A Quarto Oggiaro, quartiere difficile alla periferia di Milano, i prof convocano i genitori. E il consiglio di classe decide che ogni quindici giorni gli studenti devono cambiare di posto e l’assegnazione dei banchi è decisa dai professori
Tredicenni che non vogliono come compagni di banco gli studenti cinesi, perché dicono che «puzzano». Un’alunna che si alza durante l’ora di matematica e lancia il suo proclama: «L’Italia agli italiani!». Per scardinare quelli che vengono definiti «atteggiamenti razzisti inaccettabili», il consiglio di classe di una terza media della scuola Trilussa, nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro, ha preso una decisione drastica: ogni quindici giorni gli studenti devono cambiare di posto e l’assegnazione dei banchi è decisa dai professori.
«Vedere l’aula divisa in “quartieri” dava dolore, ora gli alunni avranno modo di conoscersi davvero», dice Adele Moroni, insegnante di italiano della classe, in cui nove dei 22 studenti sono stranieri. In un mese di sperimentazione, gli studenti hanno dovuto cambiare banco già tre volte. L’ultimo rimescolamento è stato appena fatto. Il progetto è stato preceduto da una lettera ai genitori, convocati a scuola «per discutere la situazione disciplinare della classe», dove in generale «i rapporti fra ragazzi non sono sempre facili».
Più esplicito l’avviso rivolto alle 13 famiglie italiane, in cui si parla di «intolleranza nei confronti dei non italiani». Nell’i ncontro con mamme e papà, martedì scorso, le professoresse hanno illustrato i risultati della nuova strategia di integrazione. «Anche se siamo solo all’inizio — racconta la Moroni — abbiamo avuto segnali importanti. In alcuni casi, commoventi». Una ragazzina marocchina, a cui in passato erano stati sporcati i vestiti “per scherzo” con della vernice, è stata invitata a studiare insieme al pomeriggio dai compagni. Uno studente ecuadoriano «spesso isolato» ora passa l’intervallo in compagnia.
fonte: Repubblica
mercoledì 2 dicembre 2009
Il razzismo esplode fra i banchi delle medie "Non ci sediamo con i cinesi: puzzano"
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