perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


venerdì 28 novembre 2008

Ai ragazzi che ricordano Abba

Nel nome di Abba. Il nome di suo figlio è scandito in questi giorni negli slogan degli studenti che attraversano le strade di Milano per protestare un po’ contro tutto, la riforma della scuola o il razzismo. E nel nome di Abdoul, ucciso due mesi fa a sprangate davanti a un bar, gli amici hanno dato sfogo alla rabbia e al dolore per la vita di un ragazzo, di pelle nera e cittadinanza italiana, stroncata per il banale furtarello di un pacchetto di biscotti, non lontano dalla stazione Centrale.
Nel nome del figlio, invece, Hassani Guibre resta in Italia, a Cernusco sul Naviglio dove vive da molti anni, e ha la forza di usare parole di saggezza.
Signor Guibre, la morte di suo figlio ha provocato dolore, indignazione e anche rabbia, in tanti giovani, amici di Abdoul e non, ragazzi di colore e bianchi...

Qualcuno dice che l’Italia sia un Paese razzista. Lei crede che sia così?
«Io vivo in Italia da 20 anni. Durante tutti questi anni nessuno è mai stato razzista con me. Io credo che lo siano quelli che hanno ucciso mio figlio. Se fosse stato bianco sarebbe ancora vivo. Ma io non posso condannare tutti gli italiani. Tanti italiani mi hanno dato fiducia in questi anni, e io a loro».
Per questo il giorno dei funerali lei ha ringraziato «soprattutto gli italiani che hanno partecipato».
«Io lo ripeto anche oggi. Ringrazio soprattutto gli italiani. Ringrazio quelli che non ci hanno fatto sentire soli. Quelli che hanno dimostrato che il nostro dolore era anche il loro. Destra o sinistra. Il sindaco di Cernusco, il presidente Penati, la signora Moratti. E vorrei che mi aiutassero fino in fondo».
In che modo?
«Vorrei che il nome di mio figlio fosse ricordato davvero aiutando i bambini e le madri del Burkina Faso. Quello che chiedo agli italiani di buona volontà è un’associazione con il nome di Abba e con questo scopo. Così quando qualcuno sarà aiutato attraverso il nome di mio figlio sarà come se lo avesse aiutato mio figlio, e le madri penseranno che mio figlio era come i loro. Così il nome di Abba continuerà davvero a vivere».

fonte: Il Giornale

0 commenti: