C'è anche il corpo di un uomo privo di vita fra i 207 migranti soccorsi da mezzi navali italiani dopo un lungo peregrinare nel Canale di Sicilia. Lo riferisce la Capitaneria di porto di Catania. Si tratta di un uomo il cui corpo è ancora adagiato sul barcone a largo di Pozzallo, nel ragusano che viene rimorchiato da una motovedetta della Guardia di finanza.
La polemica di ieri, prima dell'intervento dell'Italia per salvare i migranti, riguardava il mancato soccorso, nei giorni precedenti, da parte delle autorità maltesi, quando il barcone si trovava in acque di loro competenza. Secondo i maltesi però, dal momento che il primo allarme è stato ricevuto da un cittadino straniero residente in Sicilia, il coordinamento dei soccorsi spettava all’Italia perché proprio l’Italia ha ricevuto la prima segnalazione.
Secondo le prime informazioni, gli immigrati sarebbero in gran parte somali ed eritrei, con la possibilità, quindi, di chiedere diritto d'asilo. Secondo il responsabile della polizia di frontiera del Viminale Rodolfo Ronconi, a salvare gli immigrati è stato, paradossalmente, proprio il mare in tempesta: "Se la petroliera italiana che ha scortato il barcone - spiega Ronconi - fosse riuscita a prendere a bordo gli immigrati, avrebbe dovuto riportarli verso le coste libiche, dalle quali erano partiti". Il loro arrivo in Italia (che proprio per le condizioni del mare ha anche rinunciato al respingimento), con qualche possibilità di ottenere asilo, sarebbe quindi da attribuire alle condizioni meteo.
Tra le persone sbarcate e che l'Italia avrebbe voluto respingere anche 4 donne incinta e 26 bambini.
fonti: Clandestinoweb, Cnrmedia e ANSA
martedì 27 ottobre 2009
Malta e Italia non soccorrono un barcone di immigrati e uno muore
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