Che gli operai non vivono una condizione di uomini liberi, ma siano degli schiavi sfruttati oppressi degli schiavi moderni, questa è una verità assodata.
Un dato di fatto che la stessa realtà di vita della fabbrica ci sbatte in faccia brutalmente, attraverso l’applicazione dell’unica legge che lì conta e domina, quella del padrone.
Tutto il resto la democrazia, l’uguaglianza, la libertà di pensiero, di parola di espressione, i diritti, sono solo tanta aria fritta.
(...)
Abbiamo il capo squadra della linea APL (1572) Chiatto che durante l’applicazione del WCM nella propria squadra, trovando alcune giacche personali di alcuni suoi operai appese a degli attaccapanni; e chiedendo a chi appartengono le riconsegna a mano agli operai italiani, mentre all’operaio di colore che si appresta ad andarla a ritirare la butta nel bidone dell’immondizia. Il tutto davanti agli altri operai della squadra e al delegato della FIOM che restano esterrefatti per il gesto. Come RSU unitarie abbiamo chiesto un provvedimento disciplinare nei confronti del capo, che infliggesse almeno un giorno di sospensione vista la gravità del gesto e il problema del razzismo crescente. Ma come volevasi dimostrare la legge non è uguale per tutti, mentre per noi operai basta una piccola infrazione per essere ripresi, multati o sospesi a loro tutto è concesso.
fonte: Il pane e le rose
giovedì 15 ottobre 2009
Modena. Razzismo alla New Holland?
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