Truffatori, evasori, ricettatori, corrotti avranno la certezza dell'impunità. Gli immigrati irregolari, invece, no.
Con il disegno di legge sulla prescrizione presentato dal governo, l'Italia fa un ulteriore passo indietro nel suo cammino verso l'inciviltà. Il provvedimento è composto da tre articoli. Il terzo è il più devastante: prevede che, trascorsi due anni a partire dal rinvio a giudizio, il processo si estingua se non si arriva all'emissione della condanna, per i reati inferiori ai dieci anni. Ghedini e soci bloccano così i tempi del processo a sei anni: due per il primo grado, due per il secondo, due per il terzo. Se in ognuna di questa tre fasi il giudice sfora il limite dei due anni senza emettere sentenza, il processo muore.
Il principio è giusto, e obbedisce alla richiesta di tempi ragionevoli per l'azione penale inoltrata dall'Unione Europea. Per il milione e mezzo di processi arretrati Bruxelles ci ha punito nel 2008 con 25 milioni di euro di multa. Ciò che è sbagliato la soluzione. In Italia il 70 percento dei reati ha pene inferiori ai dieci anni. I processi per reati contro la pubblica amministrazione, dalla corruzione alla concussione all'abuso, i reati societari e finanziari (non la bancarotta che ha una pena superiore ai 10 anni), ma anche l'usura e l'estorsione moriranno. Sono già morti quelli iniziati più di due anni fa. Significa che Berlusconi è salvo. E gli imputati per i processi Cirio, Parmalat, Eternit, Thyssen, anche. Il clandestino che commette un furto verrà invece condannato. Perchè il ddl esclude dalla prescrizione tutti i reati commessi da immigrati irregolari.
Perchè il furto di una mela da parte di un clandestino, essendo escluso dalla prescrizione, dovrebbe essere equiparato a reati di grave allarme sociale, come l'associazione a delinquere, o il terrorismo? Lo chiediamo all'avvocato Alessandra Ballerini, da sempre in prima fila per la difesa dei diritti degli immigrati. "Perchè in questo Paese la legge non è uguale per tutti. O meglio, perchè la legge per qualcuno è 'più uguale' e per qualcuno lo è meno. Questo provvedimento ha nella sostanza la stessa ispirazione del pacchetto sicurezza, che ha introdotto il reato di clandestinità. Si intende reprimere e penalizzare il clandestino solo perchè non ha permesso di soggiorno, in nome di una sicurezza tanto sbandierata ma per raggiungere la quale si adottano provvedimenti esclusivamente finalizzati a punire l'immigrato. Risolto il problema immigrazione, risolta l'equazione clandestino-criminale, pare che in Italia davvero non esistano altri problemi. Se passa questa legge uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, riceverà una nuova spallata. O l'articolo si applica a tutti o a nessuno. E' normale che la richiesta di non includere i reati commessi dai clandestini nella legge sulla prescrizione provenga dalla Lega. Non so davvero come commentare tale legge. Il reato penale, ovvero la possibilità di essere giudicati dovrebbe costituire un deterrente. So che vengo punito perchè rubo una mela. Allora mi sforzo di non rubarla. Ma se vengo punito solo perchè esisto, e non ho avuto possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, mica posso sforzarmi di non esistere più, o di non essere più straniero. Anche se mi impegno di più, anche se non commetto reati, rimango clandestino. E pertanto punibile. Tutto ciò è assurdo. Chi ha il permesso di soggiorno fa di tutto per non perderlo, e pertanto fa di tutto per non delinquere. Ma oggi gli immigrati vivono tempi difficili. Ancora più duro sarà per loro sopravvivere qui con gli accordi di integrazione, previsti dal pacchetto di sicurezza. Col permesso di soggiorno a punti l'immigrato perderà il diritto di stare nel nostro Paese ogni volta che avrà superato un certo numero di piccoli reati di natura amministrativa o tributaria. Se non paga la multa sull'autobus, o la tassa sulla spazzatura, per esempio. Che Paese, eh?".
fonte: Peacereporter
venerdì 13 novembre 2009
Prescrizione, una legge razzista
Etichette: clandestino, legge, razzismo
Pubblicato da AdminK alle 17:51
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