Cara Maria Silvia,
ho letto la tua lettera, che mi ha profondamente toccato. Sono la mamma affidataria ormai da ben 12 anni di una bimba cinese. Ho preso mia figlia (perché questo lei è per me e la mia famiglia) quando aveva poche settimane di vita. Anche lei come te si sente fiorentina anche se ha gli occhi a mandorla. Fin da quando era più piccola ci sono stati giorni in cui è tornata a casa da scuola piangendo perché l´offendevano con parole pesanti, per il fatto di essere cinese.
Negli ultimi tempi la situazione non è migliorata, anzi crescendo e frequentando la scuola media gli episodi sono sempre più frequenti. In questi giorni poi è successo un fatto che ci ha lasciati ancora più amareggiati: attraverso il programma di messenger sul computer di casa è arrivato un messaggio diretto a lei in cui le uniche parole ripetibili sono «cinese di merda torna al tuo paese», figuratevi il resto.
È uno dei tanti episodi di razzismo a cui purtroppo anche lei è sottoposta e la cosa più preoccupante e che ci deve fare riflettere è che tutto questo viene da ragazzini e anche ragazzine coetanee o poco più grandi. Il problema è che questi ragazzi vengono educati dalle proprie famiglie senza alcun rispetto per gli altri e neppure per se stessi. E questo succede a Firenze che si dichiara «una città aperta». Voglio precisare che fortunatamente come te la bimba ha il sostegno dei suoi compagni di classe che le sono molto affezionati.
Stefania
fonte: Repubblica
giovedì 7 maggio 2009
Una mamma denuncia: "Anche mia figlia insultata dai razzisti"
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