Bisognerebbe capire perché ci sia ancora chi va allo stadio per urlare «buuu» ai giocatori di colore. Ieri è successo a Cagliari in maniera prima blanda nei confronti di Samuel Eto’o e poi con forza crescente nella ripresa, dopo che era entrato Mario Balotelli. Il comportamento del Cagliari, come società, è stato in linea con quanto previsto dalle norme federali: dopo l’annuncio di inizio partita, per due volte, nel secondo tempo, attraverso l’altoparlante, è stato ricordato che in base alle nuove norme, «in presenza di cori razzisti, la gara può essere sospesa e si può arrivare anche alla vittoria a tavolino per 3-0 della squadra ospite».
Orsato, impegnato a dirigere una gara che gli stava scappando di mano, forse non si è accorto di nulla oppure ha pensato che le urla, ancorché ripetute, non fossero così gravi da giustificare un’interruzione anche se di pochi minuti, così come previsto dalle norme della Federcalcio. Resta il fatto che la partita è andata avanti fino alla conclusione, come se nulla stesse accadendo, mentre Eto’o e Balotelli non hanno dato il minimo segnale di reazione e hanno continuato a giocare. Quello di Cagliari è stato il primo caso di ripetuti cori razzisti dopo quanto accaduto a Balotelli in Juve-Inter del 18 aprile, che aveva indotto la Figc a varare una normativa in linea con quella europea voluta dall’Uefa.
fonte: Corriere della Sera
lunedì 21 settembre 2009
Balotelli ed Eto’o ritornano i cori razzisti
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