perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


lunedì 8 novembre 2010

Ragazza costretta a togliersi il velo per esame patente

Non si aspettava che le chiedessero di togliersi il velo dalla testa per fare l’esame di teoria per poter prendere la patente, ma invece questo è successo a una donna magrebina di religione islamica alla motorizzazione di Valdaro a Mantova. Il tutto è successo sabato scorso. La giovane è arrivata con i capelli nascosti da un foulard che le lasciava però ben visibile il volto. Ma il funzionario che stava registrando gli esaminandi ha preteso che si togliesse il velo. “Temeva che sotto avesse un auricolare”, hanno riferito alcuni testimoni, rimasti colpiti dall’ordine perentorio del funzionario. Le ha detto chiaramente che se avesse tenuto il velo non avrebbe fatto l’esame - ha raccontato Viola Banzi, 18 anni, di Mantova, anche lei impegnata nell’esame -. La signora aveva il velo che le copriva il capo e il volto era perfettamente riconoscibile. Inoltre, aveva detto che era la seconda volta che sosteneva l’esame e la prima l’aveva fatto regolarmente con il velo”.

Le lacrime
Questa volta, però, non è stato possibile e non è bastato nemmeno alzare il velo un attimo per mostrare che non aveva alcun auricolare. Così, piangendo - hanno raccontato alcuni dei presenti - è andata in bagno e ha tolto il foulard. Quando è tornata, ha sostenuto l’esame superandolo. È stata Viola, figlia dell’assessore provinciale alle Politiche sociali Fausto Benzi, a rendere pubblica la storia su cui la motorizzazione non ha ancora commentato. “Ha fatto l’esame e ha continuato a piangere - ha raccontato Viola -. Una pena. Era sola, o meglio era insieme solo a un rappresentante della sua autoscuola, ma non aveva parenti o amici che la consolassero. Mi è dispiaciuto non aver avuto il coraggio di rispondere per le rime a quell’uomo. Sono tornata alla mia autoscuola per comunicare che il mio esame era andato bene e ho raccontato il fatto al titolare, il quale mi ha risposto che non era la prima volta che quel funzionario trattava male gli stranieri”.

fonte: City

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