perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


sabato 26 settembre 2009

Look etnico, via dal negozio

Razzismo e pregiudizio o esasperazione? L'uno e l'altra per una vicenda accaduta martedì sera in centro a Pisa, quando una signora pisana in abito etnico è stata letteralmente buttata fuori a spintoni da un negozio, presumibilmente perché scambiata per una extracomunitaria.
Tutto questo anche se si esprime in italiano perfetto e in italiano perfetto aveva chiesto al negoziante: ma lei sta scherzando? Conclusione: la signora è sdegnata, non tanto per il fatto in sé, quanto al pensiero che una persona possa esser trattata male solo in base alla sua nazionalità, anche perché - aggiunge - potrebbe essere una persona ricca; la titolare del negozio (l'attività Le Griffe, in via dei Rigattieri), sostituita in quel momento dal marito, si scusa costernata e spiega che ha subito negli ultimi mesi cinque furti per un totale di quattromila euro di danno, per cui vaglia la clientela con attenzione.
La protagonista di questa storia è una pisana doc: Laura Oliva, 52 anni, da poco residente a Cascina, impiegata in una nota azienda pontederese, ex sindacalista della Cgil. Una bella signora che ama gli abiti etnici.
«Amo gli abiti etnici - racconta indignata - e mio figlio, che lavora come desk manager nei progetti umanitari della Comunità europea, a volte mi regala capi originali acquistati all'estero, come quello che indossavo l'altro pomeriggio, quando mia madre, una bella signora ottantenne ed elegante, aveva deciso di uscire con me e mia sorella per farci un bel regalo. Abbiamo visto tanti negozi e siamo state accolte ovunque benissimo, perché Pisa è una città accogliente, voglio sottolinearlo. Poi abbiamo deciso di entrare in questo negozio perché avevo visto qualcosa di piacevole. Io indossavo il mio vistoso abito arancione. Appena messo piede dentro, il proprietario mi ha detto con enfasi: no, fuori, fuori. No cosa?: ho chiesto, pensavo che scherzasse. A quel punto lui si è alzato, mi ha messo le mani sulle spalle e mi ha letteralmente buttato fuori a spintoni. Gli ho detto che avrei chiamato i vigili urbani e che l'avrei denunciato perché non poteva toccarmi: lui a quel punto, mentre in strada si formava il classico capannello di gente, si è scusato e mi ha detto: prego, si accomodi. Si accomodi? In quel negozio non metterò più piede davvero e gliel'ho detto».
La proprietaria del negozio - non vuole rilevare il suo nome, né quello del marito - è dispiaciuta. «Abbiamo subito cinque furti in poche settimane», spiega.

fonte: Il Tirreno

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