perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


giovedì 24 febbraio 2011

“Fermiamo i migranti con il mitra”

In Regione Veneto c’è un assessore con delega ai flussi migratori, Daniele Stival, Lega Nord. Questa delega è associata alle deleghe all’Identità veneta, Protezione civile, caccia, semplificazione amministrativa, devoluzione ai Comuni e alle Province, antincendio boschivo.

Ecco, tutto il dibattito sull’epica ondata migratoria proveniente dal nord Africa è stato risolto da Stival, che partecipava a un programma di Rete Veneta:

Ci riescono in Spagna, Grecia e Croazia. Dovremmo riuscirci anche noi, ma usando il mitra.

fonte: On The Nord

mercoledì 23 febbraio 2011

La supplente rispedita in Sicilia Così ha voluto la Lega Nord

La Lega rispedisce a casa Adriana e i suoi colleghi "terroni". Dal prossimo anno scolastico, moltissimi supplenti siciliani non potranno più lavorare nelle scuole del Nord: una leggina li costringerà a rifare le valigie e a tornare a casa. Un dramma che investe, tra mille altri, anche Adriana, insegnante palermitana in servizio in un piccolo centro della Toscana. "Ormai la mia vita è qui - racconta - Nonostante i disagi di un clima difficile, mi piace molto lavorare nella mia scuola in mezzo al bosco".

Dopo anni alla ricerca di una sistemazione, a 45 anni decide di fare le valigie per andare al Nord. In Sicilia non era stata certo con le mani in mano. Una decina d'anni fa aveva messo su una ditta di commercio all'ingrosso di supporti informatici, computer e materiale di cancelleria. "All'inizio le cose andavano bene. Fino a quando la grande distribuzione e la crisi non ci hanno messo in ginocchio, costringendoci a chiudere".

Lei però non si scoraggia. Ricorda di avere l'abilitazione all'insegnamento e nella primavera del 2009 fa domanda di inserimento in graduatoria: a Palermo per quella "a esaurimento" e in provincia di Massa Carrara per le "code" e le graduatorie d'istituto. Passano pochi mesi e arriva la prima telefonata. "L'anno scorso ho lavorato da dicembre a giugno in una pluriclasse di scuola elementare - racconta - Quest'anno mi hanno nominato a settembre su sostegno e lavorerò fino a fine anno".

In Lunigiana si trova bene. "Mettere su casa in un paesino di duecento abitanti - racconta - è stato naturale. Mi trovo bene con tutti: bambini, colleghe e gente del posto". Di siciliani, nelle scuole del Nord, ce ne sono tanti. "Non sono andata via da Palermo perché la mia terra non mi piace, ma solo per trovare il lavoro. Ed essere costretta a tornare da una norma discriminatoria mi sembra una follia".
Dopo diversi anni, Adriana pensava di avere finalmente trovato un equilibrio. "Ho potuto fare questo colpo di testa - spiega - perché non sono sposata e non ho figli, ma non è stato facile lasciare a 45 anni gli affetti e le amicizie. Ma cos'altro potevo fare?".

E adesso? "Preferisco non pensarci: mi si prospetta il baratro". Il meccanismo che la riporterà probabilmente a casa è complesso. Nel 2009 il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, riapre le graduatorie provinciali dei supplenti, ma solo per l'aggiornamento del punteggio: non è possibile spostarsi da una provincia all'altra. L'unica chance è di inserirsi, oltre che nella propria graduatoria, anche in altre tre province, ma solo "in coda" e non "a pettine", cioè col proprio punteggio. Per le graduatorie d'istituto, utilizzate per le supplenze brevi, c'è invece libertà di movimento su tutto il territorio nazionale. Per queste ultime, Adriana sceglie la Toscana e le va bene. Ma pochi giorni fa la Consulta dichiara illegittime le "code" perché violano il principio di uguaglianza tra i cittadini.

Il governo non sa che pesci prendere, ma al Senato nel frattempo è in discussione il decreto "Milleproroghe". E un senatore della Lega, Mario Pittoni, non si fa sfuggire l'occasione. Propone un emendamento, approvato a Palazzo Madama con il voto di fiducia e ora in discussione alla Camera, che prevede il congelamento delle attuali graduatorie "a esaurimento" fino al 31 agosto 2012 e l'inserimento "a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012" nelle graduatorie di dieci-venti istituti, ma solo nella stessa provincia in cui ci si trova inseriti nelle liste "ad esaurimento". Un combinato micidiale, che per Adriana e per migliaia di supplenti "emigrati" significa ritorno a casa e fine di tutti i sogni legati a un lavoro duraturo.

fonte: La Repubblica

martedì 22 febbraio 2011

Come sta affrontando la stampa l'immigrazione a Lampedusa?



Fonte: www.kuda.tk

lunedì 21 febbraio 2011

Rogoredo, sgomberato campo abusivo Demolite le baracche di 70 rom romeni

- Circa 70 rom romeni sono stati allontanati venerdì mattina all'alba dall’insediamento abusivo di Rogoredo. Sul posto sono intervenuti, intorno alle 5.30, circa 50 agenti e commissari della polizia locale, insieme con la polizia di Stato. Sono al lavoro le ruspe di Amsa e di Milano Serravalle per rimuovere le baracche, una cinquantina, in cui i nomadi vivevano. L’intervento è stato concordato con il Commissario straordinario per l’emergenza rom e ha richiesto il supporto della Questura vista l’estensione della baraccopoli.

fonte: Corriere della Sera

L’idea degli svizzeri: un muro per separare Chiasso da Como

Un muro di cemento armato alto quattro metri per separare Chiasso da Como, l’Italia dalla Svizzera. Come tra Palestina e Israele, oppure come avveniva ai tempi del muro di Berlino. Solo che il valico di Brogeda non è la Porta di Brandeburgo e Ponte Chiasso non è la Cisgiordania. Per Giuliano Bignasca, leader e presidente a vita (autonominatosi) della Lega dei Ticinesi, il Carroccio duro e puro svizzero, cambia poco. L’idea, originale come molte altre in passato e nel presente del movimento - l’organo del partito scriveva ieri che Garibaldi era un ladro di cavalli e i frontalieri italiani sono paragonati allo smog di Milano che varca il confine - è semplice.

«A Chiasso tra una settimana sarà emergenza - ha spiegato Bignasca - i tunisini adesso sono a Lampedusa e tra una settimana saranno a Chiasso e penso che sia tempo e ora che i valichi di frontiera vengano presidiati, sempre. E poi al posto di quella rete metallica che c’è bisogna fare un muro altro quattro metri. Bisogna fare un muro con l’Italia, perché l’Italia non è una nazione controllabile. Adesso sono arrivati in quattro mila e ne arriveranno altri 15 mila, ma di quei 15 mila almeno la metà arriverano o passeranno dalla Svizzera». Un timore, quello dei leghisti ticinesi, contagioso, tanto che il sindaco di Chiasso, Moreno Colombo, peraltro con nonni comaschi, eletto nelle file del Partito liberale radicale, ieri sul tema ha diffuso dal Municipio una nota dai toni allarmati (tanto più che Chiasso confina con Como).

fonte: il Giorno

martedì 15 febbraio 2011

Licenziamento etnico

La lega vuole di fatto introdurre il “licenziamento etnico”, non sulla base delle capacità o delle competenze possedute, ma esclusivamente sulla base del luogo di nascita. E’ quanto richiede il capogruppo della lega nord al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Danilo Narduzzi, questo è il nome del politico leghista sostiene che se proprio si deve arrivare agli esuberi per la Electrolux di Pordenone i primi a perdere il posto di lavoro debbano essere gli stranieri e non i lavoratori pordenonesi e chiede che questa linea sia condivisa da tutto il Consiglio regionale e dai sindacati. Sarebbe interessante vedere la compilazione di questa famigerata lista di licenziamento sui base etnica da presentare alla direzione dell’azienda. Piccolo particolare non trascurabile però, la lista arriverebbe direttamente a Stoccolma dove ha sede la Electrolux e bisognerebbe capire che accezione darebbero gli svedesi al termine “straniero”.

fonte: Movimento AntiLega

sabato 12 febbraio 2011

"Rom -4": scritte con svastiche su un muro di Roma

"Rom -4" e "Rom Raus" (che in italiano vuol dire 'rom fuori') vergate con una bomboletta spray ed accanto alcune svastiche. Sono le scritte apparse stamani su un muro di via della Pisana, nella zona di Bravetta, a Roma che si riferiscono alla morte dei 4 bambini morti in un insediamento abusivo della capitale. A denunciarlo il capogruppo del Pd del XVI municipio Raffaele Scamardi'.

"Le scritte sono state fatte la scorsa notte - afferma Scamardi' - all'altezza del civico 64 sulle colonne della scalinata che porta a Vicolo del Fontanile Arenato. Non è il primo episodio del genere. Già l'anno scorso vicino alle poste di via di Bravetta un'altra scritta antisemita prendeva come bersaglio Anna Frank".
fonte: RaiNews

giovedì 10 febbraio 2011

Insulti e un gioco per investire gli zingari Su Facebook il razzismo di Forza Nuova

Un gioco a premi degno del razzismo più becero. Si chiama «Acciacca lo zingaro» il raccapricciante concorso che la formazione di estrema destra Forza Nuova Roma Sud ha pubblicato sul proprio profilo su Facebook. Unanime la condanna del mondo politico romano. Il sindaco Gianni Alemanno invita a non dare troppo spazio alla terribile provocazione: «Le frasi aberranti che vengono pubblicate su Facebook non devono impressionare. Sono piccole minoranze che non hanno nulla a che fare con il sentimento della maggioranza dei romani», assicura. Ma i sentimenti della comunità rom e sinti sono nuovamente feriti dopo il lacerante dramma della morte, domenica, dei quattro bimbi periti nel rogo in un campo nomadi di via Appia.

fonte: Corriere della Sera

Maiolo choc sui bimbi rom Poi le scuse e le dimissioni

«È più facile educare un cane che un bambino rom»: questo il contenuto choc di un'intervista rilasciata martedì da Tiziana Maiolo al programma «La zanzara», condotto da Giuseppe Cruciani su Radio 24. Le polemiche suscitate dall'intervista, legata alla morte dei quattro fratellini rom a Roma, hanno portato mercoledì alle dimissioni della stessa Maiolo dall'incarico di portavoce milanese di Futuro e Libertà. «I cagnolini e i bambini, se tu li educhi, dopo sono educati - ha detto la Maiolo -. Ma se nessuno li educa... ma se fanno la pipì sui muri! Neanche il mio cagnolino la fa sui muri, solo sugli alberi». L'intervista ha suscitato la reazione indignata del coordinatore di Fli Adolfo Urso e del ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. La Maiolo prima si è scusata con una nota, poi ha dato le dimissioni. «Ho deciso, benché non mi sia stato chiesto né sollecitato, di rimettere il mio incarico di portavoce milanese di Fli nelle mani del coordinatore regionale della Lombardia senatore Giuseppe Valditara - si legge in una nota diramata dalla stessa Maiolo -. L'ho fatto con convinzione, per assumere la responsabilità di una mia leggerezza, di cui avrei dovuto valutare meglio le conseguenze e le possibili ambigue interpretazioni». «Ma l'ho fatto anche perché -continua la nota - voglio stare in un partito dove l'assunzione di responsabilità di ciascuno sia la regola e non l'eccezione». Le dimissioni sono state apprezzate da Giuseppe Valditara, coordinatore regionale di Fli in Lombardia e senatore: «Un'assunzione di responsabilità che dimostra come i nostri dirigenti non siano attaccati alle poltrone o agli incarichi politici».

fonte: Corriere della Sera

martedì 8 febbraio 2011

Cuneo, continuano le indagini sulla morte della giovane marocchina

Continuano le indagini e le ricerche sull'omicidio di Fatima Mostayd, la ragazza marocchina diciannovenne uccisa ieri a Dronero, in provincia di Cuneo, con sedici coltellate al torace. Il corpo in fin di vita della giovane è stato trovato dal fratello, sedici anni, tornato a casa dopo uno stage per parrucchieri a Caraglio. Il ragazzo ha trovato la porta di casa, situata nel centro storico di Dronero, aperta e ha subito visto la sorella accasciata sul pavimento della sua stanza da letto circondata da un lago di sangue. Fatima è deceduta poco prima dell'arrivo dei sanitari del 118. I carabinieri stanno cercando di ricostruire la vita sentimentale e lavorativa della giovane marocchina. Nel corso della nottata sono stati sentiti dagli inquirenti, come persone informate dei fatti, sia i marocchini della numerosa comunità che vive a Dronero (circa 250 persone) sia i compagni di lavoro di Fatima, impiegata presso la Allione di Villar San Costanzo, azienda costruttrice di biciclette. I carabinieri fanno sapere che nessuna delle persone ascoltate fino ad ora è sospettata dell'omicidio della ragazza. Di Fatima si sa che era arrivata in paese da circa un anno e, dopo la morte dei genitori, viveva da sola con il fratello conducendo una vita molto tranquilla, dividendo il tempo tra casa e lavoro. Alcuni testimoni affermano che la ragazza aveva da poco sposato un giovane, che ora si troverebbe in Marocco, ma di questo matrimonio i carabinieri non hanno ancora ricevuto la conferma.

fonte: rsnews

domenica 6 febbraio 2011

Fossalta di Piave aiuta la bimba esclusa dalla mensa

Fossalta di Piave è balzato agli onori della cronaca per una vicenda di ingiustizia sociale: il sindaco aveva negato la mensa a una bambina di 4 anni la cui famiglia non poteva provvedere alla retta mensile.
A nulla era valso il gesto amorevole di alcune maestre, e due collaboratori scolastici, che avevano rinunciato al pranzo scolastico in favore della piccola. Riprese aspramente sia dal Sindaco, Massimo Sensini, e dalla Preside della scuola, Simonetta Murri, rischiano provvedimenti disciplinari.

Fossalta di Piave è balzato agli onori della cronaca per una vicenda di ingiustizia sociale: il sindaco aveva negato la mensa a una bambina di 4 anni la cui famiglia non poteva provvedere alla retta mensile.
A nulla era valso il gesto amorevole di alcune maestre, e due collaboratori scolastici, che avevano rinunciato al pranzo scolastico in favore della piccola. Riprese aspramente sia dal Sindaco, Massimo Sensini, e dalla Preside della scuola, Simonetta Murri, rischiano provvedimenti disciplinari.

Hanno raccontato alcuni di loro:
“La scena della bambina che piangeva perché veniva separata dai suoi amichetti ci ha devastato il cuore. Non avevamo e non abbiamo nulla contro l’amministrazione, non facciamo politica! Abbiamo fatto quello che qualsiasi genitore di buonsenso vorrebbe fare.
Non vogliamo medaglie. Non vogliamo che questa diventi una guerra sulle teste dei bambini. Vogliamo e volevamo, solo, risolvere un problema che non si poteva ignorare. Avevamo chiesto un colloquio con la preside. Le abbiamo parlato. E lei, ancora ieri, ci ha detto che non poteva fare nulla. Alcuni di noi hanno scelto di intervenire in forma privata. Le polemiche non servono a nessuno”.
La storia, riportata dal Fatto Quotidiano, aveva colpito l’opinione pubblica varcando i confini del Veneto. Una piccola rete di aiuti si era creata immediatamente e la Scuola per l’Infanzia era stata sommersa da telefonate e proposte di pagamento. La frase più ricorrente è stata “Se serve, pago io“.
Il Sindaco, raggiunto dai giornalisti, aveva cercato di nascondersi dietro norme e cavilli burocratici, rilanciando con un sibillino
“La bambina è figlia di un noto estremista islamico“
Voci infondate perché, come spiega Giuseppe Dalcin, l’ex consigliere comunale del Pci che ha messo a disposizione la sua casa alla famiglia della piccola, il padre
“è andato in Belgio a cercare un impiego onesto perché aveva perso il lavoro. Ha lavorato otto anni come metalmeccanico, non l’ho mai visto lamentarsi. Quando è finito in cassa integrazione, un giorno mi ha detto: Devo trovare un modo per sfamare la mia famiglia. Integralista islamico? Un religioso islamico, direi. Qualcuno deve spiegare al sindaco la differenza”.
La bambina con la madre e i suoi 4 fratelli vivono nella casa che Dalcin aveva messo loro a disposizione per soli 300€ di affitto, fintanto che il padre ha lavorato in Italia. Ora che il denaro scarseggia non ha più voluto soldi. Ad aiutarli il fratello del padre che per loro fa la spesa, nonostante abbia solo vent’anni e una sua famiglia da mantenere. Come sostiene lo stesso Dalcin:
“Usavo quei soldi per ammortizzare i costi, solo di riscaldamento: solo di quello, per il mio piano e il loro spendo 700 euro al mese. Io cinque bambini per strada non li metterò m-a-i. Piuttosto ci vado io, al freddo e al gelo”.
Lascia turbati l’atteggiamento del Sindaco, a prescindere dalla sua provenienza politica. Davanti al bisogno di un cittadino il primo rappresentante non dovrebbe barricarsi dietro le carte e la burocrazia. Innanzi all’infanzia e alle necessità di una bambina, a un bisogno primario come il cibo e al gesto compassionevole delle sue maestre, non si può reprimere ma solo sostenere.

fonte: Dire Donna