Chi vi scrive è un detenuto della Casa Circondariale “Lo Russo e Cutugno” di Torino. Sono di nazionalità romena, con una pena definitiva di 8 anni e 11 mesi, arrestato nel 2003, e con fine pena al 30 dicembre 2010. In riferimento alla Convenzione di Strasburgo ho provveduto a fare richiesta al Ministero di Giustizia (più volte da me sollecitato nell’anno 2003 davanti alla Corte d’appello di Torino, nel 12 settembre 2008 e nel 27 marzo 2009 direttamente al ministero della Giustizia e con due lettere direttamente inviate al ministro Alfano), di poter scontare la pena in Romania, così da avere vicino la mia famiglia. Inoltre a fine pena sarebbe più facile l’inserimento del detenuto nel proprio Paese. A tutt’oggi non ho avuto la benché minima risposta né dal ministero, né dal ministro di Giustizia.
Mi sento in dovere di riferirvi anche la mia esperienza, credendo di non essere il solo straniero che vuole scontare la sua pena al proprio Paese, ed è per questo che voglio denunciare lo stato di negligenza e di assoluto assenteismo delle autorità competenti. Mi sento preso in giro e torturato mentalmente. Tutto questo a maggior ragione, è ancora vissuto da parte mia e da tanti altri detenuti in modo più crudele, considerato anche il sovraffollamento delle carceri italiane. Mi chiedo allora, cosa aspetta il governo a trovare una soluzione? Gli strumenti ci sono. Forse è la volontà politica che manca? Non sarebbe il caso, dato l’urgenza di risolvere il problema delle carceri, incominciare ad estradare subito coloro che ne fanno richiesta, compreso il sottoscritto? Nonostante tutti gli accordi presi dai vari ministri per destinare i detenuti stranieri nel proprio Paese, io sono ancora qua!
fonte: Avvenire
mercoledì 2 settembre 2009
«Voglio tornare in Romania ma nessuno mi risponde»
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