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L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


lunedì 15 dicembre 2008

Immigrati feriti, Tripodi: "Episodio sconcertante"

“Ferma condanna contro qualsiasi tipo di prevaricazione e violenza, contro il controllo da parte della criminalità organizzata dell'immigrazione clandestina e del lavoro nero”. Così il segretario regionale del PdCI e assessore regionale all’Urbanistica, Michelangelo Tripodi, ribadisce tutto il suo sdegno “su quanto di grave è accaduto venerdì sera a Rosarno, dove il ferimento a colpi di pistola di due extracomunitari della Costa d’Avorio ha determinato l’accesa e giusta protesta degli immigrati”. “L’ennesimo gravissimo e sconcertante episodio – sottolinea Michelangelo Tripodi – che ripropone con agghiaccianti interrogativi la problematica dell’accoglienza e la convivenza degli immigrati in zone ad alto rischio criminalità come quella di Rosarno, da tempo al centro delle denunce dei sindacati proprio per vicende legate allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria. Manodopera, così come accade in altre aree del nostro paese e soprattutto del meridione, spesso composta da ‘squadre’ di clandestini ridotti in schiavitù, costretti a lavorare nelle campagne 12-14 ore al giorno e a vivere reclusi in vere e proprie baraccopoli senza alcuna ben che minima garanzia igienico-sanitaria. Come succede da tempo all'ex Cartiera di San Ferdinando sotto il colpevole silenzio delle istituzioni e della società civile”. “Ancora il quadro in cui è maturata e i motivi dell’aggressione devono essere chiariti – aggiunge Tripodi – ma la cosa certa è che si inserisce in un contesto allarmante, denunciato anche da recenti inchieste giornalistiche. Una situazione di violenza e degrado che viola i diritti umani, frutto di una legge decisamente inadeguata in materia. Una normativa che non riesce a contrastare la tendenza al lavoro nero e che non garantisce il permesso di soggiorno agli immigrati che denunciano la propria condizione di lavoro irregolare, incentivando così la clandestinità e tanto quanto di grave ne consegue anche in termini di sicurezza e di ordine pubblico. Nulla a che vedere, per intenderci, con l’esempio di civiltà di cui sono protagonisti invece i comuni di Riace, Caulonia e Stignano che hanno aperto le porte agli immigrati sbarcati nella costa jonica, accogliendoli e sistemandoli nelle case sfitte e in alcune strutture pubbliche dei loro antichi borghi, avviando insieme ad un percorso lavorativo un sistema di accoglienza e integrazione che fa onore a tutta la Calabria”. “ Serve quindi uno scatto di orgoglio – afferma ancora il segretario regionale del PdCI – perché episodi come quello di Rosarno o di Castel Volturno, non passino inosservati. Affinché dopo il clamore iniziale e i titoloni sui giornali non finiscano nel dimenticatoio dell’indifferenza. La problematica è forte e bisogna affrontarla di petto e una volta per tutte, altrimenti si rischia grosso. La storia, infatti, ci insegna: il seme dell’intolleranza una volta attecchito è difficile da estirpare. Dobbiamo quindi togliere dal dizionario l’equazione per cui immigrazione vuol dire criminalità. Bisogna finire di scaricare, così come sta facendo il Governo Berlusconi, il malessere generalizzato che si respira nel Paese sulle spalle degli extracomunitari identificati come il nemico da cacciare o da sfruttare. Il clima di razzismo e diffidenza che si respira è pesante ed è estremamente pericoloso. Serve un forte impegno civile e politico che porti ad un cambiamento repentino di rotta, promuovendo una legge adeguata che tuteli diritti e doveri degli immigrati. Episodi come quelli di Rosarno rappresentano un ulteriore campanello d’allarme di quello che accade ormai da tempo nella Piana di Gioia Tauro dove servono misure urgenti e interventi mirati”. “Da sempre come Comunisti Italiani – afferma Michelangelo Tripodi - sosteniamo che i lavoratori immigrati rappresentano una ricchezza vitale per il nostro Paese e per questo devono essere tutelati e difesi dallo sfruttamento e dalla discriminazione. Ad essi deve essere garantita la dignità civile che ognuno di noi merita. Ma una reale dignità non può che essere fondata sul lavoro, sulla capacità cioè di soddisfare attraverso il lavoro i propri bisogni e quelli della propria famiglia. Non sui soprusi e sullo sfruttamento. Non è possibile che un paese che si definisce moderno e civile continui a tollerare tutto questo obbrobrio. Se tutto viene messo a tacere significa che lo Stato non esiste più. Al contrario, polizia, carabinieri, guardia di finanza e ispettori del lavoro devono accentuare i controlli e serve la mano ferma e severa della giustizia contro chi sfrutta e si arricchisce sulle spalle dei lavoratori”.

fonte: Tele Reggio Calabria

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