perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


mercoledì 30 marzo 2011

LEHNER(IR), AGITARE SPAURACCHIO CASTRAZIONE CHIMICA

'Per limitare l'afflusso degli africani, quasi tutti giovani e baldi maschi, serve il deterrente psicologico''. Lo afferma Giancarlo Lehner dei ''Responsabili'', che propone di ''agitare lo spauracchio della castrazione chimica''. ''Basterebbe diramare il seguente comunicato: 'al fine di prevenire squilibri demografici e prevedibili reati sessuali, le Autorita' italiane, nei luoghi degli sbarchi, hanno allestito presidi sanitari, per l'immediata castrazione chimica dei migranti'. Certo - spiega Lehner - che non lo faremo, tuttavia non sarebbe male agitare lo spauracchio della Penisola come regione degli Evirati Arabi''.

fonte Asca (via Civati)

domenica 27 marzo 2011

Padova. La denuncia di 14 studenti emiliani: «Cure rifiutate perché non veneti»

Il caso a Montegrotto Terme: 14 alunni del liceo scientifico Zanelli di Reggio Emilia vittime di intossicazione. Ma il medico non li visita. Con una staffetta di ambulanze portati all'ospedale di Abano Terme. Protesta della scuola contro l'Usl

fonte: Il mattino

Il ragazzino e le frasi razziste I genitori ultrà contro l'arbitro

Da una parte c'è il verbale di un giovane arbitro che parla di «insulti razzisti» contro un calciatore-esordiente di colore. Dall'altra ci sono le testimonianze di una ventina di genitori che negano tutto: negano i genitori accusati di aver pronunciato le frasi razziste e quelli della squadra «offesa». In mezzo c'è l'ennesima polemica sui cori xenofobi negli stadi. Con l'attaccante Stefano Okaka che arriva a invocare misure drastiche: «Quelle persone sarebbero da arrestare». E i vertici veneti della Figc che, per bocca del presidente Fiorenzo Vaccari, minimizzano: «In A succede tutti i giorni ma non si fa tutto questo can can. Le regole sulla responsabilità della squadra vanno riviste, ma qui si sta esagerando sul nulla e questo fa male soprattutto ai ragazzi».

Perché questa volta Balotelli e la serie A non c'entrano. Bersaglio degli insulti durante una partita Esordienti del 19 marzo è stato un dodicenne del CasierDosson (Treviso). E quelle persone sono i genitori della squadra avversaria: il Silea, multato dal giudice sportivo con un'ammenda di 600 euro. Il racconto di quel sabato pomeriggio è contenuto nel referto arbitrale: «Dal 10° del 3° tempo a fine gara», dunque per una decina di minuti, i sostenitori del Silea «proferivano insulti discriminatori di origine razziale verso un giocatore avversario di colore».

Tra i primi a commentare l'episodio il presidente del CasierDosson Flavio Ruzzenente: «Non ero alla partita - ha premesso nelle prime dichiarazioni - ma il referto è chiaro. Non si può far finta di niente di fronte a fatti di tale gravità. Mi auguro che il Silea faccia pagare l'ammenda ai genitori». A distanza di poche ore però, solo la premessa viene ribadita: «È stato montato un caso esagerato - dice -. Non ci sono stati cori o singoli insulti. Nessuno ha sentito nulla. Mi hanno chiamato i genitori per dirmi che è un errore e che testimonieranno per il Silea». E il giovane calciatore? «Vive qui, fa la prima media, gioca con noi da un paio d'anni col fratello. Nemmeno lui s'è accorto di nulla. Così in campo, speriamo che non debba accorgersene dai giornali». Sono 12 i genitori de Casier che testimonieranno a favore dei sei del Silea. «Testimonieranno tutti, per dire che di insulti razzisti non ce ne sono stati, che è solo un equivoco», afferma Dario Liberale, dirigente del Silea. Ma il verbale dell'arbitro afferma il contrario: «È giovane, forse s'è confuso. È stato ripetuto il nome del nostro Romeo, con la "r" arrotata, e lui, a 30 metri, avrà capito "nero"». Aggiunge il presidente Vaccari: «In prima istanza l'arbitro ha sempre ragione. Ma un arbitrino di 16 anni, che ha scritto una frase, potrebbe aver frainteso. È successo di recente, sempre in Veneto, in una partita Eccellenza: l'arbitro ha attribuito frasi razziste ai tifosi della squadra di casa, invece arrivavano da quelli ospiti».
http://www.blogger.com/img/blank.gif
Le frasi però ci sono state. «E per quanto gli arbitri siano giovani (si comincia a 15 anni) l'unica cosa che fa fede è il loro rapporto - dice il segretario regionale dell'Associazione arbitri Lucio Zavarise -. Vogliamo forse dire che s'è inventato tutto?». Lo esclude Mario Vincenzi, segretario del Casier: «Qualcuno di sicuro ha esagerato. Pare che un nonno, dopo l'espulsione, abbia detto "tutta colpa di quello nero"». Sicuro che abbia usato queste parole? «Guardi, di sicuro posso solo dire che se i genitori stessero a casa, sarebbe meglio per tutti».

fonte: Corriere

mercoledì 23 marzo 2011

Disabili? No grazie. La provocazione di alcune aziende del Nord

Di Maria http://www.blogger.com/img/blank.gifChiara Cugusi e Alessandro Proietti

“Disabili? No grazie. Siamo aziende, non servizi sociali”. Si tratta della campagna discriminatoria, portata avanti da un gruppo di imprenditori, che lanciano la provocazione, definendosi ‘meritocratici’: “Non vogliamo fare una crociata contro i disabili - spiegano nel loro blog (www.imprenditorimeritocratici.tk) -, ma far emergere un problema, senza nascondersi dietro il buonismo e l’assistenzialismo a tutti i costi. Non siamo mostri, ma onesti professionisti che lottano per la sopravvivenza. Lavoriamo sodo, creiamo occupazione e ricchezza nel territorio. E’ giunto il momento di infrangere ogni tabù buonista, per una reale meritocrazia, per la produttività e l’efficienza”.

Sul blog, gli imprenditori confessano le difficoltà nel lavorare con disabili: “Né io né i miei dipendenti abbiamo la preparazione necessaria per gestire un disabile psichico o fisico - scrive C.p.t., imprenditore -. Nessuno di noi ha la vocazione all’assistenzialismo: la nostra è una richiesta d’aiuto!”. S.b, 66 anni, aggiunge: “La mia azienda è come una casa: non posso permettermi di avere tasselli deboli, altrimenti vien giù tutta la baracca!”.

F, imprenditore, invece, se la prende con i cosiddetti “falsi invalidi”: “Tre anni e quattro mesi fa - scrive - il rappresentante sindacale della mia azienda si è fatto male sul posto di lavoro. E’ caduto da una scala mentre montava una macchina e si è fratturato una gamba. Gli hanno riconosciuto una percentuale d’invalidità (se è disabile lui io sono Napoleone!) ed ora è in una botte di ferro. Disabile, sindacalista e pure scansafatiche”. Per F., l’uomo avrebbe avuto un incidente mentre non era in azienda: “Quel maledetto bugiardo si era fatto male andando a sciare e si è trascinato a lavoro con la gamba rotta per simulare l’accaduto e fregarmi. Me lo troverò sul gobbo, fino alla pensione. Mi viene l’ulcera solo a pensarci”.

J., 25 anni, denuncia “le scarse capacità lavorative” dei disabili: “Ho lavorato - spiega sul blog - come segretaria, ho cambiato quattro impieghi in tre anni perché sono sempre assunta con contratti a termine. L’ultimo posto di lavoro mi piaceva davvero, avevo fatto una sostituzione di maternità, sperando che mi confermassero. Quando mancavano meno di due mesi al rientro del lavoratore di ruolo, hanno assunto una ragazza disabile: non riesce a fare il lavoro come lo faccio io. E’ lenta, non sa usare il computer, al telefono fa disperare tutti e non parla le lingue. Lavorativamente parlando è un disastro”.

Sono solo alcune delle testimonianze presenti sul sito “anti-disabili”. Si tratta di una vera e propria campagna di ‘sensibilizzazione’, con cui i “meritocratici” invitano i visitatori del blog a scaricare l’apposito volantino: “Nelle nostre aziende non c’è spazio per chi non produce” e appenderlo negli uffici, nelle fabbriche o per strada. Cartelli già largamente presenti nella provincia di Milano: “Ho strappato il volantino e me lo sono portato a casa: quello che scrivono è a dir poco delirante”, spiega Ernesto Cirano, pubblicista free-lance, promotore della petizione on line, sul sito www.lacongiuradeipoeti.it. Obiettivo, “invitare la Tavola della Meritocrazia ad un incontro pubblico - spiega Cirano -. Non vogliono i disabili nelle loro aziende? Che glielo dicano in faccia!”.

Lo scorso febbraio il gruppo ‘imprenditorimeritocratici’ è stato bannato da facebook, ma ora è ricomparso con una nuova pagina (quasi 200 contatti). E non si fatica a comprendere le ragioni della precedente censura leggendo questa testimonianza: “Ho un dipendente down e non mi ha dato mai problemi. Noi produciamo blocchetti in carta copiativa, quelli in dotazione alla polizia stradale. Il ragazzo disabile è buono e tutti gli vogliamo bene. Ogni tanto, però, ha la luna storta e te lo fa pesare. Quando vengono i genitori a prenderlo, sembra un bambinone. La madre gli allaccia la giacca e lo trattano come se fosse di vetro. Lo hanno viziato! Ma l’azienda e i miei dipendenti hanno già i loro problemi e non possono assecondare le lune di un handicappato. Hanno bisogno di stabilità e di un ambiente sereno in cui lavorare, cosa c’è di mostruoso in questo?”

fonte: Diritto di Critica

domenica 13 marzo 2011

Milano, fa a pezzi il compagno e lo veglia parlandogli per ore

Ha vegliato per tutta la notte sul cadavere fatto a pezzi, restandogli accanto e parlandogli come se ancora fosse vivo. Poi ha atteso l'arrivo dei carabinieri che lui stesso aveva chiamato, accogliendoli senza opporre resistenza e in stato di shock. La vittima dell'omicidio, consumato in un appartamento di piazza Monte Falterona 3, è un marocchino di 37 anni con regolare permesso di soggiorno in Italia e con precedenti per droga, furto e rapina. L'italiano 41enne che viveva assieme al nordafricano e che ha dato l'allarme è stato subito sospettato.

Secondo i primi rilievi delle indagini, affidate al pubblico ministero di turno, l'assassino avrebbe infierito sul corpo con oltre cinquanta coltellate. La scena che si sono trovati di fronte gli uomini della compagnia Porta Magenta, guidati dal maggiore Vittorio Stingo, è raccapricciante: il cadavere era riverso sul letto impregnato di sangue, ma brandelli di carne erano sparsi per tutta la casa. Sul pavimento erano abbandonate dita, parti di un braccio e di coscia, un piede in parte staccato dalla caviglia. All'arrivo dei militari, ieri pomeriggio alle cinque, la porta del piccolo appartamento alla periferia Ovest della città, non distante dallo stadio di San Siro, era socchiusa.

fonte: Repubblica

sabato 12 marzo 2011

"Negro torna al tuo paese, puzzi" E i colleghi lo picchiano all'uscita

Un'aggressione razzista punitiva. La vittima è un congolese di 24 anni, rifugiato politico in Italia dal 2006, brutalmente picchiato da quattro uomini, appena varcato il cancello della ditta in cui lavora, la Terdeca di Cernusco sul Naviglio. Sabato scorso l'operaio, che sta studiando per laurearsi, finito il turno è rientrato nello spogliatoio per cambiarsi sporcando il pavimento con le scarpe dopo aver lavorato a un macchinario che perdeva olio. Da qui la violenta reazione dell'addetto alle pulizie, un italiano di 50 anni.

"Mi ha detto negro, torna al tuo paese, puzzi come tutti quelli della tua razza", racconta il giovane. Il lunedì successivo, in pausa pranzo, il 50enne lo ha atteso con altre quattro persone, tra cui il figlio, all'uscita della ditta. È stato preso a calci e pugni anche quando era a terra ed è stato minacciato di morte se avesse denunciato l'accaduto. Soccorso dal titolare dell'azienda metalmeccanica, il giovane ha comunque presentato denuncia al commissariato di Monza, dove vive, solo il giorno dopo il pestaggio. Per il 24enne la prognosi è di sette giorni, ma i medici hanno riscontrato anche un profondo stato di choc. L'addetto alle pulizie è stato allontanato dall'azienda.

fonte: Repubblica

lunedì 7 marzo 2011

Friuli, caccia all’uomo nero

Danilo Narduzzi – capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale del Friuli -, dopo aver proposto di costruire dei campi di lavoro per gli immigrati libici, ha inaugurato lo sportello anti-immigrati:

In sostanza si tratta di un numero telefonico al quale possono rivolgersi tutte quelle persone convinte di aver subito un danno provocato da un “uomo nero”: una casa assegnata agli stranieri, un bonus bebè mai ricevuto, nonostante il vicino (straniero) lo abbia invece incassato.


fonte: On the nord