perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


giovedì 1 ottobre 2009

Il Friuli Venezia Giulia prova a escludere i migranti dal welfare

Millecinquecento firme per dire no alla proposta di legge leghista che restringe i diritti di accesso al welfare in Friuli Venezia Giulia. La Rete regionale per i diritti di cittadinanza le ha consegnate oggi a Trieste ai capigruppo del Consiglio, impegnati proprio nella discussione di questa proposta di legge. «Se sarà approvata, il welfare regionale, da strumento di integrazione sociale, diventerà mezzo di emarginazione e rifiuto dell’altro», affermano i portavoce della Rete, a cui aderiscono un centinaio di soggetti della società civile, tra associazioni, sindacati, singoli cittadini italiani e immigrati, di Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste.

La proposta di legge 39 del 2009 riserva una serie di prestazioni sociali solo a chi risiede in Friuli Venezia Giulia da almeno 15 anni: la carta famiglia, i contributi per l’accesso al nido d’infanzia, gli assegni di studio, l’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica. In realtà, in base alla legge regionale 16 del 2008 si prevede già, per l’assegnazione degli alloggi pubblici, il requisito di residenza decennale in Italia, di cui almeno cinque in Friuli Venezia Giulia.

La discussione è ricominciata in terza Commissione consiliare, dopo la pausa estiva, il 15 settembre. Ma la Lega Nord ha premuto sull’acceleratore fino a portarla direttamente in aula, mercoledì 30 settembre, senza ulteriori esami, audizioni, senza dibattiti o confronti. Nel frattempo è stato anche modificato il titolo, da «Modifiche legislative a sostegno dei soggetti che risiedono o prestano attività lavorativa in Regione da almeno quindici anni» a «Sostegno ai lavoratori residenti in regione».
Walter Citti, dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione [Asgi], afferma: «La norma andrà in contrasto evidentemente con la Costituzione, che garantisce il diritto all’istruzione e pari opportunità negli studi. E contrasterà con il diritto comunitario, che esclude ogni forma di discriminazione, anche indiretta, fondata cioè sul requisito di anzianità di residenza. Questo criterio, infatti, può essere più facilmente soddisfatto dagli italiani rispetto agli stranieri».
Il provvedimento non discriminerà solo gli immigrati dall’estero, ma anche dalle altre regioni, compreso il vicino Veneto, senza dimenticare i cittadini friulani e giuliani emigrati e rientrati di recente.
Concludono i portavoce della Rete diritti: «Se il testo sarà approvato, il Friuli Venezia Giulia sarà l’unica regione in Italia connotata da questa gravissima discriminazione, un’azione di disgregazione sociale, contraria alla Costituzione, alla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo, sulla pari dignità di ogni persona e sull’uguaglianza dei diritti per tutti».

fonte: Carta

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