino" che a papà e mamma ha raccontato la verità, e cioè di aver avuto un incidente. Del resto, come avrebbe potuto nascondere le ammaccature alla carrozzeria? Incidente? Ma quindi quei tagli ve li siete fatti in quel momento? Alla fine è arrivata l´ammissione.
fonte: Repubblica
martedì 27 ottobre 2009
Giovani bolognesi fanno un incidente ma accusano i filippini
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