Mattina, pomeriggio, sera. Turni a ciclo continuo. Durata media 18 ore. Paga standard: 1,70 euro all'ora. Tutto tollerabile, forzatamente tollerato da decine di stranieri, senza permesso di soggiorno, costretti a lavorare così nei cantieri di mezza Italia. Con la promessa di messa a regola, e di un'altra vita. Ma chissà quando.
Intanto trattati come schiavi e stipati in case isolate senza riscaldamento e impiegati in cantieri edili di Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e Toscana. Questo fino al giorno in cui i carabinieri di Reggio Emilia e San Polo d'Enza hanno arrestato tre imprenditori e un capo cantiere.
Le indagini sono durante un anno. Gli arrestati, per l'accusa, promettevano un posto di lavoro e il rilascio di documenti per il soggiorno in Italia e occupavano la manodopera irregolare in ditte edili di varie regioni, dove gli operai venivano costretti a turni di lavoro anche di 18 ore al giorno con paga standard di 1,70 euro all'ora, fino a sette euro per i meritevoli.
Frequenti le minacce di ritorsioni nei confronti loro e dei familiari. In alcuni casi i clandestini sono stati costretti a lavorare anche dopo aver subito gravi infortuni. L'organizzazione aveva trovato pure il sistema per eludere eventuali controlli: gli operai erano stati dotati di badge e documenti falsi con la loro foto, ma con generalità di persone regolarmente assunte da varie ditte.
fonte: L'Unità
martedì 16 dicembre 2008
Immigrati in schiavitù, lavoro forzato nei cantieri
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