perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


giovedì 24 settembre 2009

"Il burqa che indossa mi fa paura via quella donna dal supermarket"

"E vedo questa persona, dico persona perché nemmeno so se era una donna o un uomo. E mi inquieta, mi inquieta parecchio, mi fa anche un po' paura". Un fantasma al supermercato Bennet, un fantasma col carrello della spesa. La signora Marisa, casalinga, protesta. Si appella alla legge che vieta di girare in pubblico col viso coperto. Chiede che si intervenga. Che si chiamino i carabinieri. Che qualcuno scopra il volto a quella "persona". Non interviene nessuno, nessuno "ha disposizioni". La signora Marisa se ne va, con lei esce quella "persona", non si parlano. Un nuovo caso a pochi giorni dalla protesta assai più movimentata di Daniela Santanché a Milano. Caso anche raro, se è vero quel che dice il sindaco Fabio Sforza: "Mai visto una donna col burqa da queste parti, dove pure di islamici ce ne sono parecchi".

Eppure succede, se ne discute, succederà di nuovo. Diciamo un episodio senza schiamazzi, niente a che vedere con quella volta che - qualche anno fa - il sindaco-sceriffo di Treviso Gentilini dichiarò una guerra personale alle donne velate. Ma è proprio la cornice modesta, domestica, di una spesa al supermercato a far drizzare le antenne. Il "disagio" davanti a una persona che non si lascia vedere, addirittura la paura. Paura di un fantasma sconosciuto.
Razzismo? Il solo a pronunciare la parola è Sandro Michelet, direttore del supermercato, che all'Ansa dichiara: "Fare la spesa è un diritto di quella donna. Noi non siamo razzisti e non troviamo nulla di male se uno osserva le sue tradizioni". E aggiunge la nota professionale: "Fra l'altro quella donna frequenta il negozio da tempo, accompagnata dal marito". La signora Marisa non accetta: "Nemmeno io sono razzista, ci mancherebbe. Ho vicini e amici musulmani, che vengono a cena a casa mia. Sono praticanti. Io conosco i loro precetti alimentari, e mi adeguo. Per esempio, non uso aceto perché è fatto col vino".

fonte: Repubblica

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