Ancora svastiche a casa Okorocha. Ancora odio, ancora razzismo. Un’altra volta a distanza di soli due mesi. Prima era toccato all'auto di Gloria, 24 anni, studentessa di portoghese di Galliera Veneta (Padova). Le avevano scritto «negra» sui finestrini. Mercoledì mattina la madre, Sandra Tardivo, si è svegliata e ha trovato il muro di casa imbrattato con lo spray nero. Svastiche, croci celtiche e una scritta: «negri di m… morite». «Ci vedono come un esempio di integrazione forse per questo diamo fastidio, come Balotelli, calciatore italiano di colore. Qualcuno che abbraccia concetti come la razza pura ha preso di mira la no stra famiglia». Non riesce a spiegarselo in altro modo la mamma di Gloria, professoressa di lettere che organizza corsi di italiano per stranieri. Non se c’è un seguito a una così gretta ignoranza. Stavolta però una pista c’è: una croce uncinata. La «firma» dell’autore, riconosciuta in al tri sfregi trovati nei sottopassaggi del pa ese.
Gloria, che nel frattempo si è laureata, non sa ancora niente di quanto accaduto, da un mese è in Brasile per un viaggio. «Non gliel’ho detto - racconta la madre - ho sporto denuncia per l’episodio e ho fatto cancellare le scritte, sono venuti i tecnici del comune. Ancora non mi capacito di cosa possa spingere a qualcuno a compiere simili gesti. Forse è perché aiuto gli stranieri». Gloria è figlia di un papà che non c’è più, che veniva dalla Nigeria e si era laureato a Padova. I suoi genitori si erano innamorati all’università. Questa sera è prevista una manifesta zione di protesta a Galliera Veneta, alle 18.30, organizzata dal Partito democratico nella piazza del paese. «E’ accaduto di nuovo - denunciano gli esponenti del Pd - purtroppo l’odio verso il diverso e l’intolleranza continuano. Dopo un violento attacco xenofobo, all’auto della ragazza (fatto anche quella volta di scritte ingiuriose e razziste), c’è stata un’altra manifestazione discriminante. L’unica colpa di Gloria, giovane laureata in portoghese, è il colore della pelle in una terra dove si continua a seminare la cultura dell’intolleranza». Lei, Gloria, a suo tempo aveva risposto che «se qualcuno fa quello che ha fatto, vuol dire che c’è un clima che glielo permette: non lo fa sentire solo, isolato».
fonte: Corriere della Sera
giovedì 3 dicembre 2009
Scritte razziste sulla casa di una studentessa di colore
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