«Vogliamo essere serviti da un bianco». È comparsa sulle pagine di Facebook del rifugio situato all'Emet in Alta Valle Spluga la cronaca di una vicenda decisamente spiacevole. Secondo quanto riportato online e riferito dal titolare Franco Gerosa, nei giorni scorsi una comitiva di escursionisti si è resa protagonista di un comportamento inqualificabile. «Che vergogna il razzismo - si legge sul sito -. Sono arrivate delle persone che si sono rifiutate di parlare con la mia collaboratrice di colore, fortuna che non si sono fermate a dormire come avevano programmato».
Va premesso che i gestori del rifugio non avrebbero voluto dare risalto a questa spiacevole notizia, sia per tutelare la privacy della ragazza, sia per evitare di dare troppo peso a un gesto che viene ritenuto frutto di ignoranza e maleducazione. Un atteggiamento dalla portata tanto grave che tuttavia non può venire sottovalutato.
È evidente, secondo quanto emerso, l'assenza di colpe da parte della giovane cameriera, collaboratrice della famiglia che gestisce la capanna Bertacchi. Ha semplicemente accolto i potenziali clienti, nel rispetto della prassi. Bastano poche parole per spiegare cosa è successo. Il titolare stava riposando e, all'arrivo di un gruppo di turisti italiani, la giovane donna si è occupata della sistemazione degli escursionisti. Si è rivolta ai clienti in inglese e si è sentita rispondere «che volevano parlare con un bianco, non con lei - spiegano i gestori -. Si tratta di un'evidente discriminazione razziale». Quando il gestore è intervenuto, i possibili clienti se ne sono andati.
fonte: la provincia di Sondrio
mercoledì 8 settembre 2010
Razzismo in alta quota
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