perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


giovedì 25 febbraio 2010

I medici devono resituire i soldi che hanno preso per curare stranieri in attesa del permesso di soggiorno, in Lombardia

Mi è appena arrivato un comunicato della CGIL di Milano:

E' odioso e inqualificabile quanto messo in atto dall'Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia e dall'Asl Milano. Si chiede ai medici di famiglia e ai pediatri di restituire i compensi incassati per visite agli "extracomunitari" con permesso soggiorno scaduto o in fase di rinnovo.


Premetto che già il governo nazionale con la norma "denuncia il clandestino in ospedale" aveva iniziato ad attentare alla salute pubblica spingendo lontano dalla cure mediche una parte della popolazione creando anche rischi per la salute di tutti, vedi il caso tubercolosi di qualche mese fa. Ora, sugli "extracomunitari" con permesso di soggiorno scaduto possiamo discutere, ma la cosa assurda è per quelli in fase di rinnovo.

Per i non avvezzi alla materia, per rinnovare un permesso di soggiorno si deve andare in posta un mesetto prima della scadenza del permesso, compilare un paccone di documenti e spedirli. Un addetto delle poste, prima della chiusura della busta controlla che ci siano tutti i documenti, compreso il contratto di lavoro. Se si è fortunati dopo 7-8 mesi si viene avvisati che il proprio permesso è disponibile in questura. In tutto questo periodo fa fede la ricevuta rilasciata dalla posta.

Chi è in attesa di rinnovo è una persona REGOLARMENTE in Italia, che lavora REGOLARMENTE, e paga le tasse REGOLARMENTE. Evidentemente però non può ammalarsi per 7-8 mesi, secondo la Regione Lombardia. Potrà farlo nei restanti 4-5 mesi prima di dover nuovamente rinnovare il permesso di soggiorno.

E questo vale anche per i loro figli. Meno fortunati i figli degli immigati irregolari, loro non possono ammalarsi mai, poichè i pediatri non sono rimborsati dalla Regione per il tempo che dedicano loro.

Alla faccia della Costituzione, ecco una bella misura anti-crisi Made in Formigoni.

fonte: ilKuda

mercoledì 24 febbraio 2010

Truffa ai danni dei richiedenti asilo. Il centro di Cassibile nella bufera

Una truffa ai danni di 430 richiedenti asilo. È quanto si ipotizza dopo che un’inchiesta coordinata dal procuratore di Siracusa Ugo Rossi ha portato all’arresto dell’avvocato Pierluigi Spadafora, presidente dell’associazione Ponte sul Mediterraneo Onlus, a cui era affidata la consulenza legale per i migranti del Centro di Accoglienza di Cassibile (Siracusa), gestito dall’Associazione Alma Mater, e di due collaboratrici.

I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di falsi per l’ottenimento di titoli di soggiorno e falsi materiali in atto pubblico solo per le collaboratrici. Secondo l’accusa, l’Alma Mater indirizzava le pratiche legali degli immigrati alla Ponte sul Mediterraneo, che avviava i ricorsi e otteneva “la liquidazione di ingenti somme di denaro attraverso il riconoscimento del gratuito patrocinio”.

“Si ipotizza una vera e propria truffa ai danni di 430 richiedenti asilo – denunciano Anna Bucca, presidente Arci Sicilia e Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci - che, affidatisi all’associazione presieduta dall’avv. Spadafora, legata ad Alma Mater, hanno incaricato i legali di seguire la procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato, salvo scoprire che i “legali” non hanno fatto niente di quanto dichiarato, incassando ingenti cifre e lasciando senza alcuna copertura giuridica i migranti”.

fonte: Affaritaliani

martedì 23 febbraio 2010

Un asilo comunale per soli cristiani

Il regolamento, all'articolo 1, pone come condizione per iscrivere il figlio all'asilo l'accettazione di una sorta di preambolo religioso: la provenienza da una famiglia cattolica o cristiana, escludendo di fatto molte famiglie di immigrati di diverso orientamento religioso.


Goito, provincia di Mantova. Ora solo il 37% della popolazione è cristiana praticante (ed essere cristiana non praticante è un ossimoro).

Ora il regolamento è nettamente anti-costituzionale e verrà cancellato. Ci vorrebbe un norma che obblighi a pagare ingenti risarcimenti ai politici che approvano leggi e regolamenti chiaramente contro la Costituzione così elimineremmo una serie di iniziative colorite ma inutili e razziste.

fonte: ilKuda

Vasto, espulsa una ragazza russa. Aveva un lavoro regolare e viveva in Italia da 12 anni

E' successo a Vasto, e la protagonista è una ragazza russa. E' uscita di casa per andare dai carabinieri. Il giorno precedente era stata trovata senza il talloncino dell'assicurazione esposto: voleva capire come risolvere il problema, ma il problema si è improvvisamente aggravato.

Nell'ufficio si sono accorti che il suo permesso di soggiorno era scaduto, ed in quel momento si è accorta che per lo Stato italiano lei era considerata una criminale, e come una criminale è stata trattata. Non è importato a nessuno che lavorasse regolarmente in Italia da dodici anni, non è importato a nessuno che fosse regolarmente assunta, non è importato a nessuno dei suoi dodici anni di contributi generosamente donati allo Stato italiano, non è importato a nessuno che in Italia avesse degli affetti, degli amici, che in Italia fosse la sua vita. E' stata trattenuta dalle 10 del mattino alle sette di sera, è stata accompagnata a casa per "consentirle" di fare una veloce valigia, è stata trasportata in uno di quei posti che lo Stato italiano chiama centri di identificazione ed espulsione, ma che in realtà sono carceri sovraffollati, dove le persone vengono trattate ai limiti della umana decenza. Dopo neanche dieci giorni, e prima ancora che il suo ricorso fosse discusso è stata presa e rispedita nel suo Paese. Così a noi che non l'abbiamo neppure potuta salutare, non rimane che indignarci e riflettere sulla deriva che il nostro paese ha preso. Un governo che è forte con i deboli e debole con i forti. Un governo che preferisce insieme al suo apparato mediatico, creare paure e non affrontare problemi. Un governo che nulla ha fatto per regolarizzare quegli immigrati che sono entrati in Italia prima della legge Bossi-Fini favorendo la clandestinità e chi lucra sulla clandestinità, un governo che preferisce introdurre il reato di clandestinità piuttosto che regolare le entrate degli immigrati. Noi ci chiediamo come sia possibile ignorare i princìpi che tutelano la dignità dell'essere umano, ci chiediamo come possa passare sotto silenzio questa storia, che non ha trovato spazio sui giornali locali e di cui si è occupato solo un blog (semidiceviprima.com), ci ribelliamo all'assopimento che tentano di imporci e alziamo la voce davanti a queste ingiustizie, sperando di essere il sassolino che fa cadere una valanga.

fonte: Indymedia

lunedì 22 febbraio 2010

Radio Padania: "Purtroppo gli immigrati conoscono la legge e non si lasciano trattare come noi vorremmo"

Leggi e ascolta su L'anticomunitarista

Milano, romeno ucciso con 17 fendenti mentre fuggiva

E' stato colpito con 17 coltellate, di cui solo una o due mortali, Mihai Bouzduka il 25enne romeno trovato agonizzante intorno alle 5.50 di questa mattina a meno di un centinaio di metri dall'ingresso della discoteca Club 71 (ex Mosquito) di via Toffetti, in zona Corvetto a Milano. L'uomo è stato raggiunto da un paio di fendenti al costato sinitro e poi da una quindicina alla schiena, segno evidente di un'aggressione compiuta mentre l'uomo stava fuggendo. Contrastanti le versioni fornite dai testimoni ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano che stanno svolgendo le indagini. L'uomo ha passato la serata nella discoteca insieme con dei suoi conoscenti (un suo connazionale, un italiano e una donna latinoamericana) quando, ubriaco, ha iniziato a litigare con almeno un uomo probabilmente per dei pesanti apprezzamenti rivolti a una ragazza. La lite stava per degenerare in rissa, quando i buttafuori del locale sono intervenuti e hanno allontanato la vittima accompagnandolo fuori dal locale intorno alle 5.15. Alcuni testimoni hanno descritto l'uomo che ha litigato con Bouzduka come un italiano o una persona originaria dell'Est europeo, altri come di un latinoamericano che era nel locale insieme con un gruppetto di suoi connazionali. Bouzduka, incensurato e senza fissa dimora che vive alla giornata facendo piccoli lavoretti nei cantieri e dorme di volta in volta nelle abitazioni di suoi connazionali, a questo punto rimane probabilmente davanti al locale fino a quando esce il suo aggressore o i suoi aggressori. Questo/i una volta usciti forse litigano e la vittima, capendo che la situazione si fa pericolosa, cerca di allontanarsi inseguito dal killer. Probabilmente Bouzduka si mette a correre ma viene raggiunto e colpito, fino a crollare in strada, faccia in aria, in fin di vita e in un lago di sangue, a circa un metro dal marciapiede quasi all'incrocio con via Sulmona, davanti a un cantiere e alle spalle della sede dell'Inps. Dal numero di coltellate inferte, gli investigatori non escludono che i killer possano essere più di uno. Di certo, in zona l'unica telecamera presente è quella che inquadra l'ingresso della discoteca e, a quanto è possibile apprendere, non ci sarebbero testimoni oculari dell'omicidio, commesso con molta probabilità con uno o più coltelli a serramanico che non sono stati al momento rinvenuti. Gli investigatori hanno ascoltato oggi in caserma 5-6 persone che ieri sera si trovavano nel locale.

fonte: Wall Street Italia

giovedì 18 febbraio 2010

Razzismo, sei giovani su 10 sono xenofobi

Con la globalizzazione cresce anche il razzismo? Sembrerebbe di sì, almeno secondo l'opinione degli giovani italiani. Nel nostro Paese oltre sei 18-29enni su 10 affermano che, negli ultimi anni, il livello di razzismo è aumentato. E sono, soprattutto i più giovani e gli uomini a dimostrare maggior chiusura e durezza rispetto alle diverse appartenenze.

E' la fotografia scattata dall'inchiesta "Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti", uno studio che ha coinvolto oltre 2.000 ragazzi tra i 18 e i 29 anni, effettuato dall'istituto di ricerche SWG per la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, che è stata presentata questa mattina a Montecitorio nell'ambito delle iniziative del nuovo osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo.

I giovani percepiscono un'Italia poco incline all'integrazione, poco pronta ad accogliere altre culture. E' addirittura il 63% dei 18-29enni a sostenere che l'intolleranza siano in crescita. E se per il 29% dei ragazzi e delle ragazze il livello di razzismo sembra essersi bloccato, preoccupa che solo un esiguo 8% percepisca, invece, una fase migliorativa e, quindi, una diminuzione di atteggiamenti ostili nei confronti del diverso.

Ma quali i maggiori autori in fatto di discriminazione? Gli unici a salvarsi, in termini di integrazione, sono gli anziani. Per gli under 29, solo l'8% degli italiani più 'maturi' dimostra, infatti, una maggior tolleranza. Gli atteggiamenti razzisti sono, invece, molto diffusi tra i ragazzi. La maggioranza degli interpellati (60%), attribuisce, infatti, ai giovani le forme di rifiuto più dure nei confronti delle altre appartenenze. Un po' piu' tolleranti appaiono le persone di mezza eta', tra cui è il 28%, secondo i giovani intervistati, a dimostrare comportamenti razzisti. Quando si parla di atteggiamenti discriminatori, il gentil sesso non appare così gentile agli occhi di tutti: il 44% dei 18-29enni sostiene, infatti, che i comportamenti razzisti siano trasversalmente diffusi tra donne e uomini.

E se solo una quota minoritaria (4%) riconosce nell'universo femminile la maggior diffusione di discriminazione, l'intolleranza piu' radicata e convinta emerge dal mondo maschile: ad esserne convinta la gran parte dei giovani del Bel Paese (52%)- L'osservatorio sul razzismo si è spinto a fondo per cercare di individuare anche le motivazioni che spingono ad avere atteggiamenti xenofobi. Secondo le ragazze e i ragazzi italiani, i fattori determinanti, quelli che maggiormente contribuiscono a generare discriminazioni verso gli immigrati, sono in primis il numero di extra-comunitari che delinque e l'esistenza di stereotipi negativi sul alcune etnie o popoli.

"ODIANO" ROM, ROMENI E ALBANESI - Se rom e sinti, romeni e albanesi sono i popoli più “antipatici” e “odiati” dagli under 30 otaliani, in fondo alla classifica di quelli più amati con un 40% di voti, europei, statunitensi e sudamericani sono quelli più “simpatici” (90%). Male anche tossicodipendenti, turchi e musulmani, mentre pochi pregiudizi nei confronti di omosessuali, poveri ed ebrei. Nel mezzo ci sono, in ordine di preferenza, sudafricani, filippini, indiani e bengalesi (considerate etnie meno “aggressive”), mentre non se la passano troppo bene né i mediorientali né chi proviene dalla ex-Yugoslavia. Destano invece apprensione e allarme cinesi, maghrebini e russi. Ecco come i ragazzi vedono la diversità nella ricerca “Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti” realizzata dagli istituti Swg di Trieste e Iard Rps di Milano e voluta dall’Osservatorio della Camera dei deputati sui fenomeni di xenofobia e razzismo in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome.

fonte: AffarItaliani

Milano/ Sgomberato campo rom

Sgombero dell'area occupata nelle vicinanze di via Boffalora, in zona Barona. I carabinieri, in una trentina, sono intervenuti questa mattina all'alba per allontanare circa trenta romeni.

fonte: AffarItaliani

domenica 14 febbraio 2010

« A Palazzago [Bg] un «bonus bebé» anti-immigrati

Un bonus di 258 euro per i nuovi nati. E’ l’ennesima iniziativa razzista presa da un altro comune a maggioranza leghista. Si tratta di Palazzago, in provincia di Bergamo, dove è scoppiata la polemica sul regolamento che assegna un contributo per i nuovi nati e per i minori adottati, escudendo i figli di genitori che non hanno la cittadinanza italiana.

I requisiti per ricevere l’assegno prevedono infatti la residenza del neonato nel Comune, la cittadinanza italiana di almeno un genitore [o la presentazione di formale richiesta di cittadinanza] e la residenza nel Comune da almeno un anno di almeno un genitore al momento della nascita.

«Il regolamento è illegale perché fortemente discriminatorio» denuncia oggi su L’Eco di Bergamo il consigliere di minoranza Roberto Pogna, della lista civica «Per Palazzago». La battaglia è portata avanti anche dalla Cgil e dall'Associazione studi giuridici sull’immigrazione [Asgi], che per un caso analogo hanno già portato il Comune di Brescia in tribunale, costringendolo alla marcia indietro.

fonte: Clandestino

Delitto in strada, egiziano ucciso E' guerriglia urbana in via Padova

Una lite per qualche banale parola di troppo. Sfociata in un omicidio e in oltre quattro ore di totale follia, di rivolta, devastazione e caccia all’uomo in via Padova, periferia Nord-est di Milano ad altissimo tasso di immigrazione. Ed è proprio uno scontro razziale causa e conseguenza della morte di Ahmed Abdel Aziz el Sayed Abdou, un ragazzo di quasi vent’anni arrivato in Italia dall’E gitto. Morto accoltellato per mano, dicono le prime indagini, di una banda di sudamericani.

Il quartiere a ferro e fuoco. Per riprendere il suo cadavere, per rabbia, per insofferenza ai vigili e alla polizia un centinaio di suoi connazionali hanno messo a ferro e fuoco il quartiere, rovesciando auto, spaccando vetrine, gridando in arabo frasi minacciose anche nei confronti degli italiani. Italiani che a loro volta, dalle finestre dei palazzi, hanno lanciato oggetti e insulti al passaggio della massa di giovani, giovanissimi nordafricani.

L'omicidio. Poco prima delle 17,30 Ahmed — che venerdì aveva ottenuto il permesso di soggiorno e lavorava come pizzaiolo da due anni — era a bordo di un autobus con altri amici: per motivi ancora da chiarire avrebbe iniziato a litigare con alcuni peruviani. I due gruppi sono scesi dal mezzo in via Padova, all’altezza del numero civico 80, e lì sono spuntati i coltelli. Ahmed è stato ferito al torace: una ferita profonda, che ne ha causato la morte quasi immediata. Altri due giovani sono stati feriti in modo più lieve dalla banda che è riuscita a scappare, mentre la strada iniziava a capire quello che era successo.

La rivolta. Dal racconto dei testimoni in pochi minuti la via si è riempita di centinaia di egiziani e marocchini. Il corpo di Ahmed era lì, la polizia e i carabinieri stavano isolando la zona. I vigili — in un momento di gestione della piazza tumultuante — avrebbero bloccato il traffico agitando i manganelli contro i nordafricani che volevano riavere il corpo del loro connazionale (secondo la tradizione islamica, infatti, dovrebbe essere sepolto entro un giorno dalla morte) e chiedevano garanzie su dove sarebbero stati portati i due feriti. È in questi momenti che scoppia la rivolta: prima vengono lanciate contro i vigili le transenne usate per bloccare le vie, poi viene assaltato un bar di sudamericani proprio accanto al luogo dell’aggressione mortale, con vasi di cemento lanciati contro le vetrine e la gente terrorizzata all’interno.

fonte: Repubblica

sabato 13 febbraio 2010

"Vi racconto la mia vita da schiavo fra le cassette dell'Ortomercato"

Omar Hammoudi, 34 anni, algerino, in Italia da regolare dal 2002, è il primo lavoratore dell'Ortomercato di Milano che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi sfruttatori e non ha paura di raccontare i suoi cinque anni da schiavo in via Lombroso. Nelle sue parole il racconto delle cooperative che aprono e chiudono per non pagare i contributi, i suoi giorni sui camion dopo 17 ore di lavoro.

leggi tutto su Repubblica

Campo vietato alla squadra romena esposto contro il sindaco leghista

Palla al centro, ma solo per i giocatori italiani. Anzi, veneti e residenti nel Comune. Il sindaco leghista di San Giorgio in Bosco Renato Roberto Miatello vieta ad una squadra di romeni iscritta al campionato amatori di giocare nel campo da calcio comunale: «Non vedo l'utilità di una formazione romena che non ha niente a che spartire con il territorio». Altre otto squadre giovanili - di italiani è chiaro - invece usano l'area sportiva. Ed è scoppiato un caso diplomatico. L'associazione «Alleanza romena», a cui fa capo la squadra di calcio, dopo una segnalazione in prefettura ieri ha chiamato in causa anche palazzo Chigi con un esposto all'Ufficio nazionale anti discriminazione razziali e al dipartimento per le Pari opportunità. Il presidente dell'associazione romena Adrian Teodorescu, punta l'indice sulle scelte del Comune di San Giorgio in Bosco e le bolla di «razzismo in chiave sportiva».

fonte: Corriere del Veneto

giovedì 11 febbraio 2010

Il Giornale attacca Lerner: è ebreo, perchè non si occupa di ebrei?

Il Giornale che fu di Montanelli non ha apprezzato la puntata di lunedì sera dell’Infedele, dedicata al Vaticano.
Non entro nel merito della questione. Non mi interessa.
Non è obbligatorio apprezzare Gad Lerner. Io, per esempio, qualche volta lo apprezzo, qualche volta no.
Ma ho fatto un vero salta sulla sedia, quando nell’articolo del codirettore Sallusti ho letto queste parole, riferite al giornalista:

"Il giornalista, come noto, non è cattolico. È di religione ebraica e non si è mai sognato di imbastire una puntata simile a quella di lunedì sera sul più grande scandalo finanziario degli ultimi anni, quello che ha visto come protagonista Bernard L. Madoff, ebreo, recentemente condannato a 150 anni di carcere negli Stati Uniti per aver truffato 500 miliardi di dollari a investitori di tutto il mondo".

Insomma, secondo Salusti, Lerner, in quanto ebreo, dovrebbe occuparsi solo di ebrei.
So che il Giornale ha tanti ammiratori e so anche che non ha mai avuto atteggiamenti antisemiti.
Ma questa frase ha dell’incredibile.
Potevano dire a Gad Lernere che la sua trasmissione era sbagliata dal punto di vista giornalistico, omissiva e faziosa.
E infatti lo hanno fatto.
Dire però che Gad Lerner, in quanto ebreo, prima di parlare delle cose dei cattolici, dovrebbe preoccuparsi di quelle degli ebrei, non solo è un’argomentazione risibile, è un atto ignobile.
Spero solo che il Giornale lo abbia fatto solo per foga polemica.
So per certo che chi ha scritto quell’articolo non se ne è pentito affatto.
Ieri sera a Tetris, presente Gad Lerner, Sallusti continuava ad essere fiero della sua trovata.
Grande imbarazzo in tutti i presenti, Lerner compreso.

fonte: Agoravox

mercoledì 10 febbraio 2010

MMIGRATI: SGOMBERO EDIFICIO GIORGINO, PRESIDIO RETE ANTIRAZZISTA

La rete antirazzista cagliaritana si oppone allo sgombero di un centinaio di senegalesi dall’ex edificio industriale Emsa di Giorgino, a Cagliari, cominciato ieri. Un’ordinanza del sindaco Emilio Floris impone agli abitanti, che ci vivono da una decina d’anni, di lasciare il caseggiato, destinato a essere restituito al consorzio industriale Cacip per la successiva demolizione.

Secondo la Rete, che - con un tam tam via internet- ha promosso per oggi dalle 18.30 un presidio a oltranza davanti all’edificio, non c’e’ alternativa per gli sgomberati: soltanto una minima parte trovera’ posto in appartamenti in affitto trovati dai servizi sociali del comune attraverso la Caritas. “Per tutti gli altri l’alternativa e’ la strada”, sostiene la Rete antirazzista, giudicando lo sgombero “un’infamia motivata dalla speculazione edilizia e sostenuta con argomenti razzisti”.

fonte: Industriale-oggi

Avellino, bambino ucraino picchiato da coetaneo: "Sei straniero"

Brutto episodio di razzismo in un istituto nella provincia di Avellino. Un bambino di nazionalità ucraina sarebbe stato infatti picchiato questa mattina nei corridoi della scuola media di San Martino Valle Caudina da un suo coetaneo probabilmente perché «straniero». Una motivazione che, se verificata, peggiorerebbe l'atto di violenza già grave di per sé.

Il compagno lo avrebbe malmenato con violenza a suon di calci e pugni, tanto che inizialmente la vittima era stata ricoverata per precauzione presso l'ospedale Rummo di Benevento e poi per fortuna dimesso dopo esser stato adeguatamente medicato. Il bambino aggredito vive ormai da molti anni qui in Italia, insieme alla madre e alla nonna.

fonte: Barimia

Sgombero di rom sotto la neve

Questa mattina 60 persone della polizia locale di MIlano in tenuta anti-sommossa, hanno sgomberato un insediamento di cento persone, di cui 50 bambini, in via Vaiano Valle.
Nonostante questo i bambini sono andati a scuola ugualmente. Alcuni sono andati via spaventati per paura di essere allontanati dai genitori.

Ines Patrizia Quartieri, consigliere comunale a Milano, indipendente per Rifondazione Comunista, presente allo sgombero, afferma alla RAI è stato impedito di entrare e che «nonostante la neve, il freddo e le condizioni avverse, nulla è servito a impedire questa ferocia. Non abbiamo notizia di fatti similari in alcuna altra città europea, negli ultimi venti anni. Mai accaduto uno sgombero di così tanti minori sotto la neve. Nessuna alternativa credibile è stata offerta ai nuclei familiari».

fonte: Vita

Milano, clochard aggredito con la spranga ora è in gravissime condizioni al Policlinico

Un clochard di 65 anni di origine colombiana è ricoverato in condizioni molto gravi al Policlinico, a Milano, dopo essere stato colpito alla testa con una spranga nel corso di un'aggressione avvenuta nelle prime ore di questa mattina. L'uomo, Alfonso R.M., incensurato è stato trovato esanime e con una profonda ferita alla testa intorno alle 4.15 in una cabina telefonica di piazzale Cantore, angolo corso Genova, da un dipendente dell'Ansa che ha chiamato il 112. Il clochard è stato trasportato in codice rosso da un mezzo del 118 al Policlinico, dove l'è stato operato d'urgenza per una frattura scomposta del cranio con conseguente emorragia cerebrale.

Poco distante dalla cabina telefonica, da tempo trasformata dall'uomo nel suo giaciglio notturno, i carabinieri hanno rinvenuto un tubo di ferro che potrebbe essere l'oggetto contundente utilizzato nel corso della probabile aggressione. Secondo i primi accertamenti, sembrerebbe che il 65enne sia stato colpito con un solo e violentissimo colpo. I militari stanno acquisendo i filmati delle diverse telecamere di sicurezza presenti in zona per individuare l'eventuale aggressore del senza fissa dimora, conosciuto in zona come una persona tranquilla che non aveva mai dato disturbo. Oltre alla ferita al capo l'uomo non presentava altri segni di aggressione e sembra non essere stato vittima di una rapina.

fonte: Repubblica

Milano, l'odissea del musicista in fuga "Suono con Pelù, ma devo nascondermi"

La sua fisarmonica ha 39 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena arrivato in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili. Ma, suo malgrado, ha una doppia vita. Quella ufficiale, che vive sui palchi di mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua band “ I Muzikanti”. E quella da clandestino, cominciata nel 2007 e passata a nascondersi fra un accampamento e l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto.

continua su Repubblica

venerdì 5 febbraio 2010

«Due euro per un caffè, se sei rom» Per tutti gli altri solo 75 centesimi

Via di Tor Cervara, un bar. Siamo nella periferia est di Roma, tra Tiburtina e Collatina, vicino al Raccordo anulare. Ma anche nei pressi dell’ufficio immigrazione della questura di Roma e del quartier generale della Guardia di Finanza. Vicino c’è infine un campo nomadi, quello della Martora. In fila alla cassa, per un caffè. Costa 75 centesimi, annuncia la tabella in mostra alle spalle della giovane cassiera italiana. Diamo un euro, in cambio di uno scontrino e di 25 centesimi di resto.

CONTO DIVERSO - Poi tocca a una nomade. Chiede un caffè anche lei. «Due euro», è la risposta. «Ma come?», protesta la donna. «Ieri costava un euro e cinquanta. Oggi due?». Imperturbabile la cassiera ribatte: «Sono due euro». La direttiva deve essere molto netta. Caffè a due euro. La nomade paga, lo scontrino indica come voce dell’acquisto la categoria «varie». Accanto ci sono due agenti, stanno acquistando cartelle del Superenalotto alla vicina cassa, sono indaffarati, forse non sentono. Eppure la nomade ha protestato alzando un po’ la voce.

IL SOVRAPPREZZO - Va avanti così da tempo. Finora era un euro e mezzo, oggi (mercoledì 3 febbraio) è addirittura scattato un ulteriore sovrapprezzo. La banconista addetta alla macchina del caffè è una giovane rumena, alla nomade rumena come lei (ma rom) serve il caffè richiesto in un bicchierino di plastica. Tutto avviene in silenzio ora. Non è la prima volta che succede. La nomade lavora come operatrice di una cooperativa per la scolarizzazione dei bambini rom. Se ne va via col suo bicchierino di plastica in mano e lo scontrino che registra il prezzo del caffè probabilmente più caro d’Italia.

LA SPIEGAZIONE - Una volta fuori la nomade spiega: «Un giorno me l’hanno anche detto chiaro e tondo, il caffè costa caro perché così ve ne andate da qualche altra parte…». Sono appena passate le 15,12, dice lo scontrino, e in via di Tor Cervara si è ripetuta una scena che i rom considerano abituale. Tra gli operatori della cooperativa la vicenda infatti è più che nota, sono state fatte anche segnalazioni a quanto riferiscono alle forze dell’ordine, i controlli si sarebbero arenati di fronte al fatto che ogni esercente fa quello che vuole. Questo il succo degli interventi effettuati. Però, ricordano gli operatori della cooperativa in cui è ingaggiata anche la nomade, la tabella dei prezzi esposta dovrebbe pur contare qualcosa…

fonte: Corriere della Sera

mercoledì 3 febbraio 2010

Se tra i disservizi trovi i nomadi

L'ho sentito oggi alla Banda e non ci volevo credere. Allora sono andato sul sito della catena di grandi magazzini e ho provato a segnalare un disservizio. Ed era vero. Tra i problemi da segnalare, insieme ai prezzi sbagliati e ai parcheggiatori abusivi, c'è anche la presenza di nomadi. Guardate per credere.

Suggerisco allora di aggiungere presenza di ebrei, di omosessuali, di cinesi, di marocchini, giusto per non lasciare fuori nessuna categoria da discriminare.

Molto interessante, e in parte anche molto correlata, il grafico che Tito Boeri propone su lavoce.info, incrocia il numero di reati denunciati con quello dei numeri dei permessi di soggiorno rilasciati.

Appare immediatamente evidente che il numero di reati non ha alcuna correlazione con la presenza o meno di stranieri in Italia.

fonte: ilKuda e lavoce.info

martedì 2 febbraio 2010

Centri per migranti: in 12 dentro a un container di 25 metri quadri

Centri per migranti in Italia, zone di extraterritorialità: una "no man's land" con alte mura di cinta, filo spinato e sbarre di ferro vigilate da agenti armati e, all’interno, alloggi isolati dal resto della struttura da inferriate e cancelli serrati. Dentro, come nel caso di Foggia e Crotone, 12 persone pigiate in container fatiscenti di 25 metri quadrati. Si mangia per terra o sulle brande, si sopravvive a fatica. In quello di Roma si è attesa carta igienica e sapone per due settimane. Spesso il disagio trova sfoghi violenti, che però restano quasi sempre nascosti dietro le mura di recinzione: gesti di autolesionismo, incendi dolosi e vandalismi, suicidi, sommosse. E’ un mondo buio e spesso senza diritti quello descritto nella relazione firmata da Medici senza Frontiere sulle strutture italiane per i migranti. Sono temi importanti, ci sono di mezzo civiltà e futuro, e saranno ripresi giovedì 4 febbraio, alle 15,30, in un convegno aperto al pubblico nella Sala conferenze della Camera dei deputati.

L'INDAGINE - L’ indagine è basata su due diverse visite condotte da medici, infermieri e psicologi di Medici senza Frontiere a distanza di otto mesi, tra il 2008 e il 2009, in 21 centri suddivisi nelle tre differenti categorie tra CIE, Centri di identificazione ed espulsione, CARA, Centri di accoglienza per richiedenti asilo e CDA, Centri di accoglienza disseminati sul territorio nazionale (vedi scheda). E il quadro di soprusi è allarmante: «I centri per immigrati sembrano operare come enclave con regole, relazioni e dimensioni di vita propri, senza controlli esterni e di indicatori di qualità». Secondo l'indagine di Msf, la gestione dei centri per migranti, nonostante siano stati istituti ormai da più di un decennio, sembra ancora ispirata da un approccio di emergenza e in larga parte lasciata alla discrezionalità dei singoli enti gestori. «Basta un fatto per spiegare il contesto di questo sistema -spiega Ronaldo Magnano - per questi centri, a differenza di quanto deve avvenire anche per un canile, non serve nessuna certificazione della sanità pubblica». E Medici senza Frontiere denuncia anche la scarsa trasparenza. «Ci siamo trovati di fronte a un atteggiamento ostile da parte dei gestori, incontrando difficoltà nel condurre liberamente l’indagine, subendo limitazioni e dinieghi nell’accedere in determinate aree. Emblematici i casi dei centri di Lampedusa e del Cie di Bari dove è stata negata dalla Prefettura l’autorizzazione a entrare nelle aree alloggiative, nonostante la visita di Msf fosse stata comunicata con diverse settimane di preavviso».

fonte: Corriere della Sera

Scritte razziste sui cancelli di casa Moratti

Un episodio di intollerabile razzismo: su uno dei cancelli della villa del presidente dell'Inter Massimo Moratti, al confine fra Imbersago e Robbiate in provincia di Lecco è apparsa la scritta 'Basta negri' fatta con uno spray azzurro sulle due ante del cancello, e' simile ad altre dello stesso genere apparse in zona. Sarebbe stata scritta nei giorni subito dopo l'ultimo derby.

fonte: AffarItaliani

lunedì 1 febbraio 2010

Offese razziste a due ragazzi il presidente ritira la squadra

Questa volta non si parla della curva della grande squadra, del grande stadio e del grande campione. Questa volta si parla di un campetto di periferia, di un campionato di seconda categoria e di giocatori dilettanti.
Ma l'episodio di razzismo è altrettanto odioso e sconcertante. Insulti, e il solito, tristissimo, "sporco negro" nei confronti di un ragazzo di diciannove anni, italianissimo, ma di colore.
Insomma, una storia che somiglia tantissimo a quelle che ogni domenica accompagnano le partite di Balotelli nell'Inter. Per una volta però la partita è stata sospesa. Non dall'arbitro ma i dirigenti della squadra del ragazzo di origine nigeriana che hanno deciso di dire basta e, visto che nessuno interveniva, sono tornati negli spogliatoi quando mancavano dieci minuti alla fine.
Tutto accade a Terni. Campionato di seconda categoria. Girone E. Si affrontano il Bosico e il Casteltodino. Nel Casteltodino giocano due fratelli di colore di 25 e 19 anni, Emeka e Narciso Egwu. Due ragazzi che vivono da sempre a Casteltodino, che sono amati e rispettati dai 1300 abitanti del paesino in provincia di Terni. Due ragazzi sensibili che hanno perso anche il padre che dalla Nigeria era emigrato in Italia. Partita tranquillissima sino a quando, dopo un normale contrasto di gioco, un giocatore del Bosico di 37 anni si rivolge al diciannovenne del Casteltodino chiamandolo sporco negro.
L'episodio avviene nell'indifferenza di tutti. Del pubblico, dei dirigenti avversari, degli altri giocatori, dello stesso arbitro che dice di non aver sentito nulla. Indifferenza alla quale dicono no i diligenti del Casteltodino che a quel punto decidono di ritirare la squadra e abbandonare il campo.

"E' l'unico modo per farci sentire e per denunciare quanto accaduto - dice Maurizio Venturi presidente del Casteltodino - Siamo stanchi. Danno tutti addosso a questi ragazzi che sono più italiani di quelli che li insultano. Siamo stanchi. Su dieci partite sono già quattro volte che capitano di queste cose".
In effetti è vero. Non è la prima volta che i due ragazzi di colore del Casteltodino sono nel mirino dei razzisti. La cosa più clamorosa che in uno di questi casi, secondo il racconto del presidente Venturi, a dare dello sporco nero a uno dei suoi giocatori sarebbe stato addirittura l'arbitro.
"So bene che la nostra denuncia porterà adesso a una indagine federale - dice Venturi - ma siamo sereni e soprattutto siamo sicuri di agire nel bene. Non c'interessa che la partita venga rigiocata o che venga cambiato il risultato del campo (il Casteltodino perdeva 1 a 0). Vogliamo solo che la gente sappia che certi episodi non capitano solo ai grandi campioni e che c'è un ragazzo di diciannove anni che non vuole più giocare a calcio perché in campo gli gridano sporco negro".

fonte: Repubblica

L'unico da cacciare, di nero, è il lavoro

"Più immigrati, più crimini". Dopo i gravi fatti di gennaio a Rosarno, il governo di Roma è sbarcato in Calabria. Annuncia grandi misure, per ora sulla carta, contro la ‘Ndrangheta (la parte difficile del problema) ma soprattutto - e subito - "pugno duro all'‘immigrazione incontrollata troppo a lungo tollerata" come detto dal ministro leghista Maroni, nel commentare a caldo la cacciata dei migranti dal paesone calabrese. Il premier italiano ha perso l'ennesima buona occasione per stare zitto. Forse nell' infelice allocuzione per ‘immigrati' intendeva i clandestini, dimenticando che la clandestinità come reato è una invenzione- del 2009 - dei suoi alleati della Lega-xenofoba-Nord. Ma afferma per di più dati smentiti dalle statistiche; per il sociologo MaurizioBarbagli "dalla creazione del reato di clandestinità, che secondo i leghisti avrebbe cancellato il sottobosco di microdelitti legati all'immigrazione sans papier, il più grave di essi, lo spaccio, è cresciuto in incidenza su tutti i reati dal 32 al 34 per cento del totale". Che dire del territorio che d'ora in poi sarà 'l'Alabama italiana', la Piana di Gioja Tauro? "Negli ultimi 15 anni, con una massiccia presenza di immigrati, alcuni senza documenti - spiega il pm del tribunale di Palmi Giuseppe Creazzo, competente per territorio - non si sono mai, nemmeno una volta, registrate denunce a carico di migranti per i reati di furto con scasso, violenza sessuale, tentata violenza sulle donne, prostituzione e furto semplice, ossia i banali scippi". Questo in un territorio dove l'incidenza degli stranieri sulla popolazione secondo la Cgil è del 18 per cento, ossia la quarta zona a maggiore densità di migranti in Italia dopo Prato Brescia Sassuolo e prima di grandi città come Genova Milano.

Non solo; le incaute parole dei governanti italiani hanno causato sdegno in ambienti di solito vicini alla Destra italiana: in Vaticano. La conferenza episcopale ha subito esposto propri dati in base ai quali, per i vescovi "non c'è nessuna correlazione tra l'incidenza dei crimini e la presenza di migranti, regolari o irregolari". "Non esiste differenza tra il tasso di criminalità dei migranti e quello degli italiani" ribadisce monsignor Crociata a capo della Cei: 1,2 per cento dei regolari contro un tasso di delinquenza dello 0,75 per cento per gli italiani, ma che nelle persone sotto i 40 diventa inferiore per i migranti rispetto agli italiani. Evidentemente a furia di stare qui, gli immigrati imparano la lezione e cominciano a delinquere... E questo discorso come si applica a Rosarno? Gli italiani hanno reagito a presunti abusi dei migranti per razzismo, o per mentalità criminosa, atteso che i Migranti in quella zona delinquono sensibilmente meno dei calabresi? E soprattutto "sono gli unici a ribellarsi alla Mafia", ricorda Antonello Mangano, autore di ‘Gli africani salveranno la Calabria, (forse l'Italia intera)', titolo sottoscritto da uno studioso dell'illegalità meridionale, come Roberto Saviano.
"Nella Piana di Gioja - spiega Antonio Calogero, Cgil locale - la subcultura ‘ndranghetista è dominante, e il problema con la rivolta dei migranti è stato di ordine pubblico, che i mafiosi non potevano vedersi sfuggire di mano. In Calabria è scontato dire che lo Stato assente, va ribadito che solo la ‘ndrangheta fa politica; fare politica vuol dire cercare il consenso della popolazione; per cercare consenso i mafiosi non possono stare indietro rispetto alle mutate percezioni del popolo, e mandare messaggi rassicuranti. Con la cacciata dei migranti hanno voluto dire "Tranquilli qui comandiamo noi", e soprattutto recepire un malessere diffuso verso i migranti, in gran parte disoccupati". " E non solo riaffermazione del dominio - interviene Gigi Genco, segretario Cgil Calabria - la ‘Ndrina funziona anche da regolatore del mercato del lavoro: in città troppi immigrati, grazie alla Bossi-Fini e al reato di clandestinità, non venivano più assunti dai contadini. Tutto in nero. In più sono arrivati a centinaia dal Nord, dove l'industria in crisi caccia per primi i migranti. Troppi e troppo poveri, pronti a esplodere. I calabresi percepivano un disagio foriero di tempesta. La ‘ndrangheta si propone come mediatore sociale per interpretare un bisogno dei rosarnesi: ha detto con le intimidazioni dei fucili e poi con la caccia al Nero: "Andatevene via, non ci servite più nei campi, questa non è casa vostra".

"I neri stanno già tornando nelle campagne della Piana, e l'anno prossimo saranno di nuovo tanti - conclude Calogero - l'unica è provare a combattere il fenomeno del ‘nero', inteso come lavoro: finché si lavorerà in maniera irregolare, verranno più braccianti del necessario, a vivere in condizioni di degrado; bisogna rendere più appetibili i ricavi ai contadini, con la filiera corta: basta intermediari, dal produttore al consumatore, (come nei farmer market, quindi un modo per combattere le Mafie, ndr). Finché il prezzo pagato per chilo di arance, come detto e ridetto, è di 4 centisimi/chilo, ai coltivatori non conviene raccogliere e i migranti rimangono a ciondolare. E il ministro del lavoro deve disporre controlli a tappeto, per essere sicuri che ogni migrante abbia un regolare contratto stagionale e venga pagato il giusto: 60 euro al giorno, non 25, di cui 5 da versare al caporale".

fonte: Peacereporter