perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


mercoledì 29 ottobre 2008

Roma, aggressione razzista al prenestino: Polizia denuncia due minori

Un branco di minori ha aggredito e insultato tre fratelli italiani di origine egiziana per motivi razziali. E' accaduto a Roma, nel quartiere Tor Bella Monaca, il 24 ottobre scorso. Due minori di 16 e 17 anni sono stati denunciati dalla Polizia per lesioni, minacce e istigazione all'odio razziale. Uno dei due, capo del branco, A.C. romano di 17 anni, e' stato trovato anche in possesso di uno spinello e per questo e' stato segnalato alla prefettura, per violazione della legge sugli stupefacenti. Sono in corso, da parte della Polizia, ulteriori indagini al fine di chiarire le responsabilita' di ciascun appartenente al gruppo.

Lo scorso 24 ottobre, tre fratelli italiani di origine egiziana, due ragazzi e una ragazza, che abitano nell'estrema periferia sud di Roma, alle 8 di mattina, mentre come di consueto stavano andando prendere l'autobus per andare a scuola, al Prenestino, sono stati ostacolati da un coetaneo italiano che, infastidito dalle pelle scura dei ragazzi, ha cercato in ogni modo, anche con le minacce, di impedire loro l'accesso sul mezzo. Con non poca fatica sono riusciti a salire sul mezzo pubblico e qui e' nata una lite che e' terminata dopo qualche minuto. Scesi dall'autobus per prendere il trenino in zona Giardinetti, i tre ragazzi hanno notato che anche quel giovane, sceso dall'autobus insieme ad alcuni amici, stava parlando in modo concitato al telefono, raccontando quanto accaduto poco prima.

Seguiti dal gruppo, i tre fratelli hanno preso il trenino, e qui e' iniziata un'opera intimidatoria nei loro confronti, tra risa di scherno, sguardi truci e minacciosi. Quando i ragazzi sono arrivati in viale Alessandrino costantemente braccati dalla comitiva, la situazione e' degenerata sfociando in un vero e proprio agguato premeditato. Gli aggressori si sono uniti a un'altra compagnia che li attendeva alla fermata del treno e formati due schieramenti hanno costretto le vittime a passarvi nel mezzo. Terrorizzati da cio' che stava accadendo e spauriti al punto tale da non riuscire a individuare un'eventuale via di fuga, i tre sono stati costretti a subire atti di razzismo inequivocabili, sguardi minacciosi e frasi ingiuriose del tipo ''sporco negro, puttana negra e negro schifoso''.

Non soddisfatti e in preda a furia inspiegabile gli aggressori sono passati alle vie di fatto, e incuranti della presenza di numerosi cittadini che a quell'ora di mattina percorrono le strade per recarsi a lavoro, hanno circondato i tre ragazzi impedendogli ogni via di scampo, e volendo come unico fine dar sfogo ai loro istinti xenofobi e razzisti, hanno atteso che il capo branco desse inizio all'azione, scagliandosi contro uno dei tre fratelli M.O. di anni 14, colpendolo con calci e pugni al volto e al corpo.

A questo punto anche gli altri si sono sentiti autorizzati a partecipare a quello che e' diventato un linciaggio al 'negro', cosi' come da loro stessi ammesso, e posizionandosi alle spalle del povero ragazzo lo hanno cominciato a colpire alla schiena e alla testa con dei pugni. Il fratello, M.M. e la sorella, M.S., hanno cercato invano di sottrarre il loro congiunto alle furie dei teppisti, riuscendo solo a ricevere anche loro calci e strattoni, mentre il branco incoraggiava il proprio capo e i partecipanti con urla del tipo ''uccidilo sto negro, ammazzalo''. Stesso trattamento per i suoi fratelli che hanno dovuto subire offese di ogni sorta ''puttana negra torna al tuo paese, sporco negro lurido''.

fonte: Adnkronos

martedì 28 ottobre 2008

Controllore razzista a Bologna

Bologna, 24 ottobre: sospeso un controllore razzista dell’Atc. Mentre stava verificando i biglietti, il controllore (numero di matricola 09043) ha iniziato col dire «adesso vi liberiamo di un po’ di puzza»; poi rivolto ad una coppia rom con un bambino ha detto: «tu sacco di pulci o cacci il biglietto oppure vieni in questura» e alla donna «ma stai zitta tu e vai a farti una doccia» e ancora «vieni adesso ti dico anche dove abito così quando vieni a casa ti punto la doppietta che ho nel cassetto, vieni con i tuoi amici che ho i cani che hanno fame...». Un uomo si è ribellato e una signora è intervenuta e ha preso le difese delle persone insultate denunciando l’episodio razzista.

fonte: assembleaatifascistabologna e prodigit

Rom prosciolti dall'accusa di tentato rapimento

«I lettori dei maggiori quotidiani italiani non hanno conosciuto la realtà dei fatti». «Gli studenti di Step1 hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare i giornalisti più anziani ed esperti». Nel maggio del 2008 sulla Repubblica è apparso questo titolo: «Catania, arrestati due rom: Hanno tentato di rapire mia figlia». Secondo l’articolo, tuttora disponibile sul sito del giornale, «una coppia di rom» era stata «arrestata dalla polizia per aver tentato di rapire una bambina di tre anni nel centro commerciale Auchan di San Giuseppe La Rena a Catania». L’articolo forniva una serie di particolari su quel “tentato rapimento”. Era una vicenda sconvolgente: cosa c’è di peggio di un sequestro di bambini in un luogo pubblico? Per qualsiasi genitore è il peggiore degli incubi. Dopo quegli arresti molti rom sono stati cacciati da Catania. Poco tempo prima, vicino a Napoli, alcune persone avevano dato fuoco a un campo rom dopo un fatto analogo.C’è solo un piccolo problema: la storia non era vera. I giovani “rom” (che tra l’altro avevano un nome e un cognome: Viorica Zavache e Sebastian Neculau) sono stati prosciolti dal tribunale in settembre, dopo aver passato quattro mesi in carcere senza aver commesso nessun crimine. L’avvocato difensore di Zavache e di Neculau ha spiegato il loro arresto con il clima di intolleranza del tempo. Da allora la situazione non è migliorata. E ci sono forti dubbi anche sul caso di Napoli, che aveva portato all’incendio del campo rom. Stranamente l’unico quotidiano a dare il giusto spazio alla cosa è stato Il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, che ha pubblicato la notizia del proscioglimento in prima pagina.Le voci che puntano a creare un clima di panico nei confronti degli “zingari che rubano i bambini” circolavano già da anni. Fanno parte di un mito xenofobo, di uno stereotipo che si può mettere sullo stesso piano di tanti altri, che riguardano gli ebrei o altri gruppi etnici o perfino “i comunisti”.

fonte: blogfriends

Prove tecniche (indisturbate) di razzismo

L'emendamento presentato nelle aule del nostro Parlamento, che impone al personale delle strutture sanitarie l'obbligo di segnalazione alle forze dell'ordine degli stranieri bisognosi di cure mediche e sprovvisti di permesso di soggiorno, di fatto determina un gravissimo attentato, non soltanto al vivere civile, ma anche ai principi fondamentali garantititi dalla nostra Carta Costituzionale, sino ad arrivare a contrastare il codice deontologico di tutti coloro che si attengono al nobile giuramento di Ippocrate.

Appare chiaro che queste stolte intenzioni potrebbero determinare quale effetto a catena una massiccia sottrazione, da parte dei clandestini presenti in Italia, dall'assistenza sanitaria di cui necessiterebbero.

L'incongruenza inoltre consiste nell'aver presentato questo emendamento all'interno del Decreto Sicurezza con drammatiche conseguenze proprio sulla sicurezza dei cittadini con il rischio di assistere persino ad un dilagare di malattie delle quali gli immigrati in clandestinità potrebbero essere portatori.

Emendamenti di tale portata vengono ignorati da questa Sinistra, più attenta a contrapposizioni di maggiore roboante effetto mediatico come ad esempio l'introduzione di classi differenziate per stranieri.

fonte: megachip

lunedì 27 ottobre 2008

Maestra pichia bimbo romeno ma non e' una notizia

Non si è diffuso proprio per niente l'accaduto, in una terza elementare di Viterbo, dove una maestra, con delle difficoltà personali, ha picchiato un bambino romeno, di otto anni, da pochi mesi in Italia, con personali difficoltà di capire e parlare l'italiano. I testimoni e "delatori" sono i suoi stessi compagni, che vedendolo finire contro un muro e cadere a terra, si sono spaventati e l'hanno raccontato, a casa.

Qualche genitore, nel frattempo, ma tutti ne hanno parlato, hanno messo in relazione, amene scritte come "Morte ai romeni" ad arredo urbano della zona intorno alla scuola. La stampa locale, il Corriere di Viterbo che ho fortuitamente acquistato sabato 25 ottobre, aggiunge che altri particolari, trattandosi di minore, non lo fanno identificare ma la maestra è "nota nel suo ambiente": parla di una "dolorosa vicenda che l'ha toccata nel passato negli affetti", per cui le scritte, probabilmente, non hanno nessuna relazione con l'accaduto.

Una cosa è certa: nessuna denucia, per il momento, sarebbe stata presentata dai genitori del bambino. Si discute in queste giornate di ottobre e credo proprio lo si farà ancora, sulle classi separate e sui sostegni "umani" per i minori in fase di apprendimento scolastico e io ho appreso e ve lo ritorno: il giornale dà per scontato che" il racconto di quanto è successo, si è diffuso": dove, a Viterbo?

fonte: www.osservatoriosullalegalità.org

Nel Belpaese dell'intolleranza il microrazzismo quotidiano

Il giorno in cui H., cittadino tunisino con regolare permesso di soggiorno, chiese di partecipare al bando comunale da sessanta licenze per taxi, scoprì che tassisti, qui da noi, si diventa solo se cittadini italiani. Il giorno in cui F. ed L., coppia nigeriana residente in Veneto, risposero a un annuncio per cuochi, scoprirono che l'albergo che li cercava, di neri non ne voleva. E "non per una questione di razzismo", gli venne detto dalla costernata direttrice della pensione, "perché in giardino, ad esempio", lavoravano "da sempre solo i pachistani". Il giorno in cui S., deliziosa adolescente napoletana, finì nella sala d'attesa di un pediatra di base di Roma accompagnata dal padre, alto dirigente del Dipartimento della pubblica sicurezza, realizzò che insieme a lei attendevano soltanto bambini dal colore della pelle diverso dal suo. E ne chiese conto: "Papà, perché da quando ci siamo trasferiti a Roma siamo diventati così sfigati?".

L'Italia Razzista è la geografia di un odio di prossimità, che nei primi dieci mesi di quest'anno ha conosciuto picchi che non ricordava almeno dal 2005. Un odio "naturale", dunque apparentemente invisibile, anche statisticamente, fino a quando non diventa fatto di sangue. Il pestaggio di un ragazzo ghanese in una caserma dei vigili urbani di Parma; il linciaggio di un cinese nella periferia orientale di Roma; il rogo di un capo nomadi nel napoletano; la morte per spranga, a Milano, di un cittadino italiano, ma con la pelle nera del Burkina Faso; l'aggressione di uno studente angolano all'uscita di una discoteca nel genovese.

fonte: La Repubblica

Ragusa - Razzismo in città, pestato un somalo

Violento caso di razzismo a Ragusa. Un somalo di 25 anni, richiedente asilo politico è stato picchiato selvaggiamente ieri sera da due minorenni rumeni in via Ruggero VII, in pieno centro storico.
Il giovane immigrato è stato subito ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Civile di Ragusa per numerose fratture e un’emorragia celebrale.
Alla base di tale aggressione, a detta delle forze di polizia intervenute sul posto, ci sarebbe intolleranza razziale.

fonte: mediterraneonews

venerdì 24 ottobre 2008

Un noto locale di Milano impedisce ad un ragazzo di entrare, per il solo fatto di essere di colore

Accanto a episodi di violenza continua pero’ a strisciare un preoccupante atteggiamento di razzismo becero e spicciolo. Come e’ accaduto la scorsa domenica al Gattopardo, un noto locale meneghino, quando un giovane italo-capoverdiano, in abbigliamento adeguato, si e’ visto negare l’accesso. Alla richiesta di una spiegazione la risposta e’ stata: “E’ marocchino o egiziano, non posso farlo entrare”. Spiegato che il giovane era di nazionalita’ diversa da quella ipotizzata, e’ rimasto comunque il problema di fondo: il colore della pelle. Decisamente troppo nero per entrare!

fonte: Voce d'Italia

Aggredito perché albanese, è in coma

Un ragazzo albanese di 19 anni è in coma nella neurochirurgia dell’ospedale San Martino, dopo essere stato colpito alla testa da un ragazzo italiano che aveva precedentemente denunciato ai carabinieri per «minacce razziste».

L’aggressione è avvenuta mercoledì sera per strada, davanti alla stazione ferroviaria di Cogoleto, nella riviera genovese di ponente. A colpire è stato un venticinquenne conosciuto a polizia e carabinieri per reati come furto e rapina, uscito dal carcere non più di un mese fa. I carabinieri della stazione del paese e della compagnia di Arenzano lo hanno denunciato per lesioni gravissime, in attesa che sul caso prenda posizione il sostituto procuratore Maura Macciò, titolare dell’inchiesta. L’imputazione, considerando la gravità delle ferite e l’uso dell’arma impropria (un manganello telescopico con una sfera di acciaio collegata alla punta con una catenella), potrebbe diventare quella di tentato omicidio.

Gliele aveva giurate, a quanto pare: «Sporco albanese, prima o poi ti ammazzo». Vittima e aggressore si conoscevano, per aver frequentato lo stesso oratorio. In passato l’italiano era arrivato a minacciare il rivale, inducendolo a sporgere una denuncia ai carabinieri.

fonte: il Secolo XIX

Scritte contro Alemanno a Roma

Continua la campagna antisionista del gruppo di estrema destra che si firma “Militia”. Il quale sembra avere una predilezione per le cariche apicali delle istituzioni: dopo il presidente del Senato, Renato Schifani, stanotte sono comparse scritte lungo la vetrata del ponte della metropolitana nel quartiere Prati rivolte al sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “Alemanno infame e escremento sionista”. A poca distanza un altro striscione a fondo bianco vergato con pennarello nero nel quale si legge la scritta: “Se amare la patria è un delitto noi siamo assassini”. Davvero poco rassicurante.

fonte: 06blog.it

giovedì 23 ottobre 2008

A Trapani ci sono bus vietati alle persone di colore

Giusto Catania, deputato di Rifondazione Comunista, in un’interrogazione inviata a Bruxelles denuncia: “Un episodio di intollerabile xenofobia che si sta verificando a Trapani conferma l’esistenza di un `caso razzismo’ in Italia sul quale è urgente l’intervento della Commissione europea”.

”A Trapani, in località Salinagrande, c’è un centro per richiedenti asilo - spiega il parlamentare - La zona è collegata al capoluogo di provincia dalla linea 31 dell’autobus. E’ assurdo che l’Atm, la società che gestisce i mezzi di trasporto, possa vietare l’accesso alle persone di colore o istituire bus riservati ai migranti e presidiati a bordo da carabinieri e poliziotti”.

fonte: Quotidiano Net

Canicattì, sacerdote ortodosso denuncia "boicottaggi"

I problemi della comunità romena, a Canicattì, sono stati affrontati ieri mattina durante una riunione della terza commissione consiliare che si occupa di Polizia municipale e ordine pubblico. Un'iniziativa fortemente voluta dal presidente della Commissione, il Consigliere comunale Carmelo Vaccaro, dopo che ormai, da tempo, la comunità romena lamenta la mancanza di un luogo di culto dove celebrare le funzioni religiose, nonostante la folta rappresentanza che vive in città.

Alla riunione è stato invitato padre Julian Pavel, il sacerdote ortodosso titolare della chiesa a Canicattì. Durante l'audizione, padre Julian è stato un fiume in piena. Il sacerdote, infatti, ha denunciato una serie di boicottaggi che ad oggi non avrebbero permesso alla comunità di avere un luogo di culto tutto proprio. Secondo quanto affermato da padre Julian, uno dei maggiori ostacoli sarebbe rappresentato dalla mancanza di volontà di parte del clero locale di concedere agli ortodossi una delle tante chiese dismesse che si trovano oggi in città.

fonte: Agrigento News

Ancora razzismo: prima le minacce poi gli attentati

Solidarietà ai migranti i cui negozi sono stati bruciati ieri a Bologna. Dopo i volantini di minaccia, i razzisti bolognesi mostrano di voler aprire un’infame guerra allo “straniero”. Crediamo che ciò non riguardi solo gli immigrati, ma tutti noi. È compito di noi tutti respingere ogni giorno la violenza crescente contro i “diversi”, gli “indisciplinati”, gli “indecorosi”, una violenza promossa dalle retoriche sulla “sicurezza” e praticata sia dalle istituzioni che da privati “cittadini”, con atti sempre più vergognosi. Fuori i razzisti dalla storia!

fonte: assemblea antifascita bologna

e fonte: zic

mercoledì 22 ottobre 2008

L’Italia al tempo del razzismo

Quando a Verona il giovane Nicola Tommasoli viene ucciso con un brutale pestaggio da cinque skinheads di estrema destra.

Quando una coppia gay, Federico e Cristian, perché si tengono per mano a Roma vengono insultati, e presi a sassate e sputi.

Quando vicino Verona, tre famiglie italiane di origine rom, parcheggiano e vengono successivamente sequestrate e torturate dai carabinieri per ore.

Quando Stelian Covaciu, rom e missionario cristiano evangelico subisce a Milano un violentissimo pestaggio, con insulti razzisti e minacce da parte di due poliziotti in divisa.

Quando a Milano un giovane italiano, Abdul , viene aggredito e ucciso da due uomini che pronunciano insulti razzisti e lo colpiscono con spranghe.

Quando dei giovani, dopo la commemorazione per Renato Biagetti , vengono aggrediti da due militanti di estrema destra feriti con lame e catene.

È evidente che questa violenza proviene anche da quella xenofobia, latente e culturale, riposta in angoli remoti del più nero passato del popolo italiano. Se ci si aggiunge certa dialettica e direzione politica dettata dal puro sciacallaggio elettorale ne vengono fuori, adesso, le cruenti conseguenze. Se in passato erano solo episodi oggi sono purtroppo quotidiana cronaca nera.

fonte: isolafelice.it

martedì 21 ottobre 2008

Tosi colpevole di razzismo: 2 mesi di reclusione

Il Sindaco di Verona Flavio Tosi è stato condannato dalla Corte d’Appello di Venezia a due mesi di reclusione con sospensione della pena per aver diffuso idee razziste violando la legge Mancino. Nel 2001 Tosi, allora consigliere regionale, insieme ad altri cinque esponenti della Lega, organizzarono una raccolta firme per chiedere lo sgombero di un campo nomadi veronese. Dopo la denuncia da parte dell’Opera nomadi e di sette sinti, gli esponenti del Carroccio furono rinviati a giudizio e condannati in primo grado a sei mesi di reclusione. La Corte d’Appello di Venezia diminuì la condanna a due mesi, ma il ricorso in Cassazione degli imputati portò all’annullamento della sentenza rinviando il giudizio ad un’altra sezione della Corte d’Appello.

fonte: Dazebao

Razzismo: bar vietato ai negri

Il cartello shock esposto dai proprietari di questo bar in una delle zone difficili, a più alto tasso d'immigrati. Loro dicono di voler "vietare l'ingresso" solo agli irregolari e pregiudicati

A scrivere sulla lavagna bianca - poi esposta davanti al locale - è la figlia della titolare Vincenza D’Andrizza. In rosso c’è scritto: "Questo è quello che la legge vuole. Ex art. 100 (citando il testo unico di pubblica sicurezza). A fianco di Vincenza D’Andrizza la madre Lucia De Florio che scrolla le spalle. «Lo so che questo non va bene - risponde la signora De Florio - ma ci hanno detto di cambiare clientela. L’ultima volta che mi hanno chiuso il bar hanno trovato all’interno alcuni ragazzi clandestini. Ma io non posso chiedere loro i documenti per sapere se sono in regola o meno. E non posso nemmeno sapere se sono pregiudicati. Per cui è meglio che gli extracomunitari non entrino più. Così almeno non rischio. Se mi chiudono per la terza volta mi revocano la licenza. Io ci ho messo i soldi in questa attività. Ho investito per il futuro e per i miei figli".

fonte: interno18.it

Canicattì: 5 giovani aggrediscono romeno di 19 anni e lo riducono in fin di vita

Aggredito e ridotto in fin di via un romeno di 19 anni. L'episodio si è verificato in via Carlo Alberto, a Canicattì. Viorel Ionita è stato avvicinato da cinque giovani, tutti italiani, mentre si stava tenendo la fiera del Rosario, alla periferia della città agrigentina, ed è stato colpito con pugni e calci. Soccorso, è trasferito all'ospedale Barone Lombardo. I medici si sono riservati la prognosi. Sull'episodio indaga la polizia che sta cercando di individuare gli autori dell'aggressione. Le condizioni del romeno vengono considerate estremamente gravi.

fonte: Il Corriere della Sera

trans picchiata al Cpt Corelli

Preziosa ha 29 anni, viene dal Brasile ed è una trans. Per il fatto di non avere documenti fu portata all’ex Cpt di via Corelli, dove a luglio è stata massacrata di botte. La protesta degli altri “detenuti” e dei movimenti per i diritti civili, la direzione l’aveva lasciata libera, a condizione che lasciasse il paese. Il 30 luglio, però, ha sporto querela contro il poliziotto che l’ha malmenata.

Il caso fece scalpore finì sui giornali e se ne parlò per qualche settimana. Oggi Preziosa viene sentita in tribunale “come persona informata sui fatti” e davanti al Tribunale è stato indetto un presidio per esprimere solidarietà e sostegno a questa persona.

fonte: 02blog.it

lunedì 20 ottobre 2008

In Puglia marocchini «schiavi»

Entrano con il visto per lavoro stagionale, dopo aver pagato 6mila euro all’intermediario marocchino che vive in Puglia. Nelle mani hanno il contratto d’assunzione spedito dal datore di lavoro di Ruvo, di Bitonto, di Canosa. Contratto con tanto di nulla osta rilasciato dallo «Sportello unico» provinciale per l’immigrazione attivo nella prefettura di Bari. Una volta in Puglia, l’assunzione svanisce, l’alloggio pure, perché il datore di lavoro si dichiara indisponibile all’assunzione e il marocchino amico fa minacce pesanti se non vanno via e infastidiscono l’imprenditore. E per loro, tutti marocchini, si apre il baratro della clandestinità. Con la prospettiva, quasi certa, di tornare in patria dopo essere passati dalle sbarre dell’ex Cpt, ora Centro di identificazione e espulsione.

De Leonardis e Jarjawi hanno tra le mani il caso di nove marocchini. Chiariscono: «Questa situazione, ormai già ripetuta per tre aziende agricole, una di Canosa, una di Bitonto e una di Ruvo, ci lascia presupporre l’esistenza di un giro non legale tra aziende e nuovi caporali extracomunitari, che utilizzando impropriamente una legge sul lavoro stagionale, lucrano sul bisogno del lavoro di questi soggetti deboli, che una volta arrivati in Italia, non solo non vengono avviati al lavoro, ma vengono cacciati nella clandestinità, a causa anche di una recente interpretazione ministeriale restrittiva di diniego della concessione di permessi di soggiorno per attesa occupazione».

fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

Arancia meccanica a Livorno

Una quindicina di ragazzi ha accerchiato ed aggredito in pieno centro a Livorno un mendicante che chiedeva l'elemosina. L'uomo è ricoverato all'ospedale, mentre dei giovani non c'è più traccia.

Razzismo? Follia? Non si sa quale possa essere lo scellerato movente che ieri ha spinto un pugno di ragazzi livornesi ad accerchiare e picchiare pesantemente un mendicante straniero che stava chiedendo l'elemosina in una piazza in centro a Livorno.

Dopo qualche insulto, così come è stato ricostruito fin'ora, i ragazzi, ognuno in sella al suo scooter, haanno accerchiato l'uomo ed hanno iniziato a picchiarlo.

Calci. Pugni. Secondo i testimoni anche bastonate. Una scena orrenda, tristemente simile a quella del film Arancia Meccanica.

Il mendicante, un 27enne, probabilmente originario dell'est, è finito con la faccia a terra: e così lo hanno trovato le persone che per prime hanno allertato le forze dell'ordine.

fonte: Il Reporter

Torpignattara, assalto al negozio dei bengalesi, famiglia italiana aggredisce gli immigrati

ROMA (19 ottobre) - «Ci hanno aggredito prima verbalmente e poi con pugni e calci hanno rotto i vetri del negozio». È ancora spaventata Amena Begum, 26 anni, del Bangladesh. Insieme a suo marito gestisce un phone center in via Amedeo Cencelli a Torpignattara, quartiere ad alta densità di immigrati. Tutto è nato da una lite scoppiata ieri pomeriggio, poco prima delle 17. «Per una sciocchezza», spiega in un italiano stentato. «Mio figlio aveva raccolto una chiavetta per strada, gli ho detto di buttarla perché era sporca - racconta la donna - L’ha lanciata, ed è andata a finire sulla macchina di una famiglia che abita nello stesso palazzo del negozio».

La miccia è accesa: «Dalla finestra hanno visto la scena e sono scesi urlando, padre, madre figlio e figlia - continua Amena - Io avevo in braccio mio figlio più piccolo di tre mesi, gli ho risposto che non lo aveva fatto apposta a lanciare quell’oggetto sulla loro macchina. Ma non c’è stato niente da fare». Gli fa eco il marito, Rahman Habibur, 31 anni: «Sono scesi come una furia, ci hanno detto di tornare al nostro Paese, e tante brutte parole, mia moglie e mio figlio sono scioccati. Un gesto così violento per un errore se così vogliamo chiamarlo di un bambino». Il momento dell’aggressione: «Sono entrati e con tre cazzotti il figlio più grande ha distrutto le vetrine del bancone, preso a calci le porte, hanno minacciato mia moglie - ricorda, ancora spaventato - E dire che lui veniva spesso a telefonare qui da noi, spesso nemmeno pagava, decideva lui quanto darmi. Ma io lasciavo correre per buon vicinato. Ora mia moglie ha paura di restare sola nel negozio, non si sente più tranquilla».

fonte: Il Messaggero

domenica 19 ottobre 2008

Bengalese picchiato a Roma

“RAZZISMO. Sono ancora sconvolto, dice il ragazzo bengalese picchiato da quattro balordi alla periferia di Roma. Racconto al Tg3 dell’aggressione subita.”

fonte Articolo 21

SCRITTE ANTISEMITE A ROMA, "OLOCAUSTO UNA MENZOGNA"

All'indomani del 65/esimo anniversario del rastrellamento nazista al ghetto di Roma, scritte antisemite e svastiche sono ricomparse sui muri della capitale. Netta e tempestiva è stata la condanna unanime, a partire dal sindaco Giannni Alemanno: "Esprimo la più ferma condanna e indignazione, non posso che stigmatizzare queste frasi vergognose, che alimentano l'antisemitismo, il razzismo e la xenofobia" ha detto il primo cittadino della capitale.

La scritta "L'olocausto è la più grande menzogna della storia. Il presidente iraniano Ahmadinejad", è spuntata la notte scorsa, in caratteri neri su uno striscione bianco, sul ponte della tangenziale est, all'altezza della Batteria Nomentana. Era accompagnata da alcune svastiche ed era firmata Militia, come un'altra, che invita invece alla "autodifesa nazionale contro l'immigrazione".

fonte: Ansa

venerdì 17 ottobre 2008

Oristano, scritte razziste e antisemite Imbrattato l'istituto tecnico "Mossa"

Inneggiano al razzismo e all'antisemitismo le scritte che "affrescano" la facciata dell'Istituto tecnico "Mossa" di Oristano. Una svastica e alcune croci celtiche accompagnano la vergogna di quei muri. Il raid risale alla notte tra lunedì e martedì, ma nessuno finora si è preoccupato di far cancellare le scritte.
L'istituto tecnico "Mossa" appartiene alla Provincia, che proprio di recente aveva concluso i lavori di restauro della facciata. Anche il muro imbrattato con le scritte antisemite e razziste, in particolare nei confronti della Romania e dei cinesi, era stato appena riverniciato. Le scritte sono firmate "Ultras Tharros", come già era avvenuto in passato, ma anche in questo
caso l'attendibilità della firma è tutta da dimostrare. Per portare a termine il loro raid, gli autori hanno dovuto scavalcare la recinzione dell'Istituto e correre il rischio di essere colti sul fatto. L'istituto "Mossa" si trova infatti in una zona centrale della città, tra via Cagliari e viale Diaz, davanti al palazzo di giustizia.

fonte: Unione Sarda

Lo 'sceriffo di Treviso' convocato dai pm: istigazione al razzismo

Dovrà presentarsi in Procura, a Venezia, il 21 ottobre prossimo. Per il vice sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini l'ipotesi di reato è quella di istigazione all'odio razziale.

Il provvedimento fa riferimento alle frasi pronunciate dall'esponente leghista durante la Festa della Lega Nord nel capoluogo lagunare, il 14 settembre, per le quali è stata aperta un'inchiesta che lo vede indagato. In quella occasione, secondo quanto riportato oggi dalla Tribuna di Treviso, lo "sceriffo" avrebbe invocato, tra l'altro, "la rivoluzione contro i clandestini" e contro "i campi dei nomadi e degli zingari". Gentilini avrebbe poi sottolineato la sua volontà di "eliminare i bambini che vanno a rubare agli anziani", criticando "quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici, comprese le gerarchie ecclesiastiche".

fonte RaiNews

Torino: processo ad Albenga per razzismo

Due giovani torinesi saranno processati il 21 ottobre dal tribunale di Albenga per una rapina aggravata dall’istigazione all’odio razziale. I ragazzi, di 22 e 21 anni, sarebbero fra i protagonisti di un episodio, avvenuto il primo settembre sulla spiaggia di Finale Ligure ai danni di un venditore ambulante di origine nigeriana che ha detto di essere stato aggredito e insultato.

fonte: ZipNews

«Fontanelle vietate agli zingari», vergogna a Roma

Da qualche settimana l'acqua in un paio di fontanelle non scorre più. Una è antistante il mercato comunale di Talenti, l'altra è vicino a un piccolo campo rom. Il minisindaco in quota Pdl, ex destra sociale poi An con lunga militanza nel Fronte della gioventù, è andato di persona a controllare le soste dei rom, con camper e indecorosi lavaggi in fontanella. «Tutti i commercianti del mercato mi hanno detto che i rom danno fastidio. Io gli devo dare una risposta. Questo non è razzismo, farò anche un progetto di integrazione». Ma l'acqua è un bene di tutti... «Appunto perché è un bene di tutti l'ho fatta chiudere: la usavano solo in pochi!».

Ma per i rom del quartiere, in Italia anche da più di 30 anni, i rubinetti chiusi sono un'offesa. «L'acqua non si nega neanche ai cani, questo è razzismo come le classi ponte per i bambini migranti della Gelmini» - dice Najo Adzovic, portavoce del campo rom Casilino 900 durante un sit-in di protesta contro le fontanelle chiuse. Il minisindaco minimizza. Anche sulla valenza simbolica della chiusura. A Talenti i ragazzini vanno in giro con la foto del Duce nel portafoglio, sui muri c'è scritto "Talenti nera", non crede che misure ghettizzanti possano solo aumentare la tensione? «Nel portafoglio c'è chi porta la foto della fidanzata chi quella del Duce o di chi gli pare. Sulle mura, a Talenti, ci sono scritte neofasciste perché è un quartiere più nero di altri, il Tufello è più di sinistra e ci sono scritte di sinistra. È ovvio. Io devo prima di tutto garantire il decoro alla mia gente che infatti mi ha ringraziato per le fontane chiuse».

fonte: L'unità

giovedì 16 ottobre 2008

MILANO: AGGREDIVANO STRANIERI, PRESTO PROCESSO CON AGGRAVANTE ODIO RAZZIALE

Sono accusati di vere e proprie spedizioni punitive nei confronti di stranieri. Raid commessi, secondo l'accusa, con l'aggravante dell'odio razziale. Per il gruppo di aggressori, tutti italiani, oggi e' arrivata la chiusura indagine. Dovranno rispondere di "atti di violenza per motivi razziali ed etnici, lesioni personali, porto di armi ed oggetti atti ad offendere". Una banda protagonista di tre diversi episodi, commessi a Milano nel maggio 2007, che aveva portato agli arresti nel marzo scorso. Armati di coltelli, mazze da baseball e spranghe di ferro, si erano scagliati contro giovani filippini, 'colpevoli' di frequentare la zona di piazza Prealpi e il parco di via dei Frassini. In manette erano finiti quattro ventenni e un 50enne titolare di una pizzeria. L'uomo si era difeso dalle accuse di razzismo e, assistito dal legale Marco De Giorgio, aveva raccontato di essere stato aggredito in passato dai filippini. Altri dodici ragazzi, tutti minorenni, erano stati deferiti alla Procura dei minori al termine di un'indagine condotta dal pm Piero Basilone. Per due dei 20enni, scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare, le manette erano riscattate in estate, per aver insultato con frasi razziste e picchiato uno studente italiano di origine cingalese di 15 anni, che stava festeggiando in una pizzeria della zona la fine dell'anno scolastico.

fonte: Il Tempo

mercoledì 15 ottobre 2008

Sagome di bimbi neri ridipinte di bianco

Episodio di matrice razzista a Brinzio, nel Varesotto. In via Indipendenza c'erano alcune sagome di cartone a misura d'uomo raffiguranti bambini di cui quattro di colore. Nelle notte i volti dei bimbi di colore sono stati ridipinti con vernice bianca da alcuni vandali.


Fonte: Corriere della Sera

martedì 14 ottobre 2008

Lodi, 11 provvedimenti cautelari contro banda neonazi

Personale della Digos di Lodi, in collaborazione con le Questure di Milano e Cremona, hanno smantellato una rete di militanti neonazisti con l'accusa, a vario titolo, di aver messo in atto nei primi mesi del 2008 una serie di violenze (dall'incendio alle lesioni) perpetrate con la finalità della discriminazione razziale. In totale sono 11 le persone raggiunte da provvedimenti cautelari: sei sono state poste agli arresti domiciliari e altre cinque all'obbligo di dimora.

Durante una serie di perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, la polizia ha rinvenuto e sequestrato diverse armi bianche e simboli neofascisti e neonazisti.

fonte: Apcom

Parma, giovane ghanese preso a pugni: non voleva cedere il suo posto sul bus

Ancora un espisodio di violenza a Parma nei confronti di un extracomunitario. Gli hanno intimato di spostarsi, di alzarsi dal sedile dell'autobus su cui si trovava, per cedere loro il posto: ma lui ha detto di no. Per tutta risposta lo hanno preso a pugni e insultato. È successo a Parma, sulla linea numero 6, nella zona della stazione: vittima del brutto episodio, un giovane ghanese che si stava recando al lavoro, a Sala Baganza, ad una quindicina di chilometri dalla città emiliana. Due stranieri, presumibilmente albanesi, da quanto raccontato dal giovane alla polizia intervenuta sul posto, lo hanno minacciato, costringendolo a suon di botte a lasciare loro il posto a sedere. Il giovane ha così chiamato le forze dell'ordine per denunciare l'episodio.

fonte: Corriere della Sera

«Sporca negra, dovete bruciare tutti»

Umiliata, offesa, minacciata mentre fa la spesa. Accolta con il saluto romano: «Bisognerebbe tornare ai tempi di Hitler, quando si bruciavano gli ebrei. Dovremmo fare la stessa cosa con voi, sporche negre». Questo si è sentita dire per giorni una donna marocchina di 37 anni da una cliente italiana del supermercato “DìxDì” di piazza Savoia.

Khadija Sadri per un po’ di tempo ha fatto finta di nulla: «Ne parlai con mio marito (i fatti risalgono al 2005) - dice la donna - che è italiano e lui mi ha sempre consigliato di stare calma. I dipendenti del supermercato, ogni volta che andavo lì e c’era anche quella signora, cercavano di difendermi, di tutelarmi». Ma gli insulti sono proseguiti, in un continuo crescendo: «L’ultima volta mi sono spaventata. Sono rimasta chiusa in casa, terrorizzata, per quindici giorni. Quella donna mi aveva detto che suo figlio era un naziskin e che aveva degli amici e che alla fine me l’avrebbero fatta pagare».

fonte: CronacaQui

lunedì 13 ottobre 2008

Marocchina 16enne picchiata da gruppo: «Si è seduta su bus in posto di italiani»

Il nome di Rosa Parks vi dice qualcosa? In Italia forse no, ma negli Stati Uniti tutti sanno chi era. Il 1° dicembre 1955 l'afro-americana Rosa Parks si rifiutò di alzarsi da un posto «riservato ai bianchi» su un autobus di Montgomery (Alabama). Fu la scintilla che diede il via alle manifestazioni antirazziste guidate da Martin Luther King. Ebbene, un episodio simile è avvenuto venerdì scorso (ma si è saputo solo domenica) a Varese, anche se per gli investigatori non ha una connotazione razzista.

Una ragazza marocchina di 16 anni è stata picchiata in un raid da alcuni suoi coetanei, almeno sette. Il gruppo voleva «punirla» in quanto giovedì si era seduta su un autobus in un posto «non suo in quanto non italiana». L'episodio è stata denunciato dal padre della ragazza ai carabinieri, i quali hanno denunciato a piede libero con l'accusa di lesioni una delle presunte ragazze del gruppo, una 15enne che vive nel Varesotto. Al momento non vi è contestazione di aggravanti come le finalità di discriminazione razziale, perché in ambiente investigativo si tende a ritenere la violenza un episodio di bullismo fra adolescenti. La vittima, aggredita vicino alla stazione ferroviaria di Varese, è stata soccorsa dai volontari dei City Angels che operano nella zona ed è quindi stata portata al pronto soccorso per diverse contusioni. Il gruppo l'ha circondata per strada e pare che a picchiarla più pesantemente sia stata proprio una delle ragazze.

fonte: Corriere della Sera

domenica 12 ottobre 2008

fasciti tra i tifosi della nazionale

Cinque italiani sono in stato di fermo a Sofia dopo i disordini scoppiati prima e durante l'incontro di calcio Bulgaria-Italia. I tre tifosi sono stati fermati per «vilipendio alla bandiera» bulgara, riferiscono fonti diplomatiche. Dopo aver visionato i filmati del match, dove si vede appiccare il fuoco allo stendardo bulgaro sugli spalti dello stadio di Sofia, gli inquirenti hanno individuato i presunti responsabili e si è proceduto ai fermi. L’ambasciata italiana in Bulgaria segue il caso.

La pessima serata dei tifosi italiani era iniziata prima del match, con una rissa in un bar centralissimo di Sofia con alcuni supporter della squadra di calcio bulgara del Cska. Circa 30-40 persone di nazionalità italiana si sono improvvisamente alzate dal cortile del bar in cui erano sedute trascinando con loro sedie ed altri oggetti e si sono scagliate correndo contro un gruppo di altre persone di nazionalità bulgara. La Polizia presente sul luogo (a un passo dalla sede del Parlamento bulgaro) è intervenuta a separare i facinorosi. Uno degli italiani coinvolti, di circa 30 anni, ha spiegato ad Apcom: «Siamo un gruppo misto, proveniente da tutta Italia, sempre al seguito della Nazionale». A motivazione della rissa ha spiegato: «Ce la prendiamo con quelli del Cska perché sono comunisti, noi invece siamo fascisti e siamo amici del Levski». I cori dedicati al Duce sono poi continuati all'interno dello stadio.

fonte: Corriere della Sera

sabato 11 ottobre 2008

Vigili urbani distruggono le coperte alle famiglie Rom, lasciandole al freddo

10 ottobre 2008 FIRENZE, VIGILI URBANI ALLE 3 DEL MATTINO TOLGONO COPERTE AI ROM DELLA STAZIONE E LE MANDANO AL MACERO: "DORMITE SUI CARTONI!"

SDEGNO DEL GRUPPO EVERYONE E DELL'ASSOCIAZIONE L'AURORA ONLUS, CHE CHIEDONO UN INCONTRO URGENTE CON IL SINDACO DOMENICI E FANNO APPELLO A TUTTA LA CITTADINANZA FIORENTINA PER AFFRONTARE IL FREDDO

Nei giorni scorsi l'associazione di volontariato L'Aurora ONLUS di Firenze ha rifornito di cinquanta coperte, provenienti da diverse donazioni, i 50 rom romeni che, da ormai molti mesi, passano le notti al freddo, avvolti da soli cartoni, nei pressi di piazza Adua, di fronte alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Le famiglie rom non hanno mai ricevuto assistenza socio-sanitaria da parte del Comune di Firenze e non hanno alcuna alternativa alloggiativa, soprattutto un posto caldo dove stare, visto che l'ingresso nei centri d'accoglienza per l'emergenza freddo convenzionati con il Comune di Firenze non consentono l'accesso per la notte a persone di età inferiore ai 48 anni.

Alcune pattuglie dei Vigili Urbani di Firenze, martedì 7 ottobre, intorno alle 3 del mattino, si sono recate, assieme ad alcuni mezzi della Quadrifoglio, l'azienda di smaltimento dei rifiuti urbani del capoluogo fiorentino, in piazza Adua, dove sono improvvisati i giacigli delle decine di nomadi. Svegliate di soprassalto le persone, i Vigili hanno intimato loro di consegnare tutte le coperte e a chi ha obiettato che faceva troppo freddo, i Vigili fiorentini hanno risposto "Dormite sui cartoni!". Tutte le 50 coperte sono state dunque sequestrate e gettate, davanti ai loro occhi, in un camion della Quadrifoglio che procedeva subito a macerarle.

fonte: www.sivola.net

Giovane senegalese insultato durante la partita

SE LA SONO presa con lui perché è senegalese, gli hanno gridato «sporco negro, torna in Africa» al termine di una partita di calcio fra ragazzi. Cisse’ Cheikh Beacaye ha 19 anni, da quattro vive con la famiglia a Merone e milita nella categoria juniores al fianco dei compagni dell’Atletico Erba. È stato vittima di quegli insulti razzisti. La rabbia si è scatenata al termine della partita con il Novedrate al centro sportivo Lambrone di Erba, conclusasi con la vittoria degli ospiti. È bastata una provocazione del ragazzo per far scattare la reazione di alcuni giocatori della squadra avversaria.

«ERO SCOSSO, nervoso per quegli insulti - racconta il ragazzo che fa l’operaio in un’azienda del Lecchese e nel dopolavoro frequenta l’Istituto Romagnosi di Erba -. È la prima volta che mi capita e mi ha fatto molto male. Sono abituato agli scherzi, a scuola, al lavoro e con gli amici, ma in quel caso si tratta di odio. Succede spesso anche durante le partite di andare un po’ pesanti con le parole, ma poi la cosa finisce lì. Questa volta invece è andata in un altro modo. Mi hanno detto: "vai a mangiare le banane". Mi sono sentito offeso. Sinceramente sto pensando anche di smettere di giocare perché non voglio più sentire altre parole del genere». L’arbitro ha annotato tutto, ha riferito al giudice sportivo e in questi giorni è arrivata la sanzione: cinque giornate al giocatore che ha offeso il 19enne senegalese e cinquecento euro di multa alla società di Novedrate per «cori razzisti».

fonte: Il Giorno

venerdì 10 ottobre 2008

Insultati e picchiati in caserma. Senza motivo

«Insultati e picchiati in caserma. Senza motivo»

Durante un blitz anti-spaccio dei carabinieri, malmenati due disk-jokey del Camerun

di Orsola Casagrande

Picchiati e insultati. Nella caserma dei carabinieri di Padova, dove erano stati portati dopo un blitz contro presunti spacciatori. Sarebbe accaduto a due giovani camerunensi che, insieme all’associazione Razzismo Stop, ieri hanno denunciato il fatto. Frank e Samson hanno raccontato di essere stati malmenati e minacciati sia fuori che dentro la caserma di via Rismondo.

Nella notte tra venerdì e sabato alcuni agenti in borghese, nei pressi del circolo Koko Loco (gestito dall’associazione Diaspora africana, ben nota in città e che ha anche rapporti con il comune) individuano due presunti pusher. Scatta un inseguimento e vengono esplosi 5 o 6 colpi di arma da fuoco. Le persone che ancora stanno davanti al circolo fuggono cercando riparo proprio nel locale. Lo stesso fanno i due sospettati (due cittadini nigeriani, poi arrestati). Gli agenti irrompono nel circolo, fanno stendere tutti a terra e individuano i due presunti pusher. Il gestore del locale tenta di parlare con gli agenti ma riceve un calcio in faccia mentre - racconta lo stesso gestore - «gli agenti cominciano a distruggere sedie e divani in cerca di sostanze stupefacenti».

Frank e Samson arrivano a operazione conclusa. Al circolo quella sera avrebbero dovuto fare i disk jockey. I due hanno regolare permesso di soggiorno e un lavoro. «Nessuno ci ha bloccati all’esterno del locale - dice Frank - ma all’interno gli agenti hanno cominciato a strattonarci. Quindi ci hanno buttato a terra immobilizzati con le manette e ripetutamente colpiti con calci e schiaffi». Il referto delle visite mediche parla di forti contusioni e distrazioni muscolari dovute a percosse (prognosi di dieci giorni salvo complicazioni). I due giovani vengono portati in caserma dove, sostengono, continuano «le botte e le minacce, come ’vi mettiamo la droga in tasca così uscite di galera tra due anni’». Il locale gestito da Diaspora Africana è stato chiuso per 45 giorni per ordine del questore.

fonte: Bellaciao

giovedì 9 ottobre 2008

Cassazione: violenza uguale razzismo se la vittima è immigrata

Se il reato di violenza privata “costituisce una manifestazione di disprezzo nei confronti di una persona di colore”, la pena è aumentata dall’aggravante dell’odio razziale. Questa, in sintesi, la conclusione di una sentenza della Cassazione (quinta sezione) depositata oggi che ha confermato la pronuncia della Corte d’appello di Torino che aveva condannato, con l’aggravante, un ragazzo che aveva minacciato di investire con l’auto con immigrato allo scopo di spaventarlo. L'imputato, un giovane di 24 anni, era alla guida della sua auto in compagnia di tre amici quando, visto un uomo di colore in difficoltà sulla strada, invece di prestargli soccorso, aveva urlato l'espressione “schiaccio il negro!”, spingendo il piede sull'acceleratore e lanciando la macchina contro il malcapitato, che si era sottratto all'investimento saltando sul marciapiede. I giudici di merito hanno derubricato l’accusa originaria, contestata dalla Procura, di tentato omicidio e hanno condannato il ragazzo per violenza privata aggravata da motivi di discriminazione razziale, come prevede la legge Mancino.

L’avvocato del giovane, nel ricorso, ha definito l'episodio una "smargiassata". I giudici hanno invece rilevato che “la condotta dell'imputato era finalizzata quanto meno ad incutere timore alla persona di colore e costituiva chiara manifestazione di disprezzo ed avversione nei confronti di una persona di colore, perché l'azione era motivata esclusivamente dal fatto che si trattava di una persona appartenente ad una razza diversa”. A parere della Cassazione “valutazione discriminatoria di inferiorità della persona di colore rendeva legittimo, secondo il ricorrente, utilizzare quella persona come semplice oggetto di un gioco pericoloso”. “Questi sentimenti di disprezzo razziale, ostilità, desiderio di nuocere ad una persona di razza diversa, di convinzione di avere a che fare con persona inferiore e non titolare degli stessi diritti – proseguono i giudici nella motivazione della sentenza - alimentano quel conflitto tra le persone che testimonia la presenza dell'odio razziale”.

fonte: Il Velino

mercoledì 8 ottobre 2008

papà senegalese ammanettato davanti a una scuola: i genitori di ribellano

"Possiamo dire solo quello che abbiamo visto: abbiamo visto i vigili in sei buttarsi sul genitore senegalese e ammanettarlo. Diverse persone a quel punto sono intervenute per dire ai vigili 'ma cosa state facendo, non c'è motivo e non è il luogo'. E quando questa persona è stata portata al comando di via Monviso siamo andati a esprimere educatamente il nostro dissenso sull'accaduto, a fare presente che la cosa era inaccettabile".

E' il racconto di uno dei genitori della scuola materna di via Mantegna, riguardo a quanto accaduto stamani alle 8.30 all'ingresso della materna e delle elementari adiacenti: una lite, a quanto riferiscono, fra un genitore di nazionalità senegalese che accompagnava il figlio di 6 anni, e alcuni agenti della polizia locale, che lo avrebbero fermato per una infrazione al codice della strada. Questo pomeriggio, sempre davanti alle scuole in zona piazza Gerusalemme, un presidio dei genitori contro l'accaduto. "Non capiamo il motivo di tanta brutalità, di dare vita a una scena del genere davanti ai bambini della materna e dell'elementare".

fonte: Affari Italiani

vedi anche Corriere della Sera

martedì 7 ottobre 2008

Frasi contro il ragazzo rom bruciato a Sesto san Giovanni

Compare una scritta sui muri dell'ex Falck di Sesto San Giovanni (Milano) dove pochi giorni prima un ragazzino rumeno era morto a causa di un incendio, «Bruciate ancora rumeni di merda».

fonte: Il Manifesto

Imperia: agente accusato di violenza e razzismo

Un agente della polizia stradale è a giudizio, accusato nientemeno che di razzismo, violenza, lesioni e violazione di domicilio. Un caso venuto a galla in tribunale, in un momento in cui in Italia gli episodi di intolleranza sono al centro della cronaca e dello scontro politico. La grave imputazione - che se trasformata in condanna definitiva potrebbe costare la carriera al poliziotto (componente della “Stradale” di Imperia) - risale al 17 giugno del 2007, ed è giunta al cospetto del tribunale perchè sin dall’inizio è stata contestata dall’imputato.

Alla sbarra Ivo Diminissini, 36 anni, originario di Parma, ma da anni in servizio a Imperia dove abita in via Littardi, non distante dal comando. (...) Era una domenica mattina. Diminissini, reduce da una delle nottate di controlli sulle strade, soprattutto ai veicoli condotti dai giovani del “sabato sera”, si trovava in casa, fuori dal servizio, per riposare. Al piano soprastante invece nessuno pare avesse intenzione di riposare. Anzi Tabaku stava eseguendo lavori di ristrutturazione nella sua abitazione dove viveva con i familiari. Con un martello stava battendo, a quanto pare, provocando frastuoni, sul muro di una delle camere. L’agente Diminissini, assieme alla sua compagna, risvegliato da quel rumore, innervosito, avrebbe risalito le scale e dopo aver suonato al campanello di Tabaku, avrebbe avvisato l’uomo che non era possibile riposare e che quei lavori, la domenica mattina, non sono affatto opportuni.

Secondo il poliziotto la discussione, fattasi anche animata per via delle resistenze di Tabaku (del tipo, non mi disturbi, in casa faccio quel che voglio), si sarebbe conclusa sull’uscio, senza alcuna degenerazione. Secondo il cittadino di origine turca, invece, Diminissini avrebbe prima offeso l’uomo (”Io vi faccio mandare tutti fuori dall’Italia”) proferendo frasi che richiamano la discriminazione razziale, poi avrebbe violato la proprietà privata e infine si sarebbe scagliato al collo della vittima. Bujar Tabaku è forte di un certificato medico con prognosi di 15 giorni, rilasciato dal pronto soccorso dell’ospedale di Imperia dove la parte offesa si sarebbe presentato la sera di domenica. In assenza di lesioni evidenti cita una asserita distorsione al rachide cervicale.

fonte: il Secolo XIX

domenica 5 ottobre 2008

El Pais: "Ondata di razzismo in Italia"

Nella giornata della manifestazione nazionale anti-razzismo di Roma, il Pais denuncia l'"ola xenofoba", l'ondata di razzismo che ha investito l'Italia. "Dopo le emergenze governative della spazzatura e dell'immigrazione - scrive il quotidiano spagnolo - emerge un fantasma ancora più inquietante".

"Davanti al silenzio assordante dell'esecutivo i media, l'opposizione, le ong e migliaia di cittadini coincidevano ieri nella diagnosi: il paese vive un''impressionante escalation di razzismo'" scrive il giornale che cita, fra l'altro, la presa di distanza della vicepresidente della Camera Rosy Bindi.

Il Pais fa una rassegna degli ultimi allarmanti episodi, dall'aggressione del cinese 36enne Tong Hong-shen alla fermata dell'autobus di Tor Bella Monaca alla somala che ha denunciato di aver subito maltrattamenti e ingiurie allo scalo di Ciampino, Amina Sheikh Said. E cita i dati del rapporto Raxen (Rete di informazione europea sul razzismo e la xenofobia) che ha contato, soltanto l'anno scorso, 203 casi di xenofobia, di cui 94 con aggressioni fisiche e verbali, e 40 che hanno visto "protagonisti dei politici".

fonte: Il Sole 24 Ore

venerdì 3 ottobre 2008

Razzismo, donna somala ingiuriata e tenuta nuda per ore a Ciampino

Amina Sheikh Said, una donna somala di 51 anni, sposata con l'italiano Luigi Mancuso, cittadina italiana, è stata «umiliata, maltrattata e oltraggiata, tenuta nuda per ore all'aeroporto di Ciampino». A denunciare il fatto è l'associazione Antigone.

IN AEROPORTO - La donna, che tornava, a fine luglio, da un viaggio a Londra con quattro nipotini, «è stata accusata prima di rapimento di bambini, poi di traffico di clandestini, infine di essere un corriere della droga, ed è stata tenuta nuda per ore». Dopo quattro ore in cui personale dell'aeroporto ha cercato «ingiuriandola, chiamandola "negra" di convincerla ad una ispezione corporale, la donna - prosegue Antigone - è stata portata in ambulanza al Policlinico Casilino. La perquisiscono e non si trova niente. Nessuno le rilascia alcun verbale, delle perquisizioni effettuate non rimane traccia».

fonte: Corriere della Sera

Parma, polizia municipale sotto accusa

Emmanuel è negro. Non aveva bisogno che glielo scrivessero - stando a quanto racconta - sulla busta che la polizia municipale di Parma gli ha riconsegnato con i suoi effetti personali. Dopo averlo fermato, ammanettato, picchiato, minacciato, insultato, trattenuto al Comando per ore. Lo sa che è negro, che glielo scrivono a fare, si domanda. Stando al suo racconto, Emmanuel Foster Bonsu, che da 6 anni vive a Parma e frequenta le serali all'Itis per diventare progettista meccanico, è certo che la sua versione dei fatti sia quella ufficiale: "Mi hanno fermato al parco Falcone e Borsellino, di fronte alla scuola. Non sapevo chi fossero. Mi hanno preso da dietro e ho cercato di fuggire. Poi mi hanno ammanettato, messo con la faccia a terra, puntato la pistola, picchiato".

Emmanuel vive in via Euclide, zona orientale della città. La sua famiglia è arrivata a Parma 13 anni fa, con il ricongiungimento ottenuto dal padre Alex. Emmanuel ha quattro fratelli, due ragazzi e due ragazze. Studiano tutti. La più piccola, Priscilla, ha 10 anni. "Mai nessun fatto di intolleranza, di razzismo", tiene a precisare il papà. "Quando ci ha chiamato, dopo tre ore al Comando della polizia municipale, non potevamo crederci. Siamo arrivati, l'abbiamo visto con l'occhio gonfio e abbiamo deciso di sporgere denuncia. Mio figlio non ha mai spacciato. Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato". Al parco Falcone i vigili urbani in borghese hanno arrestato un maghrebino per possesso di stupefacenti. Emmanuel è stato fermato perchè gli agenti pensavano fosse il 'palo'. "Prima di entrare a scuola sono andato al parco per fare un giro in bici - ha spiegato il giovane -. Ho sentito una voce dietro di me: 'Fermati, fermati', mi hanno preso le mani. Io ho avuto paura e ho provato a fuggire, perchè erano in borghese e non sapevo che erano vigili urbani. Poi sono arrivate altre persone, mi hanno picchiato, mi hanno messo a terra, con un piede sulla testa e una pistola puntata. Dopo che mi hanno perquisito, mi hanno portato in macchina. In tasca hanno trovato un lucidalabbra, sei euro e l'abbonamento dell'autobus". Cercavano la droga. "Sì, ma io non sono uno spacciatore. Nella sede del Comando mi hanno fatto spogliare, mi hanno obbligato a firmare dei documenti. Io volevo chiamare i miei, ma non me l'hanno permesso. Alla fine ho ceduto, e ho firmato. E' lì che, dopo quattro ore, mi hanno riconsegnato i documenti".

fonte: Peacereporter

«Torna nella giungla», razzismo a scuola

Lunedì pomeriggio, lezione di matematica in una scuola elementare di Milano. C'è un po' di confusione in prima. La maestra, una giovane precaria arrivata in quell'istituto da meno di un mese, non riesce a gestire la classe. Perde il controllo, urla e insulta gli alunni. «Asini», «bestie», grida. Trascende. «Stronzi», dice. Poi, a fine lezione, davanti a genitori e piccoli, si rivolge alla mamma adottiva di un bimbo di colore: «Signora, lo riporti nella giungla».

Fonte: Corriere della Sera

«Rubi il lavoro agli italiani», ambulante senegalese picchiato al mercato

MILANO - Lo ha rincorso con una mazza da baseball e lo ha colpito alla testa al grido: «Torna al tuo Paese, rubi il lavoro agli italiani». Ravan Ngone, 39 anni, senegalese clandestino, è stato punito così, perché non doveva essere lì, al mercato rionale, a vendere abusivamente borse taroccate.

Ravan Ngone se l'è cavata con una settimana di prognosi e tanta paura. Mentre l'aggressore, dopo aver gettato a terra la mazza da baseball è scappato.

fonte: Corriere della Sera

Slogan nazisti e fascisti sul blog del candidato della Fiamma Tricolore

Slogan e simboli di matrice fascista e nazista, documenti, foto e video inneggianti a Mussolini e alla Hitlerjugend, invettive di sapore antisemita mischiate a foto di padre Pio. Questo il tenore del sito e del blog di un candidato della lista Fiamma Tricolore, Aldo Valentini, alle elezioni provinciali trentine del 26 ottobre, che appoggia il candidato presidente Sergio Divina della Lega Nord.

fonte Corriere della Sera

Cinese pestato da una baby gang. Fermati sette minorenni

Picchiato da un gruppo di sette minorenni italiani al grido «di cinese di merda». Ha un movente razzista l'aggressione avvenuta giovedì pomeriggio in viale Duilio Cambellotti, nel quartiere popolare Tor Bella Monaca, nella periferia sud est. L'immigrato, 36 anni, stava aspettando l'autobus quando un gruppo di ragazzini ha cominciato ad infierire prima a parole poi picchiandolo fino a fratturargli il naso. Soccorso dai vigili urbani dell'VIII Gruppo è stato ricoverato al Policlinico di Tor Vergata. I sette membri della baby gang, dopo la fuga, sono stati fermati.

PRECEDENTE - Si tratterebbe della stessa banda che nei giorni scorsi ha assalito due uomini originari della Costa d'Avorio, di 30 e 24 anni, verso i quali avevano rivolto frasi razziste come «sporchi negri!». E, ancora, da una decina di giorni la baby gang si divertiva a frantumare i finestrini delle autovetture di impiegati del Municipio VIII e dei vigili urbani dell'VIII Gruppo.

fonte: Corriere della Sera

Ucciso a sprangate a Milano, per il pm non è stato razzismo

Ucciso a sprangate ieri mattina per il sospetto che avesse rubato un pacchetto di dolciumi dal banco di un bar. E' morto cosi' Abdul Salam Guibre, 19 anni, originario del Burkina Faso, ma cittadino italiano, aggredito ieri mattina verso le sei , nei pressi della stazione centrale di Milano.

La squadra mobile di Milano ha sottoposto a fermo i due presunti aggressori di Abdul Salam Guibre. I due fermati sono padre e figlio: Fausto Cristofoli, 51 anni e Daniele Cristofoli, 31 anni, titolari del "Bar Shining" di via Zuretti 42. Il fermo e' per concorso in omicidio volontario, sul quale oggi dovra' pronunciarsi la Procura della Repubblica di Milano.

Secondo la ricostruzione della polizia, Abdul Salam Guibre e i suoi due amici, di cui uno cittadino italiano e l'altro proveniente dal Ruanda con permesso di soggiorno scaduto, tutti di colore, avevano trascorso la notte girovagando in alcuni bar di Milano, soffermandosi alle prime ore di ieri mattina proprio nel "Bar Shining" di via Zuretti, il locale dei Cristofoli. Da questo si sarebbero poi allontanati di corsa, dopo essersi impossessati in modo fraudolento di alcune confezioni di dolciumi. Il proprietario del bar ed il figlio, accortisi del furto e nella convinzione che i tre ragazzi si fossero impossessati anche del danaro presente in cassa, hanno inseguito i tre; ne e' scoppiata una lite: i Cristofoli, utilizzando un bastone e un'asta di ferro, hanno colpito al corpo ed al capo Guibre, provocandogli gravi ferite alla testa. Il ragazzo e' poi morto all'ospedale Fatebenefratelli verso le 13.30.

fonte RaiNews24