perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


domenica 6 settembre 2009

Colf in 13 famiglie, nessuno la regolarizza

Si chiama Lourdes, ha 39 anni, è boliviana di Cochabamba, cittadi­na di pianura da mezzo milione di abitan­ti. Non è escluso che qualcuno di voi la co­nosca: in giro la si vede spesso. Lavora in­fatti in 13 case milanesi, e forse è un re­cord. A Lourdes, il 13 in dote ha portato la fortuna di tutte queste famiglie che l’han­no assunta come colf e la sfortuna che del­le famiglie nessuna voglia (o possa) rego­larizzarla.

Martedì è partita la sanatoria per badan­ti e altri lavoratori domestici. Ci sono una domanda da presentare, documenti da al­legare, soldi da versare. La signora Lour­des comincia da quest’ultimo capitolo: «Bisogna pagare 500 euro di contributo forfettario. Li pago io, ci mancherebbe. L’ho detto e ripetuto a tutti». Non pare sia però un problema di denaro. Un problema per le famiglie, beninteso, visto che Lour­des dice di guadagnare «sugli 800-900 eu­ro al mese». Le famiglie, sempre ad ascol­tare la signora, bassa di statura e con un’espressione decisa (ha carattere da ma­stino, per incontrarla bisogna mettersi in coda, attacca a lavorare alle 7 del mattino e finisce alle 7 di sera, gli intervalli di pau­sa sono rari e utilizzati per i trasferimenti da un appartamento all’altro), le famiglie, dicevamo, sono di cosiddetto ceto me­dio- alto.

Ci sono un medico, un alto diri­gente di banca, e via elencando.

Nella sanatoria, uno dei requisiti è un contratto minimo di 20 ore settimanali. Lourdes, che ha sette figli (in Italia si è por­tata il maggiore e il minore, hanno 22 e 6 anni), ogni settimana lavora certo più di 20 ore, a volte il doppio, spesso il triplo; solo che non lo fa per un singolo datore di lavoro. Maurizio Bove, sindacalista della Cisl, su questa storia si sta spaccando la testa. Cerca una soluzione, e però senza tralasciare, tiene a precisare, altre quaran­ta donne, sempre colf o domestiche, alle prese con un’altra disperazione: i padroni, per evitare documenti e iter burocratici, le hanno già cacciate. Licenziate, abbandona­te.

Al posto loro, gli italiani, hanno assun­to immigrate appena sbarcate, forza lavo­ro nuova, più ricattabile, con meno prete­se, figurarsi la sanatoria.

Lourdes non sa come andrà a finire que­sta storia. Spera, ovvio, che si risolva. Ma non è tanto la quotidianità da precaria che la spaventa. «Sono una clandestina. I me­dici posso denunciarci, giusto? Sono da cinque anni tra voi, ma non sono mai an­data da un dottore, o in ospedale».

fonte: Corriere della Sera

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