Emmanuel è negro. Non aveva bisogno che glielo scrivessero - stando a quanto racconta - sulla busta che la polizia municipale di Parma gli ha riconsegnato con i suoi effetti personali. Dopo averlo fermato, ammanettato, picchiato, minacciato, insultato, trattenuto al Comando per ore. Lo sa che è negro, che glielo scrivono a fare, si domanda. Stando al suo racconto, Emmanuel Foster Bonsu, che da 6 anni vive a Parma e frequenta le serali all'Itis per diventare progettista meccanico, è certo che la sua versione dei fatti sia quella ufficiale: "Mi hanno fermato al parco Falcone e Borsellino, di fronte alla scuola. Non sapevo chi fossero. Mi hanno preso da dietro e ho cercato di fuggire. Poi mi hanno ammanettato, messo con la faccia a terra, puntato la pistola, picchiato".
Emmanuel vive in via Euclide, zona orientale della città. La sua famiglia è arrivata a Parma 13 anni fa, con il ricongiungimento ottenuto dal padre Alex. Emmanuel ha quattro fratelli, due ragazzi e due ragazze. Studiano tutti. La più piccola, Priscilla, ha 10 anni. "Mai nessun fatto di intolleranza, di razzismo", tiene a precisare il papà. "Quando ci ha chiamato, dopo tre ore al Comando della polizia municipale, non potevamo crederci. Siamo arrivati, l'abbiamo visto con l'occhio gonfio e abbiamo deciso di sporgere denuncia. Mio figlio non ha mai spacciato. Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato". Al parco Falcone i vigili urbani in borghese hanno arrestato un maghrebino per possesso di stupefacenti. Emmanuel è stato fermato perchè gli agenti pensavano fosse il 'palo'. "Prima di entrare a scuola sono andato al parco per fare un giro in bici - ha spiegato il giovane -. Ho sentito una voce dietro di me: 'Fermati, fermati', mi hanno preso le mani. Io ho avuto paura e ho provato a fuggire, perchè erano in borghese e non sapevo che erano vigili urbani. Poi sono arrivate altre persone, mi hanno picchiato, mi hanno messo a terra, con un piede sulla testa e una pistola puntata. Dopo che mi hanno perquisito, mi hanno portato in macchina. In tasca hanno trovato un lucidalabbra, sei euro e l'abbonamento dell'autobus". Cercavano la droga. "Sì, ma io non sono uno spacciatore. Nella sede del Comando mi hanno fatto spogliare, mi hanno obbligato a firmare dei documenti. Io volevo chiamare i miei, ma non me l'hanno permesso. Alla fine ho ceduto, e ho firmato. E' lì che, dopo quattro ore, mi hanno riconsegnato i documenti".
fonte: Peacereporter
venerdì 3 ottobre 2008
Parma, polizia municipale sotto accusa
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