perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


giovedì 30 aprile 2009

OMICIDIO A SFONDO RAZZISTA "L'ho buttato sotto il treno"

Si era subito pensato ad un incidente ferroviario quando, la sera di lunedì scorso, un rumeno era stato travolto da un treno in corsa, nei pressi della stazione ferroviaria di San Cristoforo a Milano. In realtà l'uomo sarebbe stato spinto sui binari al termine di una rissa. A confessarlo, secondo quanto riportato dagli inquirenti, sarebbe stato proprio il suo assassino, un giovane egiziano di 25 anni, clandestino e senza fissa dimora che la stessa sera avrebbe picchiato e ucciso il rumeno al termine di una rissa.
L’uomo avrebbe iniziato a disturbare il 39enne rumeno mentre pregava nei pressi della stazione ferroviaria. L'egiziano nutrirebbe nei confronti dei rumeni un odio tale da spingerlo ad intraprendere una violenta colluttazione con la vittima: un calcio, un pugno e poi la fatale spinta sotto il treno in arrivo.
L'aggressore, arrestato per omicidio, avrebbe detto ai carabinieri, a conferma dello sfondo razzista dell'episodio, che i rumeni “dalla terra vengono e nella terra devono tornare”. Interrogato dal pubblico magistrato, ieri, ha confermato senza batter ciglio, la versione confessata ai carabinieri.

Giovane cinese adottata presa a sputi da ventenni

Insulti e sputi sul treno regionale. La vittima è una adolescente originaria della Cina, si chiama Maria Silvia ed è stata adottata da quando aveva pochi mesi da una famiglia che vive in provincia di Firenze. Frequenta il ginnasio. Sabato scorso tornava con gli amici da una gita al mare, erano partiti da Pisa. Un gruppetto di ventenni l´ha presa di mira, quei ragazzi l´hanno offesa e le hanno addirittura sputato addosso per il colore della sua pelle e per gli occhi a mandorla. Lei è rimasta shockata e ha deciso di scrivere una lettera (che pubblichiamo qui). L´esperienza è stata molto pesante anche per i suoi amici: «La maggior parte di noi non aveva mai assistito a fatti così ingiusti e siamo rimasti tutti molto impressionati dalla violenza verbale e dagli atti oltraggiosi», scrivono nella premessa alla lettera di Maria Silvia. Lei ha anche pensato di sporgere denuncia contro ignoti alla polizia perché rintracciassero quei razzisti che l´hanno ferita, ne ha anche parlato con i genitori che le hanno promesso il loro appoggio. Poi ha preferito scrivere la lettera per manifestare il suo dispiacere per l´ultimo episodio e le difficoltà che la sua "diversità esteriore", come la chiama lei, le ha procurato in questi anni in Italia. Anzi a Firenze.

fonte: La Repubblica

Gottardi denuncia a Ue: Manifesti Lega sono xenofobi

L'europarlamentare del Pd Donata Gottardi ha presentato oggi un'interrogazione scritta alla Commissione europea in cui denuncia il carattere, definito "razzista e xenofobo", di alcuni manifesti usati dalla Lega Nord nelle campagne per le europee e per le amministrative di giugno. Gottardi chiede all'Esecutivo Ue se non ritenga necessario "intervenire per impedire che le forze politiche utilizzino il periodo elettorale per diffondere idee che sono totalmente in contrasto con i principi fondamentali dell'Unione europea".

ue foto di manifesti elettorali della Lega sono allegati all'interrogazione. Nella prima, un disegno raffigura un anziano italiano spinto al margine della scena da un gruppo di persone di etnia diversa (un cinese, un africano, una zingara con bambino in fasce e un musulmano con barba folta che brandisce un pugnale ricurvo). La scenetta è sovrastata da una scritta, in cui si chiede: "E' questo il futuro?". Sulla destra, sotto il simbolo della Lega, la risposta: "Con noi no". Il secondo manifesto è quello, già noto, dell'indiano d'America con la scritta "Loro hanno subito l'immigrazione, ora vivono nelle riserve".

fonte: Wall Street Italia

martedì 28 aprile 2009

SI FINGE MAROCCHINO E AGGREDISCE DUE DONNE

E’ stato arrestato per violenza sessuale un italiano di 24 anni che avrebbe aggredito due donne nel Milanese, fingendosi marocchino. Gli e’ stata notificata un’ordinanza di custodia mentre si trovava gia’ in carcere per essere evaso dai domiciliari perche’ accusato di rapina, estorsione e lesioni. Il presunto violentatore, sarebbe riuscito a entrare nell’auto di una donna mentre era ferma ad un incrocio. Tre giorni dopo, allo stesso incrocio, gli era riuscito con un’altra donna.

fonte: ANSA via [C]*

Le famiglie non pagano la retta niente mensa per i bimbi immigrati

Ventidue ragazzini senza piatto in tavola. Studenti delle elementari e delle medie, in maggioranza figli di immigrati. I genitori non pagano da mesi la cedola della mensa e una settimana fa la società di ristorazione ha tagliato il servizio. Nella scuola, l’istituto comprensivo di Pessano con Bornago, in provincia di Milano, scoppia la polemica contro il Comune, che si rifiuta di pagare quei pranzi. Le maestre offrono il loro pasto agli studenti, per non lasciarli senza cibo.

La Dussmann Service srl, società di ristorazione con sede a Trento, ha crediti con le 1.027 famiglie della scuola per 28mila euro, accumulati quest’anno. Un buco cresciuto a furia di cedole non pagate. A febbraio, l’azienda ha inviato a scuola l’elenco delle famiglie morose da lunga data, annunciando per i loro figli l’interruzione dei pasti. Il debito è in media di 700 euro per ogni studente, la lista conteneva 59 nomi.

Da allora, molti hanno saldato ricorrendo a rate e aiuti comunali. Oppure, se l’orario scolastico lo consentiva, hanno rinunciato al servizio. Ma per 22 non c’è stato nulla da fare: sospesi per morosità. Quattordici sono rom e vivono in un campo autorizzato. Due soli gli italiani, gli altri sono stranieri di varia provenienza. Quasi tutti frequentano le elementari, un paio le medie. «Gli stranieri non riescono a pagare — dice il preside — perché non hanno aiuti, non avendo qui la residenza». Per la stessa ragione, qualunque sia la loro situazione economica, pagano 3.80 euro a pasto, il massimo.

fonte: Repubblica

aggiornamento:
“I diritti dei bambini non hanno né nome né colore; i bambini vanno protetti sempre e bisogna garantire la loro integrazione”.
Queste la parole del presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, in merito al digiuno forzato dei bambini della scuola elementare Mauri di Pessano con Bornago.
“Situazioni come quella che si è verificata nella scuola elementare di Pessano – ha dichiarato Filippo Penati, che oggi ha sentito telefonicamente il preside della scuola - possono solo procurare danni alla crescita dei bambini che, tra l’altro, non hanno nessuna responsabilità per quello che è successo.
Per questo motivo la Provincia di Milano ha deciso di intervenire con un contributo per garantire i pasti di tutti i bambini già da domani fino alla fine dell’anno scolastico.
C’è inoltre la piena disponibilità di questa amministrazione - ha concluso il presidente Penati - ad aprire un tavolo di lavoro con il Comune, la scuola e i genitori per discutere e trovare una soluzione al problema in tutta la sua complessità”.

BENE!!!

lunedì 27 aprile 2009

Ferito e seminudo in un cabina: è grave

È stato trovato ferito e seminudo, privo di sensi, in una cabina elettrica ferroviaria vicino alla stazione Porta Nuova di Torino, all’altezza del ponte di corso Sommelier. Kostika Patariu, romeno di 44 anni regolarmente residente in Italia, è stato portato all'ospedale Molinette dove è ricoverato in rianimazione, in coma farmacologico. Ha perso molto sangue e le sue condizioni sono gravi: tre ferite, all'addome e al torace, sono particolarmente profonde. Ha anche un trauma cranico. Gli inquirenti ritengono che possa essere stato vittima di una violenta aggressione. Potrebbe essere stato colpito con un rastrello: l'attrezzo era dentro la cabina, sporco di sangue.

fonte: il Corriere della Sera

Croato ucciso a picconate a Varese

Jacopo ha parla­to, Andrea no. Jacopo ha am­messo di fronte al gip Giusep­pe Battarino di avere ucciso a picconate Dean Catic. Andrea si è avvalso della facoltà di non rispondere. E’ l’esito degli inter­rogatori di ieri, in carcere, per i due autori, di 20 e 18 anni, del delitto di Dean, 17 anni , pia­strellista di origine croata. Vare­se è una città sotto choc e gli studenti sfogano la loro rabbia nei forum di Facebook. Ce ne sono già due, con 1200 iscritti: scrivono ragazzi di tutte le scuole, piangono, si disperano, e raccontano di una generazio­ne di ragazzini che all’improvviso sembra aver perso l’inno­cenza, di fronte a una città «tra droga e coltelli è diventata dav­vero uno schifo». Parlano tutti, scrivono amici delle vittima, e anche amici degli assassini. Raccontano di Dean «ragazzo con tanti pregi e tanti difetti», ma anche del Bak (Bacchetta) e del Mera (Merani): «Erano tut­ti e tre bravi ragazzi e solo chi li conosce sa che è vero». La rete esprime un dolore collettivo spontaneo, come mai era successo prima, esiste già una proposta di fiaccolata. A Bobbiate, il quartiere della vittima, in chiesa questa sera al­le 20,30 ci sarà una messa per Dean, ma adesso la palla passa alle scuole, che nelle ore succes­sive alla scoperta del delitto era­no chiuse. Ed è probabile che i professori saranno investiti già da questa mattina da una pro­blema di rielaborazione di un lutto.

La gioventù perduta di Jaco­po Merani e Andrea Bacchetta è finita anche nei verbali delle gip di Varese, Giuseppe Battari­no. In particolare, Merani ha cercato di ripetere la confessio­ne resa l’altra notte. Al termine del colloquio, il suo avvocato, Fabio Ambrosetti, ha difeso il ragazzo: «Jacopo ha reso una piena confessione – spiega il le­gale – e ha aggiunto alla rico­struzione anche altri particola­ri che non aveva avuto il tem­po di riferire in questura. Cre­do abbiamo cominciato a ren­dersi conto che è accaduto qualcosa di grave, si è preoccu­pato per la madre e la sorella, mi ha parlato di un senso di col­pa verso i suoi cari e verso la vittima. Mi è sembrato molto provato da questa esperienza».

I primi segnali di umanità di Jacopo devono però essere va­lutati dal giudice. Andrea Bac­chetta è stato zitto. Ma dietro al suo silenzio c’è una mossa di tattica processuale, la difesa non ha avuto tempo di sentirlo e deve organizzarsi. Intanto chiede i domiciliari per il ragaz­zo: «Nei prossimi giorni - spie­ga l’avvocato Alberto Caleffi – valuteremo se farlo parlare con una istanza spontanea. Abbia­mo invece sollevato delle ecce­zioni sul fermo di polizia e sul­­l’arresto, abbiamo fatto richie­sta di domiciliari e se ce li ne­gheranno faremo ricorso al rie­same». La difesa del secondo aggres­sore punta a diminuire la re­sponsabilità di Bacchetta. «Lui non ha materialmente sferrato alcun colpo» dice il legale, l’or­dinanza del gip sarà depositata questa mattina. Intanto, è ricomparso il mo­torino della vittima: un Phantom azzurro che il giova­ne aveva parcheggiato in una via di Varese perché rimasto senza benzina. Lo hanno trova­to dei ragazzi.

fonte: Il Corriere della Sera

Milano: un brasiliano picchiato da 5 italiani e un serbo aggredito da un altro italiano

Sempre l’altra sera ci sono state al­tre due risse. La prima è accaduta al­le 6.30 davanti alla discoteca Hol­lywood: un brasiliano è stato picchia­to da cinque italiani . La seconda alle 13,30 al Cimitero Monumentale: un italiano ha aggredito un serbo per gelosia spalleggiato da una donna. Sono stati tutti arrestati.

fonte: Il Corriere della Sera (e questo è tutto quello che si trova in rete sull'argomento)

Albenga, rissa tra marocchini e italiani che poi danno fuoco alla casa dei rivali

Ci poteva scappare il morto. Per vendetta, dopo una rissa, un gruppo di italiani ha dato fuoco la notte scorsa nel centro storico di Albenga (Savona) ad una casa abitata da immigrati marocchini. Uno di questi, sorpreso nel sonno, è rimasto gravemente intossicato dal fumo ed è stato salvato dai vigili del fuoco. È stato ricoverato con riserva di prognosi a Genova. I carabinieri hanno fermato otto persone, coinvolte nella rissa. Quattro, tra italiani e nordafricani, hanno riportato ferite da taglio e sono state medicate in ospedale.

LA VICENDA - Secondo i primi accertamenti, la zuffa è scoppiata intorno all'una di notte dopo che un gruppo di italiani aveva orinato nei vasi di fiori di un palazzo abitato da immigrati. Gli inquilini, tutti marocchini regolari, hanno protestato: è cominciata così una discussione sfociata ben presto in rissa. Quattro, tra italiani e nordafricani, colpiti da fendenti forse sferrati con cocci di bottiglie o coltelli, sono finiti all'ospedale. Poi, secondo quanto ricostruito sinora dai carabinieri della compagnia di Albenga, un gruppo di amici degli italiani sono tornati nel centro storico con una tanica di benzina, appiccando il fuoco nell'appartamento al primo piano dell'immobile abitato dai marocchini.

fonte: il Corriere della Sera

«Sparite da questo posto». Scene di ordinario razzismo istituzionale a Roma

Alcuni poliziotti e numerosi agenti della Folgore si sono presentati questa mattina presso il campo rom situato tra via Centocelle e [Municipio VII], a Roma, minacciando le famiglie di abbandonare quel posto entro mercoledì; in caso contrario, hanno detto gli agenti, «distruggeremo tutto quello troveremo e vi porteremo via i bambini». Questa l’ultima ordinaria aggressione istituzionale, nella città di Alemanno e del rom che vince il Grande fratello. Eppure, anche in questo caso, si tratta di un gruppo di famiglie di rom romeni molto pacifiche: sono circa un centinaio di persone e hanno un’età metà media 25 anni, la metà di loro sono bambini che frequentano le scuole del quartiere. «Sono stati più volte identificati, nessuno di loro ha precedenti penali – spiega Gianluca dell’associazione Popica, subito intervenuto al campo – Addirittura quattro bambini hanno ricevuto delle borse di studio per il loro impegno. Un mese fa quelle famiglie rom e alcune associazioni avevano scritto al Comune e al Municipio per chiedere un luogo dove sopravvivere, ma nessuno ha risposto». In questo momento, una dellegazione dei rom e alcuni rappresentanti di associazioni antirazziste sta entrando presso la sede Municipio VII per ottenere quelle risposte.

fonte: Carta

martedì 21 aprile 2009

Sgombero a Bruzzano: i migranti ora attendono all'ex ospedale Paolo Pini

Sono circa 200 i migranti senza un tetto per la notte, dopo lo sgombero di questa mattina al residence Leonardo da Vinci del quartiere milanese di Bruzzano. I due gruppi che nel primo pomeriggio si erano incamminati per protesta lungo la Milano-Meda hanno cambiato idea e ora si sono ricongiunti nella sede dell'ex ospedale Paolo Pini.

Al momento i migranti, alcuni dei quali sono riusciti a portare con sè alcuni effetti personali, ma molti altri senza nulla, si trovano al baretto e nei dintorni dell'ex nosocomio, dove attendono di riunirsi in assemblea, per decidere dove cercare un altro rifugio, almeno provvisorio. Le possibili alternative, però, non si sa quali siano. Nessuna notizia per ora anche dalla delegazione che questa mattina si è recata in prefettura, per discutere della situazione dei migranti, molti dei quali sono rifugiati politici in attesa di conoscere l'esito delle loro domande di asilo. "Ce l'aspettavamo" dicono un po' tutti, non sono sorpresi nemmeno delle botte prese durante lo sgombero. "Ci siamo abituati, dopo lo sgombero in via Lecco, quello al Forlanini e poi allo Scalo Romana... Si continua a passare da sistemazioni indecenti e precarie alla strada, passando per le botte e l'indifferenza delle istituzioni".

fonte: Peacereporter

Macchina lo travolge, ma lui scappa zoppicando

Scappa dopo essere stato investito da un'auto. Una scena surreale si è verificata ieri mattina in corso Archinti, su cui stanno indagando gli agenti di polizia locale. Il sospetto è che il ferito fosse uno straniero, forse albanese, senza i documenti per il soggiorno. I testimoni lo hanno visto allontanarsi zoppicando verso piazzale Tre Agosto e poi scomparire nel nulla: nessuno ha provato a fermarlo. Lo schianto si è verificato intorno alle 11 in fondo al corso Archinti: una Fiat Punto condotta da una donna e con a bordo un bambino ha travolto lo straniero sbucato all'improvviso dalle auto parcheggiate. La donna alla guida è scesa per sincerarsi delle condizioni del ferito, ma questo, approfittando di un momento di confusione, si è rialzato ed è fuggito zoppicando. La polizia locale lo ha cercato in tutta la zona, poi ha allertato il pronto soccorso affinché segnalasse l'arrivo di un uomo con una ferita al piede destro.

tratto da Il Cittadino (Quotidiano di Lodi) del 16 aprile 2009 via Carlo Monguzzi (Facebook)

lunedì 20 aprile 2009

CORI RAZZISTI A BALOTELLI, SALE LA PROTESTA

Sale la protesta di diversi esponenti dello sport, dopo i cori razzisti a Balotelli provenienti dagli spalti bianconeri durante Juve-Inter di sabato del tipo "se saltelli, muore Balotelli", "negro di m...". "Adesso cercheremo di sensibilizzare la Federazione e la Lega perche' prendano iniziative. Non si deve far passare un fatto del genere senza prendere provvedimenti. Queste manifestazioni di razzismo, oltretutto contro un giocatore italiano, sono assolutamente inaccettabili". Lo ha detto, in un'intervista a R101, Sergio Campana, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori. "Non ci si aspettava - ha detto ancora Campana - un episodio del genere in una citta' civilissima come Torino. Abbiamo ricevuto molte telefonate dai giocatori, che esprimono solidarieta' a Balotelli e ci invitano a prendere posizione. Ne parleremo nei prossimi giorni - ha concluso Campana - in occasione di una riunione dell'Associazione Calciatori. Non so ancora quali decisioni prendera' il consiglio direttivo, ma certo non lasceremo passare il fatto inosservato". In una dichiarazione pubblicata sulla Gazzetta, il patron nerazzurro Moratti ha detto "Se fossi stato allo stadio, a un certo punto avrei lasciato il mio posto in tribuna, sarei sceso in campo e avrei ritirato la squadra; c'e' un limite a tutto. Ho anche pensato che la partita potesse essere interrotta dall'arbitro, ma mi sono sbagliato". Per il commissario tecnico della nazionale brasiliana Carlos Dunga, intervenuto a Radio Anch'io Lo Sport "e' una brutta cosa, una cosa culturale, la gente si sfoga nel modo sbagliato e il calcio deve prendere misure giuste per combattere questo fenomeno". "Ormai il mondo e' globalizzato, ci sono giocatori in campo di tutte le razze e quindi non ci sono motivi per essere razzisti". "I calciatori dovrebbero fermarsi, questa sarebbe una soluzione. Sabato il capitano della Juve poteva dire 'non giochiamo piu''" Lo ha dichiarato a Radio Anch'io Lo Sport su Radiouno l'ex attaccante dell'Avellino (1980-1985), Inter, Ascoli e Cremonese, Juary, intervenuto sull'argomento. "Anche ai miei tempi era cosi'. Sono cose che non si riescono a capire. Poi non bisogna dimenticare che Balotelli e' anche italiano. Questa gente non capisce niente e non merita di andare allo stadio. Cosa prova un calciatore? Si sta male, possiamo solo pregare Dio che abbia misericordia di questa gente.

fonte: AGI

venerdì 17 aprile 2009

Razzismo: l'Ue bacchetta l'Italia

Il governo italiano, nell'ultimo anno, ha fatto 'passi insufficienti sul fronte della lotta al razzismo'. Ha detto il Consiglio d'Europa. Preoccupato dai resoconti che evidenziano una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che sfocia in atti violenti, rivolti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere, anche in ambito sportivo'. L'Italia ha risposto sostenendo che il governo ha gia' preso o sta prendendo le misure necessarie.

fonte: Ansa

martedì 14 aprile 2009

«Hai una macchina troppo vecchia» Lo picchiano e gli fanno perdere un occhio

Prima lo ha preso in giro perché guidava una vecchia auto, secondo lui un modello fuori moda. Poi lo ha colpito con una bottiglia al capo fino a romperla, accompagnando l'aggressione con insulti razzisti. Vittima dell'ultimo episodio di xenofobia fra Tor Bella Monaca e Casilino è stato lunedì notte un cittadino senegalese di 30 anni ora ricoverato in prognosi riservata in ospedale. L'uomo, curato dai medici del Policlinico di Tor Vergata, perde la vista da un occhio per i colpi ricevuti dall'aggressore, B.M., 20 anni, pregiudicato, arrestato dai carabinieri nella sua abitazione sempre a Tor Bella Monaca. Il giovane è accusato di lesioni gravissime, aggravate dall'odio razziale. Per lo stesso reato è stato denunciato un suo amico sedicenne, che ha partecipato all'aggressione.

L'AGGRESSIONE - Il senegalese è stato affrontato dai due fuori da un bar di via Casilina. Erano le due di notte. Spalleggiato dal minorenne e anche da altri giovani, B.M. ha iniziato a prendere in giro il trentenne. Alla reazione della vittima ne è nato un violento litigio, al culmine del quale il ragazzo ha afferrato una bottiglia e si è avventato sull'altro colpendolo più volte. Proprio in quel momento è intervenuto un avventore del bar che ha cercato di proteggere il senegalese ma il suo tentativo è fallito. Dopo la fuga dell'aggressore e dei suoi complici, la vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri. Più tardi gli investigatori della compagnia di Frascati e della stazione di Tor Bella Monaca hanno rintracciato B.M. a casa dove, nel corso di una perquisizione, è stata sequestrata anche la sua maglietta ancora sporca di sangue. Il ventenne è stato condotto nel carcere di Regina Coeli.

L'AGGRAVANTE - Al 20enne arrestato anche l'aggravante dell'odio razziale. L'aggressione, infatti, fanno notare i carabinieri della compagnia di Frascati, è stata preceduta da vari insulti tra cui «negro di m...». Le lesioni personali gravissime, contestate per la lesione permanente a una funzione vitale, in questo caso la vista, sono state aggravate, perché oltre all'uso della bottiglia l'aggressore ha ingiuriato l'uomo con frasi razziste. Il pregiudicato rischia, spiegano gli investigatori, dai sei ai 12 anni di carcere. L'aggravante farà salire la pena.

Skinheads a Vicenza, arrestati 4 ventenni

Arrestati 4 giovani skinheads nel vicentino - Sono stati arrestati giovedì mattina quattro skinheads dalla polizia di Stato di Vicenza perchè ritenuti responsabili di un attentato a danni di un gruppo di immigrati.
I quattro giovani avevano lanciato una molotov contro un casolare abitato da stranieri mercoledì 18 febbraio a Romano d'Ezzelino, in provincia di Vicenza.

La bottiglia aveva preso fuoco ma le fiamme erano state spente dalla pioggia. Per i quattro nordafricani presenti nel casolare non c'erano state conseguenze. Grazie ad un numero della targa segnalata da alcuni testimoni, la polizia è riuscita a rintracciare i giovani.

I giovani arrestati - L'operazione coordinata dalla magistratura di Bassano del Grappa ha portato all'arresto di Mattia Zen, Mattia Tugnoli, Michael Zanchetta e Denis Bortignon. I ventenni sono accusati di porto e detenzione di arma da guerra, fabbricazione di bottiglia incendiaria, danneggiamento e incendio con finalità di razzismo. Sono stati inoltre sequestrati materiali propagandistici di estrema destra.

fonte: La voce del nordest

giovedì 9 aprile 2009

In ospedale per il mal di denti Espulso un senegalese

Espulso per un mal di denti. E dire che Maccan Ba, senegalese di 32 anni, clandestino, in ospedale non ci voleva proprio andare. Ma dopo 4 giorni senza dormire e mangiare a causa del dolore, non ce l’ha fatta più ed è corso agli Spedali Civili. Ha pagato il ticket e si è messo in coda.

Ma Maccan dall’ospedale è finito dritto in Questura, con il suo ascesso che gli faceva vedere le stelle. «Mi hanno prelevato nella sala d’attesa del pronto soccorso odontoiatrico —racconta Maccan che ora vive con il foglio di via in tasca nascondendosi in casa di amici e parenti —. Non saprei dire chi mi ha denunciato, se il medico o la guardia giurata a cui ho chiesto indicazioni per arrivare al pronto soccorso. Sta di fatto che sono stato espulso e d’ora in poi non metterò mai più piede in un ospedale».

fonte: Il Corriere della Sera

domenica 5 aprile 2009

Razzismo, escluso da coro di montagna: «Sei nero, non puoi cantare con noi»

Escluso perché di colore. Questa la sorte di Victor Nelson, 37enne della Costa d'Avorio: nonostante la sua bella voce da tenore primo e una grande passione per il canto, quest'uomo non ha potuto entrare nel coro di montagna Amici dell'Obante di Valdagno (Vicenza). La polemica non ha tardato a scoppiare. «Una storia di razzismo puro» afferma Alberto Rasia, ex corista nella stessa formazione, che ha reso nota la vicenda all'Ansa e che proprio per questo ha lasciato il coro.

Ad opporsi all'ingresso di Victor Nelson nella corale, denuncia Rasia, è stato il gruppo più influente dei coristi, che avrebbero fatto di tutto per convincere il presidente a rifiutare l'iscrizione del ragazzo di colore.
Una versione confermata anche da Paolo Penzo, maestro per 34 anni del Coro dell'Obante di Valdagno e che a sua volta, per il caso di Victor, ha dato le dimissioni, amareggiato. «Non lo volevano perché è nero, e glielo hanno detto in faccia, non ci sono altri motivi» ha sottolineato Penzo. Quando la cosa è divenuta di pubblico dominio, 5-6 coristi che non si erano espressi sull'ingresso o meno dell'ivoriano, hanno manifestato in una lettera al presidente il loro disagio sentendosi accomunati ad un gruppo "razzista". Ma questo, sostiene Rasia, non ha cambiato il destino di Victor, che dopo alcuni mesi di prove di canto e avvicinamento alle melodie di montagna, non ha potuto ottenere la sua divisa da corista ed è stato messo alla porta.

Fonte: Il Messaggero

Bimbi afgani dormivano nei tombini

«Un gruppo di ragazzi dormiva nei tombini presso la stazione Ostiense: l´ho letto sui giornali. È un fatto molto grave. Molto impressionante». Se n´è accorto sfogliando i quotidiani, il sindaco Alemanno, guardando le immagini di degrado assoluto registrate dalle telecamere di Sat2000.

E ha subito annunciato: «Ho dato incarico all´assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso, e al comandante della Polizia municipale, Angelo Giuliani, di svolgere un´approfondita indagine: soprattutto per scongiurare il rischio che simili episodi possano ripetersi. Anche se», ha proseguito il sindaco, «l´assessorato ai Servizi sociali aveva denunciato da tempo al ministero dell´Interno grandi difficoltà nella gestione dei flussi migratori con arrivi incontrollati direttamente nel cuore della nostra città».

Immediate le reazioni, mentre la Polfer precisa: «Nessun bambino dormiva nei tombini. Al massimo venivamo utilizzati come ripostigli». Dopo un viaggio infernale. Al costo di diecimila euro.

«La situazione di degrado di piazzale dei Partigiani era da tempo nota al Campidoglio, anche perché ampiamente documentata dai giornali e denunciata dagli abitanti», ha detto il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei. Sull´argomento è intervenuto anche il consigliere comunale Pd Paolo Masini: «Ma dove vive il sindaco?» ha detto. «Verrebbe da dire buongiorno Alemanno: ma vorremmo ricordargli che il sindaco è lui. Questo è il risultato della scarsa attenzione alla rete di servizi di assistenza sociale di Roma». Una città dove i disperati affollano il terminal Ostiense stipati tra i marciapiedi e le grate dei tombini. Così tanti da dividersi questi spazi in base a una gerarchia. Indiani e pachistani dietro la cancellata. Iraniani e afgani nei tombini.

L´assessore Belviso è andata a trovare i ragazzini afgani ospitati al centro di accoglienza di via Placido Zurla, nel quartiere Casilino. «Sono a Roma da cinque giorni e hanno dormito sulle panchine, non nei tombini» ha detto dopo averli incontrati. «Sono stati proprio loro a raccontarlo. Anzi, non riuscivano nemmeno a capire cosa stessimo chiedendo». E tra l´altro «non avrebbero potuto neppure entrare lì dentro. Fisicamente sono grandi». E spiega che chi ha organizzato il viaggio dei bambini, ha indicato loro, come un luogo in cui trovare riparo e anche cibo grazie alla Caritas, proprio la stazione Ostiense.

fonte: Repubblica

venerdì 3 aprile 2009

Bus solo per immigrati, al via l'apartheid!

Da lunedì a Foggia ci saranno due linee bus 24: una riservata ai cittadini, una agli immigrati. Stessa partenza: centro città. Stessa destinazione: Borgo Mezzanone. Ma autobus e fermate completamente diversi, a cominciare dai capolinea: mentre il 24 per residenti collegherà la centrale via Galliani alla borgata, il 24/1 farà la spola tra la stazione e il centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara). La decisione dell'azienda trasporti automobilistici di Foggia (Ataf) di sdoppiare la linea e insieme i capolinea è stata presa dopo alcuni incontri in prefettura e con la benedizione del ministero dell'Interno.

All'origine della scelta: motivazioni di comodità («il centro di accoglienza dista un paio di chilometri dalla borgata») e di sicurezza («tra immigrati e residenti la convivenza è degenerata in risse»). Ma l'associazione delle Comunità straniere in Italia accusa: «L'apartheid non è la soluzione». E il governatore della Puglia Nichi Vendola interviene: «La linea, che ha il sapore della separazione, deve essere abolita al più presto». La sperimentazione della linea 24/1 era partita da alcune settimane, anche se con unico capolinea di partenza. Da lunedì il doppio-servizio entrerà in vigore insieme ai nuovi orari e alle modifiche di percorso. La decisione è stata difesa dal sindaco Orazio Ciliberti (centrosinistra): «Nessuna ragione di razzismo ma l'opportunità di creare un servizio migliore: si evita a ospiti del centro, civili e forze dell'ordine di fare due chilometri in più per raggiungere la fermata di Borgo Mezzanone. Nessuno impedisce agli immigrati di prendere l'altra linea». Ma il primo cittadino non nega che ci siano anche motivi di sicurezza alla base della decisione. Parla di attriti con la popolazione, del ferimento di un autista dei bus. E attacca: «Colpa del campo sovraffollato. Invece dei 200-300 immigrati che potrebbe contenere, ne ospita dagli 800 ai 1000». Immediata la replica del presidente dell'Acis Habib Sgaier: «L'Ataf ha cercato di risolvere il problema di alcuni extracomunitari violenti, se ci sono, in questo modo. Ma questa non è una soluzione. Una delegazione della borgata ci ha contatto per dirci che i residenti non hanno fatto alcuna richiesta».

fonte: Il Corriere della Sera

mercoledì 1 aprile 2009

Stupro: arrestati padre e figlio

I Carabinieri hanno arrestato anche il padre ed il fratello di Vincenzo Maio, pastore, gia' fermato il 30 marzo con l'accusa di stupro.I tre sono accusati di avere prima narcotizzato con una bevanda e poi stuprato una ragazza ucraina di 21 anni. Nel prosieguo delle indagini dei Carabinieri di Piedimonte Matese, e' emerso il coinvolgimento nello stupro anche di Antonio e Graziano Maio, 50 e 34 anni, che sono stati arrestati stamani con l'accusa di violenza sessuale di gruppo.

fonte: Libero.it

Migrante partorisce in ospedale e gli agenti la fermano

Voleva solo partorire il suo bambino. Si è ritrovata invece, dopo poche ore, con le forze dell'ordine richiamate in corsia da qualcuno dell'ospedale, forse un assistente sociale. Ha visto gli agenti che bussavano alla sua stanza di degente per la notifica di un ordine urgente: "Presentarsi in questura per l'identificazione". Ed è finita che quella madre ivoriana, ufficialmente "in attesa di status di rifugiato politico", non ha potuto allattare il suo neonato, Abou, per una decina di giorni, fino a quando non è arrivata dagli uffici dell'Immigrazione la conferma che il suo fascicolo esisteva davvero, e che quella donna non aveva raccontato frottole, né fornito falsa identità.

Tutto incredibile, eppure vero. Proprio come se la controversa norma inserita dalla Lega nell'ambito del pacchetto sicurezza, quella che invita i medici a denunciare i pazienti senza permesso di soggiorno, fosse già entrata in vigore. Assaggio di una deriva annunciata. L'allarme lanciato da centinaia di specialisti in tutta Italia persino con petizioni inviate al capo dello Stato, il nodo dei "medici-spia" che ha infiammato il Parlamento spaccando perfino il Pdl, è già cronaca. Un caso unico. Che crea scandalo. A Napoli. Una vicenda rimasta sotto silenzio per alcune settimane.

Avviene nel quartiere Posillipo, la città d'elite. Nell'ospedale retto da un ordine religioso, il Fatebenefratelli. Il 5 marzo scorso. Storia di Kante, giovane madre della Costa d'Avorio, 25 anni, vedova di un marito assassinato sull'uscio di casa nel 2005 nella loro città d'origine, Abidjan, in attesa da anni del riconoscimento dell'asilo politico. Kante vive ora alla periferia nord, un buco nell'alveare di Pianura, il quartiere della guerriglia sui rifiuti. Di aspetto fragile, sguardo spento dietro le numerose battaglie affrontate, Kante racconta: "In ospedale ci hanno chiesto i documenti, non gli è bastata la fotocopia del mio passaporto, mentre l'originale era trattenuto dalla polizia per la mia richiesta in corso. Non gli è piaciuta neanche la richiesta di soggiorno ormai scaduta. E per oltre 10 giorni mi hanno tenuta separata dal bambino".

fonte: Repubblica

Il viaggio di un 16enne afghano dalla Grecia all'Italia sotto un pullman

E' rimasto per 24 ore nascosto all'interno del vano della ruota di scorta

TORINO - Un 16enne afghano è arrivato dalla Grecia all'Italia, per la precisione fino in provincia di Torino, nascosto nel vano della ruota di scorta di un pullman. È il viaggio della disperazione di un giovane profugo, giunto a Chieri sull'autobus che riportava a casa una scolaresca in gita scolastica. «È saltato fuori mentre scaricavamo le valigie - racconta Luigi Menini, il titolare della ditta di trasporti a cui appartiene il pullman - e ho subito chiamato carabinieri e Croce Rossa». Indolenzito e privo di forze, il giovane è stato portato al pronto soccorso, dove gli sono state somministrate due flebo.

24 ORE SOTTO IL PULLMAN - «Quando l'ho visto - riprende Menini - non riuscivo a credere ai miei occhi. Quel giovane è rimasto nascosto in quel vano angusto per più di 24 ore». E non era solo: un altro ragazzo, probabilmente connazionale, è saltato fuori da un altro pullman (in totale erano tre) che riportava a casa la scolaresca dalla Grecia. «Il mio autista ha subito avvisato la polizia stradale - dice Menini - mai avremmo immaginato che ci fosse un altro clandestino».

fonte: Il Corriere della Sera