perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


domenica 24 gennaio 2010

La mamma e le due sorelle di Sanaa Dafani, la ragazza uccisa dal padre nel settembre scorso a Montereale devono essere espulse

La madre e le due sorelle di Sanaa Dafani, la ragazza uccisa dal padre nel settembre scorso a Montereale, sono a un passo dall’espulsione. Con il capofamiglia in prigione, non hanno un reddito sufficiente e per questo hanno chiesto un aiuto al Comune di Azzano che segnalerà il caso alla Questura.

Della questione si è occupata la giunta di Azzano Decimo (assente il sindaco, Enzo Bortolotti, sospeso dalla carica) nella seduta dell’altra sera. A suscitare l’interesse degli amministratori la richiesta giunta dalla famiglia di aiuto economico, attraverso il pagamento delle bollette di luce, gas, mensa e trasporto scolastico. La questione è stata affidata al funzionario dei Servizi sociali per l’assegnazione dei benefici che, come previsto dall’ordinanza Bortolotti del 9 aprile 2008, segnalerà il caso in Questura. «La madre di Sanaa – commenta il primo cittadino – non ha più il reddito per mantenersi, per cui se ne deve andare dall’Italia». Bortolotti ha criticato l’Imam di Pordenone «che aveva assicurato il sostegno alla famiglia e invece tutto ritorna in capo al Comune».

L’ordinanza richiama il decreto legislativo 286 del ’98 che prevede, tra i requisiti necessari per ottenere il permesso di soggiorno, la dimostrazione, da parte del richiedente, di percepire un reddito sufficiente al mantenimento proprio e della famiglia. Con El Ketaoui Dafani in carcere per l’omicidio della figlia, Fatna Charuk, facendo ricorso ai Servizi sociali, ha attestato di non avere un reddito minimo e questo apre le porte a una espulsione in Marocco sia per lei, sia per le due sorelline di 4 e 9 anni di Sanaa, anche se Bortolotti ha prospettato la possibilità «di un intervento a tutela delle minori, non della madre che ha giustificato il comportamento del marito». Un dramma che si aggiunge alla tragedia personale di una famiglia distrutta da quando, il 15 settembre scorso, il padre ha teso il mortale agguato alla figlia.

La linea seguita dall’ufficio immigrazione della Questura è di accertare queste situazioni e procedere con le espulsioni, a prescindere dalle segnalazioni dei municipi. Nel caso specifico, la possibilità di permanenza temporanea in Italia è possibile per non più di sei mesi dal venir meno del presupposto che sta alla base del permesso di soggiorno. Pertanto, se la donna non riuscirà a trovare lavoro nel giro di qualche settimana, la Questura procederà con l’attivazione del percorso di espulsione. «L’ordinanza di Bortolotti – commenta il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Michele Negro – non dice nulla di nuovo, serve per sbraitare in maniera demagogica contro gli immigrati». Un documento che era stato oggetto di una segnalazione da parte dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione di Udine alla Commissione europea. Quest’ultima ha chiesto un parere alla Regione, che a sua volta ha invitato l’amministrazione di Azzano a fornire chiarimenti che sono pervenuti a Trieste.

fonte: Messaggero Veneto

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