Circolare «anti- clandestini» nella scuola professionale Leonardo Da Vinci di Padova. La preside Anna Bottaro, la scorsa settimana, ha raggiunto con una comunicazione nelle classi tutti gli studenti stranieri extracomunitari di quinta superiore invitandoli a presentare entro il giorno seguente il permesso di soggiorno. «Prevediamo che la commissione per l’esame di Stato vi richieda il permesso di soggiorno quindi, vi invitiamo a consegnarlo entro domani», recitava la circolare che non poco scalpore ha suscitato. Lettera scritta dalla preside che riportava i nomi e i cognomi dei ragazzi stranieri che a giugno dovranno affrontare l’esame di maturità, nell’intestazione del documento c’erano i nominativi, che sono stati citati a voce alta nelle rispettive classi dai docenti mentre leggevano le direttive della preside. La circolare è stato spedito in via anonima dagli stessi insegnanti del Leonardo Da Vinci, sbigottiti per la decisione della preside, al sindacato Cobas scuola di Padova che oggi, in un incontro organizzato assieme all’associazione Razzismo Stop, rivelerà tutti i dettagli del caso che definiscono «un grave episodio di discriminazione e razzismo».
Gli studenti stranieri hanno visto il loro nome e cognome scritto in bella vista sulla circolare e li hanno sentiti pronunciare a voce alta dai docenti durante le lezioni. Come se fossero dei «fuorilegge». «E se la preside avesse scoperto che non avevano il permesso di soggiorno, avrebbe denunciato gli studenti perché sono clandestini?», si interroga Carlo Salmaso, rappresentate provinciale dei Cobas scuola. L’allarme del sindacato e dell’associazione Razzismo Stop punta il dito su quella che potrebbe leggersi come un’azione da «preside-spia», in pieno clima del pacchetto sicurezza varato del governo, che introduce in Italia il reato di clandestinità. «Non ci sono norme che impongano la decisione che ha preso la dirigente scolastica dell’istituto professionale di Padova, ha agito di sua iniziativa - spiega Salmaso - . Inoltre, c’è una sentenza della Cassazione che fa da precedente, la corte si esprime a favore di una ragazza straniera che era stata esclusa dall’esame di Stato perché priva di permesso di soggiorno. In quel caso la sentenza ha messo in chiaro che il diritto allo studio prevale e non può essere negato anche in assenza di permesso di soggiorno».
Solo l’altro ieri è esploso un caso simile a Genova, dove una preside di tre istituti professionali si è recata nelle aule e ha scritto alla lavagna nome e cognome dei possibili studenti clandestini, invitandoli a presentare i documenti in segreteria.
fonte: Corriere del Veneto
giovedì 21 maggio 2009
PADOVA: Circolare anti-clandestini Bufera sulla preside
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