perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


giovedì 17 settembre 2009

Cento immigrati nella tendopoli lager Così vivevano gli «schiavi» del pomodoro

Tende e baracche di fortuna con lavatrici e frigoriferi in mezzo alla strada e come servizi igienici solo una buca larga un me­tro e mezzo e profonda due senza al­cuna protezione per la riservatezza. Cosi vivevano 112 cittadini stranieri, bulgari e romeni, all’interno di una tendopoli scoperta dai carabinieri e dagli agenti della Polizia Municipale alla periferia di Trinitapoli, in via Pi­tagora. Centododici persone - tra cui an­che diverse donne e bambini - giun­ti nel centro ofantino per lavorare co­me braccianti agricoli nelle campa­gne circostanti, soprattutto per la raccolta del pomodoro.

Il campo do­ve vivevano gli stranieri era stato rea­lizzato in un terreno agricolo di pro­prietà di un pensionato di Trinitapo­li di circa sessanta anni che, forse proprio per nascondere la tendopoli, aveva recintato con un muro di tufo alto circa tre metri. All’interno del terreno gli investi­gatori hanno trovato sessantotto ten­de da campeggio di varie dimensio­ni, molte delle quali erano state rea­lizzate a ridosso di piccole baracche in legno per rendere più agevola la permanenza nel campo.

I bulgari e i romeni, infatti, non avevano né acqua corrente e né ser­vizi igienici. In particolare come ba­gno gli stranieri utilizzavano una bu­ca - che avevano realizzato al centro del terreno - larga un metro e mezzo e profonda due metri: la buca, che non aveva alcuna protezione per la privacy, veniva utilizzata da uomini e donne indistintamente. Per lavarsi i braccianti usavano una fontana che si trovava all’ingresso della tendopo­li e che era allacciata alla rete idrica del pensionato. Acqua che serviva anche per cucinare e che veniva uti­lizzata pure in quattro piccole strut­ture di fortuna, in legno e mattoni, realizzate anche loro all’ingresso del terreno e che venivano usati locali per la doccia. Nel corso delle indagini i carabi­nieri di Trinitapoli e della compa­gnia di Cerignola hanno scoperto che gli stranieri pagavano al pro­prietario del fondo un fitto settima­nale di quindici euro a testa, pari a oltre mille e seicento euro ogni set­timana. Poiché gli stranieri che vivevano all’interno del terreno sono comuni­tari al pensionato gli investigatori hanno contestato soltanto violazioni sulle leggi igienico-sanitarie, attività abusiva di affitta camere, oltre alla realizzazione di strutture abusive. Inoltre gli è stato intimato di abbatte­re sia il muro di cinta che nasconde­va la tendopoli e tutte le altre struttu­re realizzare abusivamente come i lo­cali adibiti a locali per la doccia. Il blitz di ieri mattina rientra in una serie di controlli disposti dai ca­rabinieri - con la collaborazione dei colleghi del nucleo Ispettorato del La­voro - nei comuni ofantini dove maggiormente è presente la concen­trazione di cittadini stranieri che vengono utilizzati come braccianti agricoli nelle campagne di Trinitapo­li, San Ferdinando di Puglia e in altri comuni della neonata provincia pu­gliese per la raccolta del pomodoro e di altre colture. Ieri a Stornarella i carabinieri han­no controllato tre aziende agricole che impiegavano lavoratori alcuni dei quali stranieri, tutti regolarmen­te assunti.

fonte: Corriere della Sera

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