tag:blogger.com,1999:blog-7037354926212021222024-03-05T19:33:11.747+01:00Osservatorio sul razzismo in ItaliaUnknownnoreply@blogger.comBlogger724125tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-82399326181357521882015-03-02T18:58:00.000+01:002015-03-02T19:54:23.243+01:00O glutine o morte! Ovvero la satira in Italia, o di #JeSuisCharlie qualche giorno dopoRicordate la mobilitazione generale che investì il nostro paese dopo l'attentato atroce al giornale satirico Charlie Hebdo? Fioccarono i post con #JeSuisCharlie in difesa della libertà di satira, contro gli islamici che non sanno comprenderla e diventano violenti, per la libera espressione di parola.<br />
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Ecco, due giorni fa l'autore satirico italiano Emiliano Pagani ha pubblicato un <a href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1552570951683802&set=a.1474003352873896.1073741828.100007927365084&type=1" target="_blank">post </a>su Facebook dove scimmiottando i testi razzisti contro i rifugiati se la prendeva con i celiaci e il sussidio per l'acquisto di alimenti senza glutine.<br />
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Ecco il testo:<br />
<div class="fbPhotoContributorName" id="fbPhotoPageAuthorName" style="background-color: white; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: bold; line-height: 15.3599996566772px; padding-bottom: 3px; padding-top: 1px;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="color: white;"><a data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=100007927365084" href="https://www.facebook.com/profile.php?id=100007927365084&fref=photo" style="cursor: pointer; text-decoration: none;">Emiliano Pagani</a><span aria-live="polite" class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"*G","type":45}" id="fbPhotoPageCaption" style="background-color: white; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 15.3599996566772px; outline: none; width: auto;" tabindex="0"><span class="hasCaption"><br /></span></span>FACILE ESSERE STRONZI</span><br />
<span style="color: white;">Giorni fa ho casualmente scoperto che lo Stato passa ogni mese un assegno di oltre 100€ alle persone celiache per poter comprare del cibo che soddisfi i loro requisiti nutrizionali e che soprattutto non le uccida.</span><br />
<span style="color: white;">In Italia, una persona su 100 è celiaca e la percentuale è in costante aumento.</span><br />
<span style="color: white;">Bene, a tutte queste persone, lo Stato, cioè tutti noi che paghiamo le tasse, passa</span><span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><span style="color: white;"> 100€ al mese, magari per tutta la vita.<br />Ecco, quello che voglio dire è: NOI LAVORIAMO PER MANTENERE I CAPRICCI DI QUESTA GENTE CHE NON VUOLE MANGIARE QUELLO CHE MANGIAMO TUTTI.<br />Io sono dell'idea che uno debba adattarsi alle tradizioni e alla cucina dei Paesi in cui vive. Per cui se questi viziati non vogliono mangiare la polenta o la pizza o la schiacciata con la mortadella, che se ne tornino pure in Celiachia o in Valsoya, da dove sono venuti, a mangiare i loro cazzo di gelati senza glutine, ché noi non ci faremo rubare le nostre tradizioni da questi stronzi.<br />Ora mi metto una bella felpa con scritto sopra GLUTINE e vado a protestare mangiando due belle fette di bruschetta con dentro i taralli, davanti alla sede dell'associazione italiana celiachia.<br />E comunque, sempre prima i Marò.<br /><br />Visto?<br />Non ci vuole niente, provate anche voi.</span><br /><span style="color: white;">E poi andiamo tutti insieme a Roma con Salvini e Casa Pound.</span></span></blockquote>
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La cosa preoccupante però sono i commenti che il post satirico ha ricevuto, eccone alcuni:<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ_4PCr7-9ZaTW9UzhlcRCIbIvxe7wSZPR8918FvmjeVxFvo4tS3Op3MzhPeKwMOPBenACxhV_12Q0LRm4RthkshmEWpF1SYWR6pSDU26QuJao4wHhG7T2qHPT9bWpsUPdHKb-5f7_KrUZ/s1600/celiachi2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ_4PCr7-9ZaTW9UzhlcRCIbIvxe7wSZPR8918FvmjeVxFvo4tS3Op3MzhPeKwMOPBenACxhV_12Q0LRm4RthkshmEWpF1SYWR6pSDU26QuJao4wHhG7T2qHPT9bWpsUPdHKb-5f7_KrUZ/s1600/celiachi2.png" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDRdeiz5oJx3wgtNQXG4OcdqTaL3cFAtKIf9SW9ttwxYUxQ6WbtePjBgk_KKrWxDDtMiAQ31iB1Q0v4kXem9puqj1cwaw-nCSn2saoLXov8c9eMl3gn2Ppq-2p-JpHszDZmUi5PEZC_bQr/s1600/celiachi3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDRdeiz5oJx3wgtNQXG4OcdqTaL3cFAtKIf9SW9ttwxYUxQ6WbtePjBgk_KKrWxDDtMiAQ31iB1Q0v4kXem9puqj1cwaw-nCSn2saoLXov8c9eMl3gn2Ppq-2p-JpHszDZmUi5PEZC_bQr/s1600/celiachi3.png" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ2z-vpntQdIgTbrJ0mYp_Sc4fXXTRpqZYsmN1OWTWJ-o5jAR2jEYtqD1Q12YwZUJAmQM9MgckaOYgPSkhGeCvT_y8UNSU4zTvU2Z4ENPlKux-2O7NqY8RQrJUJN7TYaOMG0rzE9eFvjba/s1600/celiachi.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ2z-vpntQdIgTbrJ0mYp_Sc4fXXTRpqZYsmN1OWTWJ-o5jAR2jEYtqD1Q12YwZUJAmQM9MgckaOYgPSkhGeCvT_y8UNSU4zTvU2Z4ENPlKux-2O7NqY8RQrJUJN7TYaOMG0rzE9eFvjba/s1600/celiachi.png" /></a></div>
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Odio, auguri di prossima malattia, insulti etc... che non si fermano neanche quando si chiarisce che si tratta di satira.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghH7Mry7DNr5vjpAXl3c2imcU4rNhnzyHwHnXhA_amyWXtn-BAbG73gL06_zPWPWG7lDaWNlyW7fzySDzSfdBRpO12v2ZUcwh5KSXdonr-Gkm0vGE-ekm4aTa0a_ieXv4wp-Vj-xazquT7/s1600/celiachi4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghH7Mry7DNr5vjpAXl3c2imcU4rNhnzyHwHnXhA_amyWXtn-BAbG73gL06_zPWPWG7lDaWNlyW7fzySDzSfdBRpO12v2ZUcwh5KSXdonr-Gkm0vGE-ekm4aTa0a_ieXv4wp-Vj-xazquT7/s1600/celiachi4.png" /></a></div>
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Abbiamo un problema, nel capire cosa è satira, ma soprattutto con la libertà di espressione e di satira. Si può scherzare su Maometto, ma non sui celiaci, capito!</div>
AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-78261156259779746452014-09-02T20:35:00.003+02:002014-09-02T20:35:57.333+02:00Milano, picchiano un eritreo e gli aizzano contro un cane: "I musulmani ci uccideranno"<span style="background-color: white; color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">Picchiato, aggredito da un cane aizzato contro di lui, insultato come "negro" e "musulmano di m....". Il caso di discriminazione razziale si è registrato a Milano. La vittima è un eritreo di 55 anni residente in città e con regolare permesso di soggiorno. Gli aggressori sono invece due romeni di 19 e 20 anni che una volta arrestati non hanno nascosto il proprio disappunto agli agenti di polizia: "Ma come arrestate noi che siamo vostri compaesani e difendete quel negro di m...? I musulmani ci uccideranno tutti".</span><br style="background-color: white; color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;" /><br style="background-color: white; color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;" /><span style="background-color: white; color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">La vicenda risale al 26 agosto scorso. Teatro dell'aggressione è la stazione Greco Pirelli, periferia nord di Milano. Mancano pochi minuti alle 14 quando i due giovani romeni, ubriachi, si scagliano contro l'eritreo, lo insultano, lo picchiano e gli aizzano contro il loro pastore tedesco. Gli rubano anche il cellulare ("volevamo solo sapere l'ora", è la loro giustificazione), che comunque verrà restituito pochi minuti dopo. La scena non passa inosservata e qualcuno dei presenti avverte la polizia. Così, una volta saliti sul treno, i due trovano diversi agenti ad attenderli alla vicina stazione di Lambrate. Ma anche in commissariato danno in escadescenza, insultando ripetutamente gli agenti e provocando diversi danni agli uffici della polfer.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">fonte: <a href="http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/09/02/news/milano_picchiano_un_eritreo_e_gli_aizzano_contro_un_cane_questi_musulmani_ci_uccideranno-94866606/?ref=HREC1-18" target="_blank">La Repubblica</a></span>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-17690157476839691562014-03-05T11:56:00.003+01:002014-03-05T11:56:48.153+01:00Donna dominicana ammazzata a Milano per aver rifiutato un'avanceUn 36enne salvadoregno fermato nella notte ha confessato il duplice omicidio di via Segneri, a Milano: lo rende noto la polizia. L'uomo, che ha reso confessione davanti al procuratore aggiunto Alberto Nobili e al sostituto Gianluca Prisco, e' un conoscente di Libanny Meijia Lopez, la 29enne trovata nuda e sgozzata ieri pomeriggio nel suo appartamento di zona Lorenteggio insieme al figlioletto Leandro, di 3 anni, anch'egli ucciso a coltellate. Il padre del piccolo Leandro e compagno della donna - che era stato sentito ieri in Questura - era totalmente estraneo alla vicenda.<br /><br />Il salvadoregno fermato, Victor Hugo Menjivar, avrebbe ucciso la donna perche' aveva rifiutato le sue avance. L'uomo, era ospite a cena dalla donna e aveva portato anche suo figlio, amico del bambino di lei. Il salvadoregno ha confessato, spiegando di avere perso la testa, durante un lunghissimo interrogatorio negli uffici della Squadra Mobile davanti al procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili e al pm Gianluca Prisco.<br /><br />Stando a quanto ricostruito, il salvadoregno, amico della donna, sposato e con un altro figlio in arrivo, era andato a cena lunedi' scorso a casa di lei portando anche suo figlio che giocava spesso con il bimbo della dominicana. La donna era anche amica della moglie del fermato. <br /><br />Dopo aver mangiato e bevuto, e mentre i bimbi erano in un'altra stanza, l'uomo ha iniziato a tentare un approccio sessuale con lei, ma e' stato respinto. Ha insistito a lungo e all'ennesimo rifiuto ha preso un coltello dalla cucina. La donna allora ha cercato di salvarsi la vita offrendosi a lui, ma l'uomo, che come ha detto agli inquirenti aveva perso la testa ed era molto ubriaco, a quel punto l'ha sgozzata. Ha cercato poi di nascondere il cadavere dietro al divano per non farlo vedere ai bambini, che intanto avevano sentito le urla. Poi la decisione di sgozzare anche il figlio di lei. Dopo il duplice omicidio e' uscito dalla casa e ha gettato il coltello in via Primaticcio e, dopo la confessione, l'ha fatto ritrovare agli investigatori.<div>
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fonte:<a href="http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2014/03/05/1034553-omicidio-mamma-figlio.shtml#1" target="_blank"> Il Giorno</a></div>
AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-70933654419498965052013-09-20T15:37:00.003+02:002013-09-20T15:37:49.192+02:00Urlano "sporco negro" e gli spezzano il braccio Padre e figlio rischiano 18 anniMilano, 20 settembre 2013 - Hanno rotto un braccio ad un giovane senegalese, dopo averlo insultato con epiteti razzisti, come "sporco negro", in seguito ad una banale lite tra automobilisti. Ora, padre e figlio, rispettivamente di 44 e di 22 anni, sono imputati con le accuse di lesioni gravissime con l’aggravante dell’odio razziale davanti al gip di Milano, Enrico Manzi. I fatti risalgono al 24 giugno 2012, ma la vicenda è emersa solo oggi dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Alessandro Gobbis. Siamo alla periferia sud del capoluogo lombardo vicino a dove la vittima, 36 anni, vive insieme alla, fidanzata. <br /><br />La discussione nasce da un diverbio su chi ha la precedenza. Padre e figlio aggrediscono il conducente dell’auto che, a loro dire, è in torto. Durante il "confronto" non vengono risparmiati al giovane senegalese insulti a sfondo razziale ai quali tenta di ribattere sul piano verbale. I suoi interlocutori però passano alle vie di fatto, lo colpiscono e gli fratturano un braccio causandogli quella che, nel capo di imputazione, viene definita una "malattia insanabile". In sostanza, nonostante l’operazione a cui è stato sottoposto non potra’ piu’ recuperare completamente la mobilità dell’arto. I due imputati rischiano fino a 18 anni di carcere. L’udienza preliminare e’ fissata per il 22 novembre.<br /><br />fonte: <a href="http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/09/20/953213-razzismo-padre-figlio.shtml">il Giorno</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-32125574754227711452013-08-26T15:35:00.003+02:002013-08-26T15:35:54.914+02:00Violenza sulle donne, picchia e segrega la convivente romenaUn cinquantenne di Gela (Caltanissetta), Giuseppe Capizzello, e' stato arrestato dalla polizia con l'accusa di aver picchiato, violentato e segregato la sua convivente, una romena di 31 anni. La donna, giunta a Gela due anni fa, dopo la morte dell'anziana di cui era badante, si era trasferita nell'abitazione di Capizzello in via Giuffre', assieme alle figlie di 4 e 12 anni. Piu' volte, il compagno 'avrebbe picchiato con calci e pugni sia lei sia le ragazzine, e avrebbe costretto la romena a rapporti sessuali. Lei avrebbe subito tutto in silenzio, pur digarantire un tetto alle sue bambine.<br /><br />La vicenda e' stata scoperta per caso quando il mese scorso agenti della polizia che si erano recati in casa di Capizzello avevano notato ematomi sulle braccia della romena e le avevano chiesto la cusa. La donna a quel punto aveva parlato delle violenze infertele dal convivente. I lividi erano stati provocati da utensili lanciati da Capizzello contro la romena, che la polizia aveva subito fatto trasferire con le sue figlie in una casa famiglia. Capizzello avrebbe poi continuato a perseguitarla con telefonate e minacce di morte, rivolte anche alla madre della donna, che vive in Romania, e alle sue amiche. L'uomo dovra' ora rispondere di maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale.<div>
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fonte: <a href="http://www.affaritaliani.it/sociale/violenza-donne-picchia-segrega-convivente220813.html" target="_blank">Affaritaliani</a></div>
AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-13136697019480040112013-07-23T09:51:00.003+02:002013-07-23T09:53:47.509+02:00Cittadinanza italiana negata ad un figlio di italianoPORDENONE. Mohamed non sa nulla. Dall’alto del suo anno e mezzo di vita, di queste beghe burocratiche francamente non sa che farsene. In realtà, anche se non lo sa ancora, lui è cittadino italiano. Non lo sa, o non lo vuole sapere, neanche l’anagrafe del Comune di Pordenone, che infatti ha spedito al suo papà una lettera di “preavviso di rigetto”, ovvero un documento in cui spiegano che la domanda di iscrizione di Mohamed all’anagrafe della popolazione residente di questa città non potrà avvenire perché lui, il piccino, entrato in Italia con passaporto nigerino benchè figlio di un cittadino italiano, o si dota di permesso di soggiorno o... nulla.<br />
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La vicenda è intricatissima solo in apparenza. Il papà di Mohamed, benchè originario del Niger, è italiano dal 2008. Intendendo con ciò che ha ottenuto la cittadinanza italiana ben 5 anni fa. Ora quest’uomo ha avuto, con una donna diversa dalla moglie, al di fuori del matrimonio, un altro figlio, il piccolo Mohamed, che peraltro ha riconosciuto.<br />
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Mohamed è nato in Niger e risulta figlio di suo padre anche per il test del Dna a cui ha dovuto essere sottoposto per ottenere un documento con cui lasciare il Paese natale. Il papà aveva tentato di far arrivare in Italia il bambino con un passaporto italiano, ma dopo peripezie varie durate mesi e viaggi estenuanti (dal villaggio alla sede consolare occorrono due giorni per andare e due per tornare), aveva rinunciato.<br />
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Seguendo un consiglio delle stesse autorità consolari, l’uomo decide quindi di chiamare qui il bambino e la madre con i documenti nigerini, ovvero il passaporto di quel Paese. Una volta giunto a Pordenone, il piccolo Mohamed che oltre al passaporto nigerino ha con sè anche l’estratto dell’atto di nascita, regolarmente tradotto e legalizzato dall’ambasciata italiana in Costa d’Avorio, nel quale si riportano maternità e paternità, chiede - attraverso il papà - di essere iscritto nel nucleo familiare come figlio di Massud (nome di fantasia), cittadino italiano.<br />
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Ma l’anagrafe dice no. Non importa, evidentemente, che Massud sia italiano e, ius sanguinis docet, lo sia anche suo figlio. Siccome il bimbo ha un passaporto nigerino, secondo l’anagrafe l’unica cittadinanza dimostrata è quella extracomunitaria. Da qui la necessità di un titolo di soggiorno. Titolo che per la questura non serve perché Mohamed, figlio di un italiano, è già italiano, e quindi non gli serve alcun permesso per risiedere in Italia. Chi risolverà l’arcano?<br /><br />fonte: <a href="http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/07/21/news/cittadinanza-negata-al-figlio-di-nigeriano-diventato-italiano-1.7456593">Messaggero Veneto</a></div>
AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-17032082842971719252013-06-26T14:58:00.000+02:002013-06-26T14:58:22.459+02:00Musicista senegalese aggredito a Milano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.musibrasilnet.it/archivio/Sette/Immagini2/Kal.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://www.musibrasilnet.it/archivio/Sette/Immagini2/Kal.jpg" /></a></div>
<br /><b>Venerdì 28 giugno 2013 alle ore 18.30 in Largo Fratelli Cervi, con artisti, associazioni e abitanti della zona 2.</b><br /><br />Kal dos Santos, musicista, attore, compositore e fondatore dell’Associazione Culturale Mitoka Samba, prima orchestra di percussioni afro-brasiliana a Milano, artista che collabora con realtà musicali, associazioni, compagnie teatrali e di danza di respiro nazionale e internazionale (MUSE/Italia, PIME, Roda da Vida, Banda Osiris, Delma Pompeo, Gabriele Vacis, Miriam Makeba ecc.), è stato aggredito e picchiato brutalmente da un gruppo di persone.<br /><br />Il fatto è avvenuto mercoledì 19 giugno in via Venini, angolo via Popoli Uniti intorno alle 19.00.<br /><br />Kal era in zona Pasteur perché aveva consegnato l’auto al meccanico e stava tornando verso la metro a piedi, quando è stato indicato da un bambino come colui che il giorno prima lo aveva picchiato. In quell’istante sono arrivati tre uomini che lo hanno fermato e subito accusato del fatto. Kal non è riuscito nemmeno a dire di non conoscere quel bambino e di non essere di quella zona, che subito hanno iniziato ad aggredirlo brutalmente con calci, pugni, ginocchiate, sbattendogli la testa sulle auto parcheggiate, strappandogli i capelli e cercando di derubarlo della borsa e del cellulare<br /><br />Durante l’aggressione ai primi tre uomini si sono aggiunte altre persone. Nessuno si è prodigato per aiutarlo, fatta eccezione per una persona che ha cercato invano di difenderlo.<br /><br />Gli aggressori hanno rotto delle bottiglie e si stavano avvicinando minacciosi con i cocci, quando l’arrivo di una pattuglia della polizia li ha messi in fuga. Sembravano italiani e parenti del bambino che aveva indicato Kal come colui che gli aveva dato uno schiaffo il giorno prima.<br /><br />Kal è stato ricoverato fino al giorno seguente ed è dovuto tornare per altre medicazioni in ospedale. Un presidio festoso, di denuncia e solidarietà, può essere il modo migliore di sanare le sue ferite fisiche e morale e dare forza a chi, nella comunità brasiliana e a Milano, rifiuta questa brutale violenzaAdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-14528592381886605082013-05-26T09:37:00.000+02:002013-05-26T09:37:13.238+02:00Donna cubana colpita da colpi di pistola dall'ex italiano a GenovaUna cubana di 41 anni e' stata ferita da uno o piu' colpi di pistola nel quartiere di Marassi a Genova da un uomo che l'ha buttata fuori dall'auto e le ha sparato alla schiena. L'uomo, un italiano di 58 anni, e' gia' stato fermato dai carabinieri con l'accusa di tentato omicidio. Lei e' gravissima. E' successo in via Balbi. Testimoni hanno riferito di aver visto la donna cadere dall'auto e un uomo spararle alla schiena prima di fuggire. L'uomo e' stato fermato poco dopo in piazza Corvetto.<br /><br />"Avevo il sospetto che Yamila si prendesse gioco di me, che mi volesse lasciare. Io le avevo anche prestato alcune migliaia di euro per aiutarla a vivere a Genova". Lo ha detto Bruno Calamaro, l'uomo di Prà che stamani in via Biga, a Marassi, ha sparato a una quarantenne cubana, durante l'interrogatorio tenuto dal sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà nel comando provinciale dei carabinieri ha ammesso le sue responsabilità. Temendo che la donna potesse avere altre relazioni sentimentali e che potesse lasciarlo, Calamaro questa mattina ha cercato un chiarimento: "Sono andato a prenderla a casa - ha spiegato - per accompagnarla al lavoro. Poi in auto abbiamo litigato e non so cosa mi è successo". Calamaro ha chiesto scusa per il gesto e ha aggiunto: "Non avevo intenzione di uccidere Yamila". L'uomo, incensurato, è stato sottoposto alla prova forense dello stub per avere la certezza che abbia sparato. Il pm gli ha contestato il reato di tentato omicidio e porto abusivo d'arma da fuoco. Resta, invece, ancora al vaglio della Procura l'aggravante della premeditazione. Calamaro è stato rinchiuso nel carcere di Marassi.<div>
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fonte: <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/05/24/spara-schiena-scaraventa-auto_8757866.html">Ansa</a></div>
AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-59241408090277947672013-05-26T09:35:00.001+02:002013-05-26T09:35:12.471+02:00Femminicidio a Lodi: italiano uccide ex compagna rumenaAncora un caso di femminicidio, questa volta a Guardamiglio, nel lodigiano, dove un uomo di nazionalità italiana ha ucciso la sua ex convivente, una rumena. Secondo la prima ricostruzione, l’uomo avrebbe atteso la vittima fuori dalla casa dove questa stava lavorando e l’avrebbe trascinata con la forza in un parco pubblico, dove poi l’avrebbe uccisa con una decina di coltellate, dopo averla portata dietro una siepe, con l’intento di non attirare l’attenzione delle persone presenti nel giardino.<br /><br />Vani sono stati i tentativi di alcuni passanti di fermare la furia omicida dell’uomo, che però è stato bloccato e poi consegnato ai carabinieri.<br /><br />A quanto pare, le vessazioni da parte dell’uomo nei confronti dell’ex convivente duravano da oltre un anno, tant’è che l’amministrazione comunale del paese in provincia di Lodi si era prodigata per trovata una soluzione e aveva assegnato alla donna, che viveva col figlio 13enne, un alloggio popolare. Oggi l’esito tragico e sconcertante della vicenda.<br /><br />Solo a maggio è il settimo caso di femminicidio, dopo le tragiche morti di Ilaria Leone, Alessandra Iacullo e Chiara Di Vita nei primi giorni del mese, il duplice omicidio di Palermo di dieci giorni fa e la morte di Silvana Cassol, la 50enne padovana giustiziata nel sonno dal marito, un agente di Polizia che poi si è tolto la vita, perché non accettava il logorarsi del loro rapporto.<div>
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fonte: <a href="http://www.direttanews.it/2013/05/24/ancora-un-caso-di-femminicidio-nel-lodigiano-e-il-settimo-nel-mese-di-maggio/">diretta news</a></div>
AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-7837693625395167552013-02-20T13:11:00.000+01:002013-02-20T13:11:22.810+01:00Botte tra ragazzine sulle Mura di Grosseto i maschi le incitano e mettono i video online«E la negra ce le busca!». La negra, la «zoccola», è un’adolescente in felpa grigia, fuseaux neri, scarpe da tennis. In mezzo al branco che la assale, sulle Mura di Grosseto, di giorno, nel centro storico, spiccano la sua gamba affusolata che tira un calcio di difesa e i capelli lunghi, facili da tirare. Intorno urlano tutti. Quelli che picchiano e quelli che incitano a picchiare. Ma una voce si distingue: «Levati, devo filmare. Questo va su Youtube».<br />
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E infatti il video viene caricato proprio su Youtube il 17 febbraio da un utente - presumibilmente un ragazzo di 15 anni - che posta anche un altro filmato (da ieri sera, 19 febbraio, entrambi sono stati rimossi). Mostrano un assalto di gruppo a una ragazza che viene insultata e presa a schiaffi. Quando, poi, la ragazza riesce a sottrarsi alla furia del gruppo, uno si domanda: «Dov’è la negra?».<br />
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Pare dispiaciuto che l’aggressione sia finita. Ma qualcuno, con tono di trionfo già commenta: «La negra se ne va!».
Il secondo filmato è meno dettagliato del primo, ma non meno preoccupante. Di nuovo botte, anche se non si capisce bene chi le prenda e chi le dia. Protagoniste della rissa sono sempre ragazze, lo scenario sono ancora le Mura. Anche in questo caso una folla di ragazzi assiste all’assalto, divertita. A quanto risulta, nessuna denuncia è stata presentata. E nessuna indagine, al momento, è in corso.<br />
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Fonte e video su <a href="http://iltirreno.gelocal.it/regione/2013/02/20/news/botte-tra-ragazzine-sulle-mura-di-grosseto-i-video-su-youtube-1.6564700?ref=HREC1-2">il Tirreno</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-81262074721646934992013-01-28T16:37:00.003+01:002013-01-28T16:37:46.465+01:00Cittadinanza negata a stranieri downIn Italia abbiamo una legge sulla cittadinanza vecchia e arretrata. Concedere la cittadinanza alle persone che decido di vivere stabilmente nel nostro paese è uno strumento di integrazione e di riconoscimento di diritti umani e civili fondamentali. Attualmente si può richiedere la cittadinanza, oltre che per matrimonio, se si soggiorna legalmente e senza interruzioni in Italia per più di 10 anni o se si nasce in Italia e vi si risiede senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno d’età.<br /><br />Una legislazione moderna prevederebbe che tutte le persone nate in Italia possano essere considerate italiane, da subito, e che la cittadinanza possa essere chiesta dopo 5 anni di permanenza sul nostro territorio perchè se pago le tasse, lavoro, vivo in una terra è giusto che io possa, a pieno titolo, agire sulla gestione di quel paese.<br /><br />Ma oltre a questo la legislazione attuale ha dentro di se una profonda distorsione: per conseguire lo status di cittadino italino bisogna pronunciare un giuramento, ma le persone per le quali viene decretato l’incapacità di intendere e di volere non possono giurare.<br /><br />E’ il caso di molti disabili psichici e delle persone affette della Sindrome di Down in particolare. Il caso si è appena proposto quando un giovane ragazzo albanese, di diciott’anni, affetto da questa malattia, ha chiesto di diventare cittadino italiano, essendo nato in Italia. <a href="http://www.migrantesonline.it/pls/siti/v3_s2ew_consultazione.mostra_paginat?id_pagina=10629&target=0">Richiesta respinta</a>.<br /><br />La Ledha sostiene che la questione si possa superare applicando la Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal nostro Paese con la legge 18 del 2009, che obbliga gli Stati firmatari a riconoscere alle persone disabili la libertà di movimento, il diritto di scegliere la propria residenza e quello di cambiare cittadinanza. Un motivo in più per cambiare la legge sulla cittadinanza.<div>
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fonte: <a href="http://robertocodazzi.it/2013/01/28/se-soffri-della-sindrome-di-down-non-puoi-prendere-la-cittadinanza-italiana/">www.robertocodazzi.it </a></div>
AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-78712097520280103992012-09-12T16:49:00.000+02:002012-09-12T16:49:44.029+02:00Abba dimenticato e sentenza stravolta: tolta l'aggravante di razzismoLo scorso 2 Agosto sono state eliminate le aggravanti a carico dei suoi assassini. Incredibili le motivazioni. Abdoul Guibre (detto Abba) è stato ucciso a sprangate il 14 settembre 2008, da due commercianti milanesi. Aveva rubato un pacco di biscotti con due coetanei. Oggi Abba avrebbe 23 anni e allora ne aveva 19.
Sul Corriere della Sera (edizione di Milano) leggiamo:
In particolare, la prima sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 31454 depositata mercoledì, ha rilevato che i giudici del merito non hanno dato adeguata motivazione circa l’aggravante: «l’indagine omessa in funzione della valutazione della sussistenza o meno del futile motivo – si legge nella sentenza – è proprio quella attinente alla componente psichica soggettiva che indusse i Cristofoli, persone di non elevata cultura, reduci da una pesante notte di lavoro e pronti a continuare la loro attività nel bar, a reagire, seppure del tutto sproporzionatamente sul piano oggettivo, al piccolo furto commesso ai loro danni dai giovani stranieri al culmine di una notte di pellegrinanti evasioni che li rese particolarmente disinibiti e scanzonati al cospetto degli affaticati e suscettibili derubati».
Leonardo Sciascia aveva a suo tempo evidenziato la sintassi grottesca del gergo giudiziario.<br />
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Nel nostro piccolo vorremmo continuare questo lavoro analizzando alcuni degli elementi più scandalosi di questa sentenza:<br />
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- La “componente psichica soggetttiva”:
Se non ci sono perizie mediche che attestino l’incapacità di intendere e di volere, questa frase perde ogni significato, ogni contatto con la realtà. Quindi lo stato d’animo può essere una attenuante? Se tua moglie ti tradisce, puoi ubriacarti e poi metterti alla guida, se poi investi e uccidi un giovane di 19 anni, troverai dei giudici che giustificheranno l’omicidio dicendo che la tua “condizione psichica soggettiva” va calcolata come attenuante. O no?
-”persone di non elevata cultura”:
Qui siamo davvero nell’assurdo: i due assassini (ricordiamo i nomi di chi ha commesso tale delitto: Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio) sarebbero persone di “cultura non elevata”. Due piccoli imprenditori non analfabeti non possono aspirare a far parte dello stesso terreno culturale di chi le sentenze le scrive. Impossibile non pensare al torturatore che in Germania abusò per settimane della propria compagna, e subì una condanna mite perchè il tribunale gli riconosceva l’attenuante di essere sardo, quindi appartenente ad un popolo violento e possessivo.<br />
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I giudici di Milano usano l’espressione di non elevata cultura”, che oltre a perpetuare quel pensiero classista che reputa ignorante chiunque non abbia una laurea, rischia di diventare un pericoloso precedente per la giurisprudenza italiana. Fausto e Daniele Cristofoli erano proprietari di un bar, quindi erano due (piccoli) imprenditori. Per fare tale mestiere bisogna saper leggere, scrivere e far di conto, quindi sicuramente non erano analfabeti. Fausto Cristofoli aveva letto l’Etica Nicomachea di Aristotele? Daniele Cristofoli conosceva il greco antico? Quali sono i requisiti minimi che distinguono una persona di elevata cultura da un’altra “di non elevata cultura”? Una laurea in Giurisprudenza? Una dichiarazione dei redditi superiore ai 70mila euro l’anno?
A Flavio Briatore o ad Antonio Cassano verrebbe riconosciuta l’attenuante della “cultura non elevata” se dovessero uccidere a sprangate in testa un diciannovenne? La maggior parte degli assassinii di mafia compiuti in Sicilia negli anni ’60 ’70 ’80 e ’90 del Novecento erano compiuti da analfabeti o semi-analfabeti.
Se colleghiamo le due sentenze (quella tedesca sul sardo e questa di Milano) possiamo capire che Falcone e Borsellino sono stati soltanto degli inquisitori sadici, che non hanno saputo riconscere le attenuanti etniche e culturali degli imputati del maxi processo.<br />
<br />
Analfabeti, provenienti da culture retrograde dove la morte è onnipresente, i killer di mafia avrebbero dovuto godere di ogni attenuante possibile. Purtroppo Falcone e Borsellino, coi loro duri metodi inquisitori, hanno riportato il Medioevo in Sicilia. D’altronde anche loro erano Siciliani purosangue. Tutto si spiega.
- “reagire sproporzionatamente al piccolo furto compiuto da alcuni stranieri”:<br />
<br />
Qui il giudice che ha scritto la sentenza o è ignorante o è in malafede: Abdoul Guiebre aveva la cittadinanza italiana, NON ERA STRANIERO. Pur essendo nato in Burkina Faso era italiano. Il giudice dovrebbe saperlo. Non vorremmo pensare male, ma inserire l’espressione “alcuni stranieri” all’interno di una SENTENZA DEL TRIBUNALE sembra davvero una cosa inutile, per non dire razzista: a chi importa la nazionalità di chi compie un “furto”?<br />
<br />
Il fatto che fossero “stranieri” (cosa NON VERA) potrebbe valere come attenuante? Implicitamente è questo il messaggio che il giudice fa passare nella sua sentenza.
-”piccolo furto commesso ai loro danni dai giovani stranieri al culmine di una notte di pellegrinanti evasioni che li rese particolarmente disinibiti e scanzonati al cospetto degli affaticati e suscettibili derubati”:
Immaginiamo che per “pellegrinanti evasioni” si intenda “una serata passata in giro per locali”. Purtroppo noi persone di “non elevata cultura” dobbiamo sforzarci per comprendere il lessico aulico dell’èlite culturale togata. Sempre sforzandoci di comprendere, il fatto che dei teenager fossero usciti a divertirsi mentre Fausto e Daniele Cristofoli lavoravano sembrerebbe rappresentare una attenuante da inserire nel quadro della componente psichica soggettiva di persone di cultura non elevata che subiscono un piccolo furto (del valore di meno di 10 euro, ricordiamolo!) compiuto da stranieri (in realtà Abbdoul Guiebre era cittadino italiano). Insomma, un disastro linguistico e giuridico: ecco cosa rappresenta questa sentenza.<br />
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Carlo Trombino su <a href="http://www.corriereimmigrazione.it/ci/2012/09/la-sentenza-su-abba/">corriereimmigrazione.it</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-25791467926556198132012-06-25T12:26:00.003+02:002012-06-25T12:26:57.188+02:00Perchè usare definizioni culturali per indicare esperienze negative?Sabato 16 giugno si è tenuto a Cernusco il <a href="http://www.prolococittacernuscosn.it/Images/Volantini/Volantino%20Riciclo%202012.pdf" target="_blank">mercatino del riciclo</a> organizzato dalla <a href="http://www.prolococittacernuscosn.it/" target="_blank">ProLoco</a> che aveva convocato l'iniziativa con queste parle:
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<blockquote>
"Consumare in modo consapevole", promuovere un nuovo stile di vita e un modello economico dove le persone, il pianeta e il profitto vivono in armonia.
Per tutti coloro che vorrebbero vendere o scambiare oggetti di casa che non servono più o più semplicemente oggetti che non ci piacciono più. Ciò che per noi è diventato inutile ad altri potrebbe servire ! Pensaci, ti aspettiamo !</blockquote>
<a href="http://robertocodazzi.it/wp-content/uploads/2012/06/mossini.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" class="alignright size-full wp-image-397" height="485" src="http://robertocodazzi.it/wp-content/uploads/2012/06/mossini.jpg" title="mossini" width="399" /></a>Un'idea rivolta soprattutto ai bambini per insegnare loro il valore delle cose, l'importanza di non cedere al consumismo più sfrenato che pensa solo a buttare quello che non piace più, un'iniziativa ecologia ed educativa, senza alcune pretesa di volere essere fiera o mercato professionale. Ma a qualcuno non è piaciuto. Il consigliere del PDL e costruttore, <a href="http://www.ediesse.net/dettaglio.php?id=470&liv=34" target="_blank">Giuliano Mossini</a>, ha infatti criticato le bancarelle "disorganizzate" a Cernusco in Folio definendo l'iniziativa un "bazar marocchino".
Senza voler entrare nella valutazione estetica dell'iniziativa, mi chiedo cosa abbia spinto il consigliere Mossini a definirlo "bazar marocchino". Facciamo delle ipotesi:
- la ProLoco di Cernusco avrà occupato varie vie e larghi del centro città costruendo degli <strong>spazi chiusi</strong> dedicati al commercio? Visto che questa è la definizione di bazar. Non credo proprio...
- forse Mossini, si sarà confuso, e voleva parlare di "suq", che è uno spazio aperto dedicato al commercio. Caratteristica principale del suq è il fatto che i prodotti non hanno un prezzo definito ma il loro valore viene definito dalla <strong>contrattazione</strong> tra venditore e compratore. Dubito, però, che il consigliere PDL si sia fermato a fare compere per verificare che questa pratica vosse veramente rispettata.
- a questo punto cosa avrà fatto pensare al <strong>Marocco</strong>? forse la presenza di molte spezie: il rosso della paprika, il beige del cumino, il giallo della curcuma, il verde dei semi di anice… oppure la presenza di tessuti artigianali come la seta sisal o il lino, oppure i ricami delle vesti vendute dai bambini della ProLoco, sicuramente ricche di "ricami blu" e di Rabat, oppure sarà stata la presenza di the alla menta e cuscus o di bstalh,tajine, tanjia o harira.. Sarà, ma a me non sembra d'aver visto nulla di tutto ciò.
Il dubbio profondo è che <strong>non vi fosse alcun riferimento alla cultura commerciale marocchina ma che si sia voluto utilizzare il termine</strong> (improprio) <strong>"bazar marocchino" per indicare qualcosa che non piace</strong>, identificando il Marocco e le sue forme di vendita, come qualcosa da cui guardarsi con distacco e disprezzo. Allora, consigliere Mossini, critichi pure tutte le iniziative che non le piacciano, ma non usi le altre culture come <strong>epiteti dispregiativi</strong>.<br />
<br />
Fonte: <a href="http://robertocodazzi.it/2012/06/25/bazar-marocchino-o-razzismo-strisciante/">www.robertocodazzi.it</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-80880480298886674972012-04-14T12:07:00.002+02:002012-04-14T12:07:26.061+02:00Pestato professore indiano a Roma<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">''Brutto straniero tornatene a casa tua'', e giù botte, testate al naso e tanto sangue. E' il racconto di quanto successo ieri su un vagone della metro B a Roma, tra le fermate Termini e Cavour. Vittima un professore indiano di 50 anni che nella capitale insegna Inglese da 11 anni, Nazir Rafiq Ahmad, ora ricoverato nel reparto 'maxillo-facciale' dell'ospedale San Giovanni con le ossa nasali rotte. La polizia, che ha denunciato un giovane di 19 anni. Un caso che ricorda la storia di <strong style="font-weight: bold;"><a href="http://razzismoitalia.blogspot.it/2012/03/giovani-tirano-il-velo-donna-musulmana.html">Neila, la donna tunisina insultata e minacciata</a></strong> in un bar a Monterotondo da un gruppo di giovani che le hanno tirato anche il velo. </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;"><br /></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Nazir, nel letto d'ospedale, piange in silenzio e con un filo di voce, a causa delle botte ricevute al torace e al volto, si chiede ''Perche lo ha fatto? Io non lo conoscevo nemmeno, quanta violenza''. E ripercorre, con lo sguardo fisso davanti a lui, quei minuti terribili: ''Mi ero appena seduto, c'erano due posti vuoti. E questo ragazzo ha cominciato a riempirmi di parolacce e a dirmi di spostarmi, di tornare al mio paese. Io non ho risposto nulla e lui ha cominciato a picchiarmi. Poi quella testata che mi ha fatto quasi svenire''.<br /><br />La camicia </span><br />
<div class="adv adv-middle-inline" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; float: right; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 4px; margin-left: 8px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">
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del professore, quella che tiene in una borsa nella sua stanza in ospedale, è ancora tutta macchiata di sangue: ''Mi sono alzato per scendere dalla metro, a quel punto quel giovane mi ha seguito e ha continuato a picchiarmi. Una donna e poi alcuni ragazzi hanno inveito contro di lui chiedendogli di smetterla. Poi una persona in borghese appartenente alle forze dell'ordine ha mostrato il tesserino e ha intimato al ragazzo di fermarsi''. Nel frattempo, racconta l'uomo, ''il treno è stato fermato e una dottoressa che si trovava nel vagone mi ha prestato i primi soccorsi''.<br /><br />Nazir dovrà subire un'operazione martedì, come spiega Stefano Vetrano, il medico che l'ha soccorso per primo ieri sera: ''E' stato percosso e ha il naso rotto, oltre a varie contusioni ed escoriazioni''. Nella stanza d'ospedale del professore c'è un suo amico e collega, Pierluigi Gallo, docente di Filosofia, che gli ha portato un cambio visto che gli abiti erano sporchi di sangue: ''Nazir è un uomo mite, non sa darsi pace per ciò che gli è accaduto. E' anche un collaboratore del Cipax, il Centro per il dialogo interreligioso a Roma, ed è un mediatore culturale''.<br /><br />Solidarietà al professor Nazir Rafiq Ahmad è stata espressa dal sindaco Gianni Alemanno "per la vile aggressione subita e condanno fermamente l'intolleranza dimostrata dal ragazzo che lo ha colpito. Roma è una grande città che ogni giorno di più afferma la sua natura cosmopolita e che promuove il rispetto delle diversità e dell'identità delle persone".<br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;"><br /></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Fonte: <a href="http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/04/13/news/brutto_indiano_torna_a_casa_tua_botte_in_metro_arrestato_20enne-33252962/" target="_blank">Repubblica</a></span>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-61912265467993236542012-04-14T11:54:00.001+02:002012-04-14T11:54:18.919+02:00Imbarazzantismi – Il razzismo al supermercato<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; line-height: 24px;"></span><br />
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 15px; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">
Cernusco. Sto entrando in un supermercato di quartiere, in direzione opposta alla mia un ragazzo magrebino esce con qualcosa in mano passando però dal lato “ingresso”. Una signora davanti a me inizia a urlare: “Cassiera, cassiera, quel negher sta rubando!”. La cassiera alza gli occhi e tranquilla risponde: “Signora, è il ragazzo delle pulizie”.</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 15px; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">
Mi giro, il ragazzo sta pulendo l’esterno delle porte di ingresso del supermercato.</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 15px; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">
Quanti pregiudizi nei nostri occhi.</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 15px; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">
Fonte: <a href="http://robertocodazzi.it/2012/04/14/imbarazzantismi-il-razzismo-al-supermercato/">robertocodazzi.it</a></div>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-21677110784734846612012-04-14T11:36:00.006+02:002012-04-14T11:36:49.882+02:00il razzismo sull'autobus<br />
<div style="font-family: Helvetica, Tahoma, Arial, 'DejaVu Sans', sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 1em;">
Roma, storie minime di vita quotidiana. Sull’autobus 23, che conduce a piazzale Clodio, una signora tanto giovane quanto volgarotta non ne può più di stare in piedi col suo bambino e così, d’imperio, decide che un posto è suo. Si fa largo e giunge dove ci sono quattro sedie al momento occupate da due donne (di colore) e due giovani, uno bianco e uno nero. Lei, senza pensarci due volte, “chiede” all’uomo di colore di farle posto. Lui obbedisce in silenzio e lei si accomoda.</div>
<div style="font-family: Helvetica, Tahoma, Arial, 'DejaVu Sans', sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 1em;">
La donna al suo fianco non gradisce e nella sua lingua si sfoga con la dirimpettaia facendo notare che a parità di età la signora ha occupato la sedia dell’africano (credo che fosse africano) e non quella del coetaneo italiano. E poi, rivolgendosi a lui, dice, stavolta in italiano: «Hai capito?». Lui arrossisce e fa sì con la testa.</div>
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La romana, a questo punto, capisce di cosa si sta parlando e le chiede, alla Robert De Niro in Taxi driver: «Ma che ce l’hai con me?». Evidentemente, però, la signora preferisce non creare un altro caso Rosa Parks e, sia pure col volto visibilmente arrabbiato, risponde con un «tutto a posto, non ti preoccupare», prima di riprendere a mordersi le labbra. </div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Helvetica, Tahoma, Arial, 'DejaVu Sans', sans-serif; font-size: 16px;"><span><br />Fonte: <a href="http://www.linkiesta.it/blogs/mi-consento/il-razzismo-sull-autobus#ixzz1s0QebLcW" target="_blank">Linkiesta</a></span></span>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-68650830636009176132012-04-10T23:25:00.000+02:002012-04-10T23:25:49.690+02:00Cattolica: Africani accoltellati. Arrestati tre estremisti, confermato sfondo razzistaTutto inizia con un distributore di sigarette che si inceppa e non eroga il pacchetto. Sono circa le 5 del mattino in viale Curiel a Cattolica, e i due giovani, di 22 e 25 anni, un nigeriano e un marocchino, chiedono ad alcuni passanti se hanno una sigaretta da offrire loro. Purtroppo dall'altra parte trovano le persone sbagliate: degli ultras col pallino della xenofobia. “Un non ti do niente”, seguito da insulto razzista è la risposta. "A quel punto uno dei due giovani" racconta il Capitano Antonio De Lise, comandante della compagnia di Riccione, "ha reagito dicendo che lui non si faceva insultare. E' bastato quello per scatenare la reazione violenta del gruppo, scaturita nelle coltellate: che hanno raggiunto uno dei due ragazzi al collo, l'altro, che è stato anche operato, al polmone" .<br />
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Non contenti, gli aggressori continuano a minacciare i feriti con le cinte. Poi sono costretti a fuggire, perchè i due malcapitati vengono soccorsi da un giovane che passa di lì in scooter. Ma la scena è stata ripresa dalle telecamere della stessa tabaccheria. I militari appurano che non sono facce note nella zona. Coinvolgono anche l'associazione albergatori, perchè facciano mente locale se tra i turisti del ponte pasquale ci sia qualcuno con la testa rasata, come i cinque del gruppo. Nessun riscontro. Poi l'idea degli inquirenti che dà la svolta: la tabaccheria si trova vicino a un pub. Sono due camerieri del locale a ricordarsi il nome di battesimo di alcuni del gruppo ripreso e il fatto che venivano da Pesaro. Grazie alla collaborazione dei colleghi marchigiani, vengono identificati in tre. Sono figli di buona famiglia, medici professionisti. L'autore materiale delle coltellate sarebbe un operaio 26 enne originario del cagliaritano domiciliato nell'urbinate. Nel 2007 era già stato condannato per discriminazione e incitamento all'odio razziale. A casa sua vengono trovate foto di Mussolini e volantini di Forza Nuova. Pregiudicati anche gli altri due, pesaresi di 23 e 25 anni.
Ora si cerca di identificare anche il quarto e il quinto giovane che erano presenti sul luogo dell'aggressione. <br />
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fonte: <a href="http://www.newsrimini.it/news/2012/aprile/10/cattolica/nordafricani_accoltellati._arrestati_tre_estremisti__confermato_sfondo_razzista.html" target="_blank">Newsrimini</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-36619681742315052772012-03-30T14:42:00.000+02:002012-03-30T14:42:26.298+02:00Giovani tirano il velo a donna musulmana"In Italia questo non deve succedere". Il suo velo da araba strattonato da un gruppo di bulli che le urlavano: "Levatelo, qui in Italia non lo devi portare, vattene nel tuo paese". E ancora: "Kamikaze, bombardati!". E' accaduto mercoledì scorso a Neila, una donna tunisina di religione musulmana, che ha denunciato tutto e ora racconta come è stata aggredita, prima a parole poi con calci e spinte, da un gruppo di ragazzi nel centro di Monterotondo, vicino Roma. "Un'aggressione razziale e religiosa" l'ha definita sua sorella Nadia, residente da vent'anni nella cittadina e presente al momento dell'accaduto. Tutto denunciato ai carabinieri di Monterotondo, col comandante che conferma: "Ci sono stati anche insulti e spinte".
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fonte: <a href="http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/03/30/news/giovani_tirano_il_velo_ad_una_donna_musulmana_in_italia_non_devi_portarlo_vai_nel_tuo_paese-32451109/?ref=HRER2-1" target="_blank">Repubblica.it</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-2717757878183617202012-03-23T10:48:00.001+01:002012-03-23T10:52:28.239+01:00Cassazione cancella ingiustizia sull'assegno di invalidità agli stranieriLa Corte di Cassazione ha sancito un nuovo diritto per la popolazione straniera disabile disoccupata presente in Italia: con la sentenza 4110, lo scorso 14 marzo 2012, ha deliberato il riconoscimento all’assegno di invalidità civile.<br />
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La Corte ha recepito quanto già definito dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, ovvero che, qualsiasi discrimine tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato, finirebbe per risultare in contrasto con il principio di non discriminazione sancito dall’art. 14 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.<br />
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Fino alla sentenza gli stranieri disoccupati presenti regolarmente in Italia, in possesso di permesso di soggiorno, poteva chiedere il riconoscimento di invalidità civile ed essere quindi ammessi ai benefici della legge 68/99 che regola l’assunzione in aziende delle categorie protette, ma non potevano richiedere l’assegno di invalidità che invece spetta ai cittadini italiani disabili con percentuali superiori al 74% per un importo di 267,57 euro e si perde in caso di reddito superiore a 4.479,54 euro annui.<br />
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Non si sa con esattezza quanti siano gli immigrati disabili presenti in Italia: ci sono i bambini e i ragazzi che vanno a scuola, chi ha subito un infortunio sul lavoro, chi si rivolge ai centri di salute mentale. Secondo l’Inail, al 31 dicembre 2008 i lavoratori stranieri con disabilità fisica avente diritto a una rendita per invalidità permanente sono 16.537.<br />
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Questa sentenza segue quella del 16 dicembre scorso con la quale, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 80 c. 19 della legge n. 388/2000 (legge finanziaria 2001), nella parte in cui subordina al requisito della titolarità della carta di soggiorno la concessione ai minori stranieri di Paesi terzi non membri dell’UE dell’indennità di frequenza di cui all’art. 1 della legge n. 289/1990. L’indennità risponde alle esigenze di assicurare la cura, la riabilitazione e l’istruzione per i minori invalidi civili con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.<br />
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Fonte: <a href="http://tuttosullavoro.libero.it/gallery/12425/assegno-anche-per-i-disabili-stranieri/">Tutto sul Lavoro</a> via <a href="http://robertocodazzi.it/2012/03/23/assegno-di-invalidita-ne-hanno-diritto-tutti-i-disabili-italiani-o-stranieri-che-siano/">Kuda</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-8865271655453990952012-03-17T22:36:00.001+01:002012-03-17T22:36:16.186+01:00IL diritto al voto degli immigratiUna riflessione che parte dalla <a href="http://robertocodazzi.it/2012/03/17/il-valore-economico-degli-immigrati-e-il-loro-diritto-al-voto/" target="_blank">pubblicità</a>.AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-70815581520644260652012-02-28T10:02:00.002+01:002012-02-28T10:02:20.190+01:00Per sostenere la lotta per i diritti umani in Bahrain chiediamo a Ferrari e Toro Rosso di non correre il gran premioL'appello nasce <a href="http://robertocodazzi.it/2012/02/28/ferrari-e-toro-rosso-non-andate-a-correre-in-bahrain/" target="_blank">qui</a> e l'Osservatorio lo sostiene.AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-55841548169773830302012-02-28T09:06:00.000+01:002012-02-28T09:06:43.267+01:00Nuovo sgombero rom da parte della polizia locale di LegnanoNuovo intervento della polizia locale nei soliti campi sterrati “adottati” dai rom e che si trovano a ridosso della provinciale per Inveruno. Periodicamente i vigili urbani intervengono per tenere alta la pressione e ieri la modalità si è ripetuta secondo lo stesso copione. Quando le pattuglie dei ghisa in mattinata — affiancati dagli uomini della Protezione civile — sono entrate nel campo erano presenti una decina di persone. Le solite. Questo ha così permesso di effettuare le operazioni di abbattimento delle casupole di fortuna erette e fatte sostanzialmente di cartone.
All'operazione ha preso parte anche la proprietà, e cioè l’Iper: intervento resosi necessario per ripulire dalle montagne di masserizie il terreno. Perché alla fine proprio di questo si è trattato. Di una grossa pulizia per ridurre ai minimi termini i rischi di infezione: soprattutto d’estate sterpaglie e arbusti sono infatti il rifugio di topi e pantegane richiamati qui dai rifiuti. Sul fronte invece della identificazione degli zingari, nessuna novità.
In realtà già nei giorni precedenti la polizia locale aveva proceduto al rilevamento della popolazione presente — alla fine poche unità fra donne, uomini e bambini. Tutti stranoti alle forze dell’ordine e già fotosegnalati. Segno che l’area, suddivisa poi al suo interno in più campetti autonomi, sta assumendo caratteristiche di un vero e proprio stanziamento semipermanente.
Oggi il comando di corso Magenta divulgherà dati precisi circa il totale di masserizie portate via e il numero di persone identificate. Ma al di là della statistica rimane il fatto che a cinque anni di distanza da quella che era stata una promessa elettorale dell’allora candidato Vitali, e cioè d’impedire che in città si formassero degli accampamenti irregolari, questa scommessa non può dirsi vinta al cento per cento. Da allora ad adesso sono decine — non si contano più — i blitz della polizia locale. Una volta col supporto della polizia di Stato, un’altra con quello dei carabinieri.
Lo ammette anche l’assessore alla Sicurezza Elio Faggionato: «È in parte vero, ma se dai vertici nazionali e internazionali, vedi la condanna dell’Italia da parte della giustizia europea per il respingimento dei profughi libici, arriva questo tipo di messaggio, non è che noi a Legnano possiamo risolverlo alla radice». Si cerca così di percorrere strade alternative. Come quella che, d’accordo fra Comune e proprietà, ha portato Iper a radere al suolo arbusti incolti e sterpaglie. A cui seguirà la recinzione.
E ieri pomeriggio, intorno alle sei, un nuovo blitz al quale ha preso parte lo stesso Faggionato. Quattro le persone allontanate. Si erano ricollocate a ridosso della vicinale per Villa Cortese.<br />
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fonte: <a href="http://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/2012/02/28/673952-nuovo_sgombero.shtml" target="_blank">Il Giorno</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-56330582781521208312012-02-26T12:05:00.002+01:002012-02-26T12:05:53.241+01:00Giovane marocchino muore in questura, giallo a FirenzeEra entrato nella camera di sicurezza della questura nella notte, ubriaco ma apparentemente in salute. Quando ieri mattina intorno alle undici gli agenti si sono affacciati alla sua cella, si sono accorti che non dava segni di vita. Gli hanno toccato il collo per controllare il battito cardiaco e hanno capito che non c’era un minuto da perdere. Ma per Rami Chaban, un marocchino senza fissa dimora di 26 anni, fermato nella notte a Firenze per rapina e tentata violenza sessuale, non c’era più niente da fare.
In pochi minuti in via Zara è arrivata l’auto con il medico, poi – dato che le condizioni del paziente erano disperate - un’ambulanza. Nonostante gli sforzi dei medici il cuore del giovane non ha ripreso a battere. Le manovre di rianimazione sono andate avanti per oltre mezz’ora, ma verso mezzogiorno i sanitari si sono arresi. E così, nel momento in cui Rami Chaban avrebbe dovuto varcare le porte del carcere di Sollicciano, il suo corpo è arrivato, chiuso in una bara, all’istituto di medicina legale di Careggi. Qui, nei prossimi giorni, sarà effettuata l’autopsia. Il medico del 118, nel suo referto, ha escluso la presenza di traumi e ferite. Parla di «arresto cardiocircolatorio», ipotizzando una morte dovuta a cause naturali. Ma c’è un precedente che non può passare inosservato.
Neppure un mese fa, il 28 gennaio, sempre nelle celle dei sotterranei della questura fiorentina, un marocchino di 26 anni, fermato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, si era impiccato appendendo un lembo di coperta alla grata della porta blindata. All’indomani di quella morte, la Procura aveva aperto un’inchiesta, ma non sono emersi elementi che facciano pensare a una dinamica diversa dal suicidio.
Ora la nuova indagine dovrà stabilire cosa abbia ucciso Rami Chaban e dovrà fugare ogni dubbio sulla presenza di una ferita alla testa, riscontrata dal medico legale in una successiva ispezione cadaverica. Una lesione che potrebbe essere stata provocata durante la concitata rianimazione. Di certo, per ora, c’è solo la sequenza degli eventi che, al termine di una serata ad alta gradazione alcolica, ha portato il 26enne in cella.
Venerdì sera, il giovane, noto alle forze dell’ordine, era uscito con una donna polacca e il suo compagno, anche lui marocchino. Quando il fidanzato della ragazza si era allontanato per qualche minuto lasciando soli i due, nei pressi della stazione Leopolda, Rami Chaban avrebbe importunato la ragazza, cercando di violentarla. Lei avrebbe reagito respingendolo bruscamente, e lui le ha sottratto con la forza il cellulare. Al ritorno del fidanzato, la giovane gli ha raccontato l’accaduto e lui ha deciso di chiamare la polizia: tra i due uomini ci sarebbe stata una colluttazione.
Gli agenti della Polfer hanno bloccato e arrestato il 27enne, accompagnandolo in questura. In cella, Rami Chaban è arrivato intorno alle 4 del mattino: sembrava tranquillo, non ha dato in escandescenze, spiegano gli agenti, ancora sconvolti. In via Zara avrebbe dovuto trascorrere solo poche ore. Dopo la tragedia del 28 gennaio scorso, la vigilanza nelle camere di sicurezza era stata aumentata. Per questo motivo gli agenti incaricati della sua sorveglianza, in attesa del trasferimento, lo hanno controllato più volte. Poco prima che scattasse l’allarme, un poliziotto si era affacciato: «Sembrava che dormisse profondamente», ha spiegato.
Fonte: <a href="http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/444049/">La Stampa</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-56369613606591035482012-02-08T13:16:00.001+01:002012-02-08T13:16:31.909+01:00Albenga. Mauro Aicardi denuciato per istigazione all’odio razziale.La Procura di Savona ha aperto un fascicolo sulla frase postata da Mauro Aicardi su facebook. Istigazione all’odio razziale il reato contestato al leghista ingauno. L’agricoltore si trova così a dover rispondere di una frase che ha scosso le coscienze di migliaia di persone che si sono attivate, sempre via web, per chiedere le sue dimissioni dal consiglio comunale.
Sono decine le pagine google dedicate alla frase sui forni per gli immigrati, giornali web e quotidiani che hanno dedicato intere pagine sul caso del leghista che è difeso a spada tratta dalla sua gente e dal sindaco Guarnieri. Mauro è un uomo simpatico e un bravo ragazzo, ma deve aver scritto con troppa leggerezza una frase che suscita ricordi dolorosi per la tragedia vissuta dagli ebrei.
Seguendo la scia di affermazioni dei suoi capi, da Calderoli a Borghezio, non ha compreso di aver toccato un tasto e un nervo ancora aperto nella memoria di tanti. Le scuse di Mauro non sono bastate e neppure la chiusura della sua pagina facebook, il Procuratore di di Savona Francantonio Granero ha aperto un fascicolo e Aicardi dovrà affrontare un procedimento delicato per il reato di istigazione all’odio razziale.
Se fosse costretto alle dimissioni, dopo il clamore mediatico che lo ha investito, la maggioranza del sindaco Guarnieri sarebbe praticamente finita, o in ostaggio dei centristi Pollio e Cangialosi. Ecco che la Lega è costretta a fare quadrato intorno al suo consigliere ed evitare che lui si dimetta. Di diverso avviso l’opposizione che chiede la testa del consigliere e le sue dimissioni immediate.
fonte: <a href="http://albengacorsara.it/2012/01/11/albenga-mauro-aicardi-denuciato-per-istigazione-allodio-razziale/">Albenga Corsara</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-703735492621202122.post-80709865133359745662012-02-08T13:14:00.001+01:002012-02-08T13:14:27.637+01:00Genova, studentessa colombiana massacrata di botte per aver reagito a una pallonata in facciaL'hanno massacrata di botte dopo che lei si era rifiutata di «fare quattro tiri a calcio» con loro. Per questo le hanno prima tirato una pallonata in faccia poi, di fronte alle sue proteste, l'hanno presa a calci e pugni lasciandola a terra con una gamba rotta. È successo lo notte scorsa in piazza Caricamento, nel centro storico di Genova, una delle zone più frequentate da cittadini stranieri, vittima una studentessa colombiana di 24 anni.
L'aggressione. La giovane ha denunciato alla polizia che stava transitando nella piazza quando è stata avvicinata da quattro giovani con un pallone. «Avevano circa vent'anni ed erano stranieri - ha detto agli agenti -. Mi hanno chiesto se volevo giocare con loro, ma io ho rifiutato e ho cercato di allontanarmi». Senonchè uno di loro, in segno di derisione, ha tirato una pallonata contro di lei che l'ha colpita in faccia. A quel punto la studentessa, sempre stando alla sua denuncia, si è girata e ha protestato. Ma invece delle scuse ha ricevuto calci e pugni: i quattro le si sono avventati contro e l'hanno massacrata di botte, colpendola con calci e pugni e lasciandola a terra con una gamba rotta.
I soccorsi. In soccorso della colombiana sono intervenuti alcuni passanti tra cui lo stesso fidanzato della giovane. La sudamericana è stata trasportata al pronto soccorso dell'ospedale Galliera, dove le è stata diagnosticata la rottura della tibia e del perone, e una prognosi di 30 giorni. La polizia sta cercando di risalire ai quattro giovani autori del pestaggio.
fonte: <a href="http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=178119&sez=ITALIA">il Mattino</a>AdminKhttp://www.blogger.com/profile/14725041648558505941noreply@blogger.com0