perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


sabato 18 settembre 2010

“Retata razzista”, così l’Arci denuncia l’assalto al treno del questore di Grosseto

Alla stazione di Follonica venerdì mattina le porte del treno regionale 2337, in arrivo da Pisa, sono rimaste tutte chiuse. Tranne una: quella utilizzata per far scendere uno alla volta 100 immigrati senegalesi arrivati sulla costa maremmana per vendere la loro merce da spiaggia. Sono stati tutti condotti in un edificio delle Ferrovie e controllati, tra proteste e qualche spintone. Un extracomunitario è pure finito al pronto soccorso (ma è stato dimesso subito perché non aveva nulla). Dal cielo un elicottero ha osservato le operazioni, mentre le forze dell´ordine – polizia, vigili urbani e Finanza – hanno fatto un cordone intorno allo scalo ferroviario per intercettare chi avesse tentato la fuga. Un pattuglione in grande stile sotto gli sguardi stupiti degli altri viaggiatori. Obiettivo: bloccare i clandestini e la merce falsificata.

E´ la seconda volta nel giro di pochi giorni che la questura di Grosseto mette in pratica un controllo di massa sugli ambulanti, che arrivano prevalentemente dalla provincia di Pisa. «Un´opinione pubblica democratica non può che esprimere sconcerto per quello che è successo. Stazione circondata, decine di agenti, inseguimenti, un immigrato all´ospedale, tensione al massimo». L´atto d´accusa arriva dal presidente dell´Arci Toscana Vincenzo Striano. «I reati perseguiti, da quanto si capisce, sono commercio senza licenza e possesso di merce contraffatta. Nessuno di noi è favorevole a pratiche illegali, ma è altrettanto importante avere il senso della misura e cercare di risolvere le contraddizioni della società in cui viviamo, non esasperarle».

fonte: altracittà

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