perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


lunedì 29 giugno 2009

Operaio egiziano ucciso per strada a Settimo Milanese

Ammazzato per strada con tre colpi di pistola. Vittima dell’agguato, avvenuto nella notte tra sabato e ieri a Settimo Milanese, un operaio egiziano di 42 anni. L’uomo stava passeggiando insieme a due connazionali verso l’una, quando è stato raggiunto da tre colpi di pistola esplosi da due uomini che si sono avvicinati a bordo di un ciclomotore e poi sono fuggiti. Il nordafricano è stato immediatamente soccorso dai carabinieri di Settimo Milanese ed è stato trasportato all’ospedale San Carlo di Milano, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico, ma è morto durante l’operazione per choc emorragico a causa delle ferite alla coscia e all’addome. Sulle cause dell’omicidio è mistero fitto. Il 42enne, arrivato in Italia dieci anni fa senza famiglia (la moglie e i due figli sono rimasti in Egitto), era incensurato e in regola con il permesso di soggiorno. Pare non avesse particolari vicende sentimentali alle spalle che potrebbero ricondurre a un omicidio passionale. Oltre alle due persone che erano con lui al momento dell’omicidio, ieri i carabinieri hanno sentito anche alcuni suoi amici, per cercare di capire in che scenario sia avvenuta l’esecuzione. Al momento non è esclusa nessuna ipotesi, nemmeno lo scambio di persona o un gesto di follia da parte di qualche squilibrato.

fonte: Metro

venerdì 26 giugno 2009

Limbiate, pestaggio a sfondo razzista contro il padre della scrittrice Ghazi

Chi ha visto quanto accaduto qui, in un’officina all’ombra di una chiesa, lo definisce un linciaggio. Un linciaggio iniziato con le parole «Tornatene al tuo Paese»: perché la vittima, Ibrahim Ghazy, cuoco 64enne e padre della 22enne scrittrice Randa Ghazy, in Italia da oltre vent’anni, è di origini egiziane. Un linciaggio del quale ora si stanno occupando i carabinieri della stazione di Limbiate e compiuto, a causa della lite per un parcheggio, da tre generazioni di una stessa famiglia – dai nonni al nipote 17enne. Ibrahim Ghazy è finito all’ospedale di Garbagnate Milanese con due costole fratturate, una vertebra scheggiata e una prognosi di almeno 45 giorni («ma dovrà stare a riposo almeno tre mesi”» dicono i medici). Una certezza: «Quella che mi ha colpito è una rabbia razzista. Un odio a sangue».

Tutto è cominciato lo scorso venerdì, quando Ghazy ha portato la sua auto a riparare all'officina di via San Bernardo 4, a Limbiate. Aveva appena parcheggiato di fronte al cancello dell’autofficina quando si è trovato di fronte un residente nelle vicinanze, Roberto Genovesi. «Mi ha detto che non potevo posteggiare lì - racconta Ghazy dal letto d’ospedale - nonostante sia una strada pubblica, di fianco a una piazza pubblica». Peraltro, la casa di Roberto Genovesi non è accanto all’officina, ma almeno una ventina di metri più in là. «Mi ha tirato un pugno, ma ho lasciato correre. Avevo di fronte una giornata piena di lavoro, c’era da cuocere il pesce, in pizzeria. E ho pensato: se mi metto a litigare ora, non combino niente».

Quanto accaduto, però, non era che il preambolo di quanto sarebbe accaduto il lunedì successivo. «Erano le cinque, avevo appena chiuso l’officina», ricorda il titolare, Paolo Genovesi (cugino dell'uomo che aveva iniziato la lite, ma i due non hanno rapporti da anni). Ghazy è arrivato in auto con un parente per recuperare la sua macchina. È entrato nel garage, e una volta uscito ha trovato Roberto Genovesi ad aspettarlo con tutta la famiglia: padre, madre, moglie e figlio. «Scattavano foto alla macchina dove c’era il mio parente. Quando sono arrivato, la signora più anziana, che per camminare usa un bastone, ha iniziato a usarlo per picchiarmi. "Tornatene al tuo Paese", urlava. Le ho risposto: "Signora, sono italiano come lei". Quando ho chiesto che cosa ci fosse da fotografare, ho ricevuto un altro pugno. E a quel punto ho capito che erano lì per farmi del male. E ho tirato un pugno anch’io». Un pugno che ha rotto il setto nasale del Genovesi – che, in attesa di rilasciare dichiarazioni ufficiali, tiene però a smentire «per intero» le dichiarazioni di Ghazy.

A quel punto è scattata la furia dei cinque membri della famiglia Genovesi. «Ho visto Ghazy rientrare di corsa nell’officina, inseguito da tutte quelle persone - ricorda il meccanico . Ha tentato di afferrare un attrezzo per difendersi, ma è stato colpito con un bastone alla schiena. E quando era a terra, contro il muro, è stato colpito di continuo, a calci. Finché non è rimasto immobile». Mentre lo picchiavano, la madre del signor Genovesi – ben oltre i 70 anni – è andata dal titolare dell’officina, urlandogli: «Ma che gente porti qui…?». «Ero senza parole: tutto è accaduto in pochissimi secondi», spiega il meccanico, ancora incredulo. «Un linciaggio, ecco cos’è stato. Una violenza simile l’ho vista solo in tv, solo nei film. E per di più contro un uomo come Ibrahim, sempre gentile, sempre a modo: uno che non alza mai la voce, figurarsi le mani. Ma sono sicuro che a scatenare la rabbia c’è stato il fatto che fosse egiziano». Non si tratta del primo gesto ostile della famiglia. C’erano state dispute territoriali, persino l’incendio di un pezzo di terreno. Sono convinti che quella strada, quel pezzo di terra, sia cosa loro.

Senza parole è pure Randa Ghazy, 22 anni, figlia di Ibrahim e autrice di tre libri, l’ultimo dei quali – «Oggi forse non ammazzo nessuno. Storie minime di una giovane musulmana stranamente non terrorista» (Fabbri editrice) – è un romanzo dedicato alle difficoltà di integrazione degli immigrati di seconda generazione. «Un accanimento del genere lascia scioccati. Mio padre è una persona onesta e pacifica, rigorosa nel rispettare i diritti degli altri, non si meritava una cosa del genere, e oltre al dolore fisico ora si porta dietro un senso di offesa e umiliazione. La nostra identità non cambia, siamo sempre italiani. È la fiducia nei confronti degli altri ad essere profondamente danneggiata. Ora spero che la giustizia faccia il suo corso e punisca severamente questa ferocia. Altrimenti lo sconforto e il senso di ingiustizia minano gravemente le persone che la subiscono e la loro fiducia e il loro amore per il Paese in cui hanno scelto di vivere».

fonte: Corriere della Sera

Guarda l'intervista

mercoledì 24 giugno 2009

Schiavitù/ Tratta di esseri umani. Trenta arresti in Europa

Maxi operazione dei carabinieri del Ros contro la tratta di esseri umani: 30 le ordinanze di custodia cautelare in corso di esecuzione in queste ore in Italia, Nigeria ed altri Paesi europei. Smantellata un'organizzazione a delinquere che reclutava ragazze nel Paese africano e le costringeva a prostituirsi in Italia, riducendole in stato di schiavitù, con minacce di vario genere. Tra gli arrestati anche due medici italiani che avrebbero fatto abortire alcune delle giovani.

fonte: Affaritaliani

martedì 23 giugno 2009

Segregò e violentò giovane donna Sotto accusa un pensionato milanese

Il pm di Milano Ester Nocera ha chiuso le indagini nei confronti di un pensionato milanese di 57 anni, arrestato alcuni mesi fa con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e induzione alla prostituzione.

In base a quanto ricostruiti dagli inquirenti, l'uomo, senza precedenti penali, aveva conosciuto la vittima nel 2007 su una spiaggia in Mozambico. Si era fatto conoscere dagli zii della donna, aiutandoli per alcuni lavori in casa, e prima del rientro in Italia gli aveva comunicato che l’avrebbe portata con se’ e che l’avrebbe sposata.

Ma al suo arrivo a Milano nel febbraio 2008, tuttavia, invece del promesso matrimonio, la donna si era trovata segregata in casa, costretta a sottoporsi a pratiche sadomaso e a vedere video pornografici, e persino a subire un rapporto sessuale a tre.

Solo il 9 ottobre successivo la 28enne era riuscita a fuggire, con l’aiuto di due vicine. Dopo il fermo che aveva portato il pensionato in carcere, erano proseguiti gli accertamenti degli investigatori sui dvd sequestrati che hanno portato alla nuova imputazione di detenzione di materiale pedopornografico.

fonte: il Giorno

giovedì 18 giugno 2009

I lavoratori immigrati pagati il 20 % in meno

Guadagnano il 20 per cento meno degli italiani, ma hanno titoli di studio più alti. Non prendono gli straordinari perché i contratti sono spesso irregolari, ma credono nei vantaggi di una società multiculturale. Subiscono insulti razzisti, ma più dei pregiudizi dei colleghi temono le scorrettezze e le ritorsioni dei datori di lavoro.

È il ritratto dei lavoratori stranieri in provincia di Milano che emerge dalla ricerca dell'Ires-Cgil presentata oggi alla Camera del lavoro, dalle 14.30, nell'ambito delle iniziative per la giornata mondiale del rifugiato. L'indagine - la prima di una serie commissionata per capire dove va il mondo produttivo nella provincia più multietnica d'Italia - analizza le risposte ai questionari distribuiti a 200 fra impiegati ed operai italiani e stranieri, un campione che, per il sindacato, rappresenta uno spaccato fedele del mondo del lavoro della provincia dove abitano 394mila immigrati, il 12,6 per cento della popolazione. L' analisi, condotta da Veronica Padoan, vuole «indagare condizioni lavorative, discriminazioni, disparità di trattamento e percezioni soggettive della situazione attuale, fra timori di concorrenza, razzismo strisciante, intolleranza e diffidenza», spiega Giovanni Minali, responsabile dell'ufficio immigrazione Cgil.

Keggi tutto su L'Espresso

Stupro prostituta rumena, finanzieri ammettono la violenza

Avrebbero ammesso la violenza sessuale i due agenti della Guardia di Finanza accusati da una prostituta romena di averla costretta a un rapporto orale lunedì notte, a Milano, durante un controllo di servizio. La notizia della denuncia nei confronti dei due militari e' stata riportata oggi da alcuni giornali. "Abbiamo fatto una stupidaggine', sarebbero state le parole dei finanzieri in Questura, dopo che due colleghe della prostituta romena hanno chiamato il 113 per denunciare la violenza.

Nelle prossime ore il dipartimento fasce deboli della Procura di Milano aprirà un fascicolo con l'ipotesi di reato di violenza sessuale di gruppo a carico dei due finanzieri, di 25 e 30 anni. La vittima, 20enne, ha raccontato alle compagne che poi hanno sporto la denuncia, di essere stata obbligata a salire sull'auto di servizio e poi costretta a un rapporto orale.

fonte: Affaritaliani

SkyTG24

martedì 16 giugno 2009

Donna trovata morta in piscina. E' giallo

Non risultano segni di violenza sul cadavere né di effrazione nella villa. Al momento assume i contorni di un giallo la morte di Natalia Vinogradova, 39 anni, di nazionalita' estone, il cui corpo e' stato trovato alle 7 di stamani sul fondo della piscina di Villa Allegra, a Porto Rotondo, in Costa Smeralda.

A dare l'allarme è stato un aiutante del manutentore della villa, un uomo originario di Ala' dei sardi (Gallura) anch'egli interrogato dagli inquirenti. Sembra che la donna fosse solita frequentare i locali notturni della zona. Il proprietario della villa, il commercialista romano Enrico Santoro, 65 anni, sembra non conoscesse la vittima che indossava solo un perizoma. Un pareo e un asciugamano, assieme a una pinza per capelli e un cellulare, sono stati trovati sul bordo della piscina, mentre i documenti erano in una delle camere da letto della villa che si presentava completamente in ordine.

La piscina è stata svuotata dai vigili del fuco di Olbia prima del recupero del cadavere. Sul posto sono arrivati stamane il procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Mario D'Onofrio, il sostituto Elisa Caligaris, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Paolo Carra e la polizia di Olbia.

fonte: Affaritaliani

Clandestina muore dissanguata per paura di una denuncia

Ha cominciato a perdere sangue, probabilmente per un aborto spontaneo, si è sentita male ma non ha voluto chiedere aiuto. Ha avuto paura. Paura di perdere il lavoro appena trovato, paura, forse, di essere giudicata. Così è morta Vira Orlova, che si faceva chiamare Ylenia, una donna che avrebbe compiuto 40 anni l'11 giugno prossimo, di nazionalità ucraina, arrivata - forse due anni fa - in Italia, come tante donne dei Paesi dell'Est, per fare la badante. Il suo corpo è stato trovato in una pozza di sangue in un appartamento di via Grotta Regina, nella località costiera barese di Torre a Mare.

Di lei si sa poco. Gli investigatori stanno cercando di rintracciare le sue amiche per poter ricostruire i suoi ultimi giorni di vita, anche per risalire alla data di arrivo in Italia. Per il momento i carabinieri hanno trovato il suo passaporto nella stanza che occupava: sanno il suo nome, la sua età, sanno anche che era una clandestina perchè sul passaporto non ci sono visti di ingresso in Italia, e sanno che in quell'abitazione di Torre a Mare Ylenia accudiva da pochi giorni un'anziana non autosufficiente. È stato proprio il figlio dell'anziana a dare l'allarme ai carabinieri e a raccontare agli investigatori che Ylenia - questo il nome riferito dall'uomo - «era in prova». Secondo il racconto dell'uomo, Ylenia era in quella casa solo da pochi giorni.

Secondo quanto finora è stato accertato dai carabinieri, la badante durante la notte, mentre probabilmente era sola in casa con l'anziana, avrebbe avuto una forte emorragia, forse causata da un aborto spontaneo. La donna ha raccolto il sangue che perdeva in una bacinella, che è stata trovata dagli investigatori nella sua camera da letto. Chiusa nella sua stanza, Ylenia aspettava e sperava di star meglio. Poi è uscita dalla camera da letto per andare in bagno, ma è stata colta da malore ed è caduta per terra, in seguito alla forte perdita di sangue. È morta senza chiedere aiuto. Il passaporto della donna è stato trovato in un appartamento di Mola di Bari, a pochi chilometri dal capoluogo pugliese, nel quale lei si recava, ospite di amiche, nei giorni di riposo.

Donne che i carabinieri ritengono siano clandestine e delle quali si ha traccia nel racconto fatto ai carabinieri dal proprietario dell'appartamento dove lavorava. Non è stato per ora possibile rintracciarle. Ylenia pare fosse separata e madre di un figlio ormai grande. Tra i suoi effetti personali i carabinieri non hanno trovato alcun riferimento che possa condurre ai familiari: solo alcuni medicinali con caratteri cirillici, giornali in lingua russa e un portafoglio contenente 30 euro. Il suo attuale datore di lavoro ha riferito ai carabinieri che prima di giungere a Torre a Mare la donna aveva vissuto per un periodo a Mola di Bari. Il corpo della donna è stato trasferito all'ospedale di Acquaviva delle Fonti (Bari) per l'autopsia disposta dal sostituto procuratore di turno Ada Congedo.

fonte: L'Unità

Agguato di camorra colpisce per sbaglio un rumeno nella stazione di Napoli, nessuno presta soccorso

Sono le 19.47 del 26 maggio scorso: otto sicari arrivano in moto, contromano, in via Pignasecca, il volto coperto da casco integrale. Entrano nella stazione della Cumana di Montesanto, sparando ad altezza d’uomo con delle mitragliette.

È la faida di camorra tra i clan Sarno-Ricci ed i Mariano. Per errore colpiscono ad una gamba e al torace il musicista rumeno Petru, che, dopo aver cercato riparo nella stazione, cadeva al suolo vicino ai tornelli, sotto gli occhi della moglie.

In quell’attimo scappano tutti, nessuno si avvicina ai coniugi per prestare aiuto, nonostante le grida disperate della donna.

Il video (clicca sulla foto)

giovedì 11 giugno 2009

Italia, secondo l'Ilo i lavoratori migranti sono discriminati

L'Italia è l'unico paese dell'Unione europea tra i 25 chiamati dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) che trasferisce le normative internazionali sul lavoratori migranti.

Secondo quanto affermano i sindicati Cgil, Cisl e Uil, nel rapporto del Comitato di esperti Ilo sull'applicazione delle Convenzioni e Raccomandazioni, "l'Italia viene citata per supposte violazioni della Convenzione sul rispetto dei diritti umani fondamentali dei migranti, anche di quelli in condizioni irregolari nonchè della promozione della pari opportunità e del trattamento dei lavoratori migranti".
Secondo i sindacati, la legislazione italiana non è esente da discriminazioni in relazione ai cittadini stranieri. I sindacati condannano il decreto sicurezza che trasforma il reato di clandestinità, oggi un'irregolarità amministrativa, in reato penale. La legislazione contiene, secondo i sindacati, principi importanti di rispetto dei diritti umani, ma la sua normativa non è esente da norme con contenuti discriminatori.

fonte: Peacereporter

mercoledì 10 giugno 2009

Atm, scartato perché immigrato: il giudice prende tempo

Il giudice del lavoro Maria Gabriella Mennuni si e' riservato di decidere sul ricorso presentato dai legali di Mohamed Hailoua contro l'Atm, l'azienda dei trasporti milanese tacciata di 'comportamento illegittimo e discriminatorio' perche' non assume cittadini extracomunitari in base a un regio decreto del 1931. La decisione, a quanto si è appreso, arrivera' in tempi non brevi. Nell'udienza di oggi e' stata illustrata la memoria dei legali di Atm nella quali si legge che "non v'e' chi non veda che il servizio di pubblico trasporto involga delicati aspetti di sicurezza pubblica ed e' particolarmente esposto, ad esempio, al rischio attentati".

"Uno straniero deve per esempio poter fare il controllore. Pensate che rispetto si guadagnerebbe dagli italiani a cui chiede di verificare se hanno il biglietto". Così, emozionato e un po' timido, Mohamed Hailoua ha accettato di rispondere a qualche domanda al termine dell'udienza in cui si è discusso il ricorso che ha presentato contro l'Atm per ottenere che venga superato il Regio decreto del 1931 che impedisce all'azienda di valutare i curricula degli extracomunitari per valutarne l'assunzione. "Voglio solo lavorare, per questo chiedo più integrazione - ha detto il 18enne che al momento scarica casse all' Ortomercato per conto di una cooperativa anche se è diplomato elettricista -. L'acqua è un diritto di tutti. Se uno ha sete, ha il diritto di bere. Qui è la stessa cosa per me".

fonte: Affaritaliani

sabato 6 giugno 2009

Donna sgozzata in una stanza, rintracciato il giovane ricercato

Una donna di 24 anni, è stata trovata sgozzata nel bagno di una camera d'albergo ad Ariccia, nella zona dei Castelli Romani. Il corpo è stato visto da un dipendente dell'hotel California di via Quarto Negrone. Gli agenti della squadra mobile della Capitale, che si occupano dell'indagine hanno trovato sulle gambe della donna un coltello.

FERMATO UN UOMO - È stato poi fermato dalla polizia un uomo che si trovava in compagnia della ragazza trovata sgozzata. Si tratta di un 25enne residente a Genzano.

LA VITTIMA ERA UNA PROSTITUTA - La vittima è una romena di 24 anni che si prostituiva nella zona dei Pratoni del Vivaro, nella zona dei Castelli Romani. L'uomo fermato dagli agenti della squadra mobile era probabilmente un cliente abituale delle prostitute della zona. La donna è stata sgozzata con un coltello da sub trovato accanto al cadavere.

fonte: Corriere della sera

venerdì 5 giugno 2009

Strangolata nella sua auto. E' giallo

Il corpo senza vita di Sueli Lame, 38enne brasiliana, è stato trovato, nella serata di ieri, riverso sul sedile posteriore di un'auto in una strada di campagna a Crotta d'Adda in provincia di Cremona. La donna ha il viso tumefatto e sul collo ci sono evidenti ecchimosi, segno di un probabile strangolamento. La vittima, sposata e madre di due figli, lavorava come addetta alle pulizie in una casa di riposo nel Lodigiano. Secondo gli investigatori, sarebbe stata uccisa da qualcuno con il quale si sarebbe appartata. I militari stanno ricostruendo le ultime ore di vita della vittima e stanno indagando tra amici e conoscenti. Non si esclude, già a breve, un provvedimento giudiziario.

fonte: Affaritaliani

giovedì 4 giugno 2009

Milano, accoltellato attore senegalese Gli amici: "Temiamo un'azione razzista"

«Hai problemi?», gli ha chiesto. «No, perché?», gli ha risposto il malcapitato, raggiunto subito dopo da una coltellata allo stomaco. Vittima dell’aggressione, Mohamed Ba, attore, scrittore e musicista senegalese di 46 anni, impegnato sui temi dell’antirazzismo e dell’integrazione. Protagonista di un’opera teatrale, Lotta di negro contro cani, di Bernard-Marie Koltés, in scena fino a tre giorni fa al teatro Pim di Milano. Ricoverato al Niguarda, Ba non è in pericolo di vita.

L’episodio risale alle 20 di domenica. L’aggressore, ricorda Ba sotto shock, è un uomo bianco, forse italiano: «Indossava occhiali da sole e aveva un casco da moto in mano». Dopo la coltellata — piuttosto profonda, secondo i medici del Niguarda, che ieri mattina lo hanno operato — «tutti gli altri che erano con me alla fermata sono fuggiti». Chiara, la fidanzata di Mohamed, lancia un appello: «Chi ha visto parli e aiuti la polizia». Del caso si occupa ora il commissariato Sempione, al quale si sono rivolti ieri, per sollecitare indagini, i missionari del Pime, con i quali Ba collabora.

Gli amici di Ba temono, sia pure con cautela, che il movente del gesto possa essere razziale. Babacar Ndaye, presidente di un’associazione di senegalesi, prova «rabbia» anche per il «menefreghismo di chi non ha prestato soccorso». Preoccupata anche Alessia Mosca, deputata del Pd e amica di Ba: «Speriamo non sia l’ennesimo segnale del clima d’intolleranza che si vive in questo Paese».

fonte: Repubblica

lunedì 1 giugno 2009

Rifiuta le mance di un pensionato Lui la uccide poi si spara

Era arrivato a darle mance anche di 50 o 100 euro, pur di attirare la sua attenzione. Una donna di 42 anni più giovane di lui era diventata la sua ossessione. La passione non ricambiata ha portato un pensionato di 77 anni a compiere un gesto folle, tremendo. Ieri sera è entrato nel bar dove lavorava la donna, e l'ha freddata con un colpo di pistola in viso. Poi, si è puntato l'arma verso di sè e si è sparato, ma non è in pericolo di vita.


L'assassino è Giovanni Forlani, un 'ferrarese doc' sposato con una figlia, residente a Pontegradella. Ex dipendente di uno zuccherificio, il pensionato era conosciuto come un marito e nonno modello. Frequentava abitualmente il bar Timbo Tambo in via Oroboni, nei pressi della stazione. Lì lavorava Li Xueli, cinese di 35 anni, sposata con un figlio 14enne. Dalle prime ricostruzioni pare che Forlani si fosse invaghito della donna, e avesse cercato ripetutamente di conquistare la sua attenzione attraverso mance generose, ma sempre rifiutate. La frustrazione lo avrebbe spinto al terribile gesto. Ora è accusato di omicidio volontario aggravato.

Ieri sera intorno alle 22 Forlani è entrato nel bar con la pistola in tasca, e ha atteso pazientemente che il locale si svuotasse. Poi, quando la donna è uscita dal bagno, l'ha freddato con uno sparo al volto. In quel momento nel bar c'era un cliente, posizionato nelle lontane macchinette del videopoker, che non si è accorto di nulla. Uccisa la donna, il pensionato ha tentato di suicidarsi sparandosi in faccia.

fonte: Il Resto del Carlino

Tutte agli sportelli col velo


Solidarietà con la collega marocchina

Alla reggia di Venaria le impiegate alle biglietteria e le guide turistiche avevano tutte il velo. Un segno di solidarietà nei confronti di Amellal, una dipendente marocchina, finita nel mirino di un lettore de ‘La Stampa’ che in una lettera al giornale si era detto stupito di vedere alle casse della reggia due donne con il velo. “Non sarebbe più corretto impiegare queste due donne in un’attività di ufficio? O utilizzare persone vestite con abiti d’epoca?” aveva scritto. E subito si sono scatenate le polemiche sfociate nella civile protesta di stamani: “Siamo solidali con Amellal e per questo abbiamo deciso di indossare tutti il velo. Noi riteniamo la presenza della collega marocchina un bell’esempio di integrazione”, hanno spiegato le altre dipendenti.

fonte: Il Derviscio