Anche a un immigrato di successo e senza problemi economici quale Amauri, come pure a sua moglie Cynthia, è capitato di subire sulla propria pelle il razzismo di alcuni italiani. Lo rivela lo stesso attaccante brasiliano della Juventus al settimanale Gioia in edicola. «È successo anche a me. Qualche tempo fa in una farmacia mi hanno accusato di rubare un pacco di pannolini. Li stavo posando, lo scaffale era vicino all'uscita e la porta automatica si è aperta. La farmacista voleva chiamare i carabinieri e io non avevo fatto nulla, semplicemente ero straniero e non parlavo un italiano perfetto. Le ho risposto: li chiami pure, poi la denuncio io: Lei è razzista...», racconta Amauri. «E ho aggiunto: sono più italiano di lei, e magari un giorno rappresenterò il suo Paese», prosegue.
Razzisti gli italiani? «Una minoranza, è vero, ma sono episodi che fanno stare male», dice a sua volta Cynthia, anche lei brasiliana, alla quale è capitato di sentirsi dare del tu nei negozi, e di sentirsi suggerire da una commessa di Verona: «Perché non vai in un outlet?». «Quando tornavo a casa e la trovavo di cattivo umore, sapevo già il perché», spiega l'attaccante, dal 2001 in Italia e che ha giocato negli ultimi anni nel Chievo e nel Palermo prima di arrivare alla Juve. E un Amauri con la maglia azzurra della Nazionale - rileva il giornale - potrebbe non essere lontano. Il passaporto italiano di Cynthia, che ha un bisnonno cuneese e vive in Italia da oltre dieci anni, è infatti in arrivo.
fonte: Il Corriere della Sera
mercoledì 25 febbraio 2009
Amauri: «Anch'io vittima del razzismo»
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