Jacopo ha parlato, Andrea no. Jacopo ha ammesso di fronte al gip Giuseppe Battarino di avere ucciso a picconate Dean Catic. Andrea si è avvalso della facoltà di non rispondere. E’ l’esito degli interrogatori di ieri, in carcere, per i due autori, di 20 e 18 anni, del delitto di Dean, 17 anni , piastrellista di origine croata. Varese è una città sotto choc e gli studenti sfogano la loro rabbia nei forum di Facebook. Ce ne sono già due, con 1200 iscritti: scrivono ragazzi di tutte le scuole, piangono, si disperano, e raccontano di una generazione di ragazzini che all’improvviso sembra aver perso l’innocenza, di fronte a una città «tra droga e coltelli è diventata davvero uno schifo». Parlano tutti, scrivono amici delle vittima, e anche amici degli assassini. Raccontano di Dean «ragazzo con tanti pregi e tanti difetti», ma anche del Bak (Bacchetta) e del Mera (Merani): «Erano tutti e tre bravi ragazzi e solo chi li conosce sa che è vero». La rete esprime un dolore collettivo spontaneo, come mai era successo prima, esiste già una proposta di fiaccolata. A Bobbiate, il quartiere della vittima, in chiesa questa sera alle 20,30 ci sarà una messa per Dean, ma adesso la palla passa alle scuole, che nelle ore successive alla scoperta del delitto erano chiuse. Ed è probabile che i professori saranno investiti già da questa mattina da una problema di rielaborazione di un lutto.
La gioventù perduta di Jacopo Merani e Andrea Bacchetta è finita anche nei verbali delle gip di Varese, Giuseppe Battarino. In particolare, Merani ha cercato di ripetere la confessione resa l’altra notte. Al termine del colloquio, il suo avvocato, Fabio Ambrosetti, ha difeso il ragazzo: «Jacopo ha reso una piena confessione – spiega il legale – e ha aggiunto alla ricostruzione anche altri particolari che non aveva avuto il tempo di riferire in questura. Credo abbiamo cominciato a rendersi conto che è accaduto qualcosa di grave, si è preoccupato per la madre e la sorella, mi ha parlato di un senso di colpa verso i suoi cari e verso la vittima. Mi è sembrato molto provato da questa esperienza».
I primi segnali di umanità di Jacopo devono però essere valutati dal giudice. Andrea Bacchetta è stato zitto. Ma dietro al suo silenzio c’è una mossa di tattica processuale, la difesa non ha avuto tempo di sentirlo e deve organizzarsi. Intanto chiede i domiciliari per il ragazzo: «Nei prossimi giorni - spiega l’avvocato Alberto Caleffi – valuteremo se farlo parlare con una istanza spontanea. Abbiamo invece sollevato delle eccezioni sul fermo di polizia e sull’arresto, abbiamo fatto richiesta di domiciliari e se ce li negheranno faremo ricorso al riesame». La difesa del secondo aggressore punta a diminuire la responsabilità di Bacchetta. «Lui non ha materialmente sferrato alcun colpo» dice il legale, l’ordinanza del gip sarà depositata questa mattina. Intanto, è ricomparso il motorino della vittima: un Phantom azzurro che il giovane aveva parcheggiato in una via di Varese perché rimasto senza benzina. Lo hanno trovato dei ragazzi.
fonte: Il Corriere della Sera
lunedì 27 aprile 2009
Croato ucciso a picconate a Varese
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commenti:
Visto che ti interessa il razzismo, potresti postare anche i casi che riguardano gli italiani in Croazia, Slovenia e altri paesi. Ad esempio potresti parlare del gioco delle foibe, una sorta di Tetris inventato a Lubiana e che piace tanto ai ragazzini sloveni, che si divertono a gettare i cadaverini nelle cavità terrene; o le torture subite dal carabiniere Giuseppe Monsurrò ad opera dei croati, per i quali si aprì un interrogazione europea; o magari della multa della UEFA alla Croazia per razzismo. Per non parlare delle denuncie di Amnesty international e di tutte le porcherie che circondano quei paesi, molto più razzisti dell'Italia...
Posta un commento