Una vetrina in frantumi del negozio bengalese al Pigneto e un gruppo di adolescenti che forse, colpevole il caldo o l’estate che spesso riempie le giornate di noia, hanno deciso con caschi e una sedia trovata in loco di dare una lezione al quel bengalese che proprio non ci stava a farsi sottomettere da quei ragazzini.
Nabir ha tutto il suo mondo in quel negozio: con i guadagni ci mantiene la madre anziana e i fratelli piccoli rimasti in Bangladesh. Non riesce a capire perché questi ragazzini che già in passato hanno dato fastidio alla numerosa comunità cinese del quartiere, adesso ce l’hanno proprio con il suo negozio. Ha paura delle ritorsioni ma è sicuro di aver ragione: ecco perché in questo momento si trova al comando più vicino per esporre una denuncia verso ignoti.
Sa di non aver fatto nulla di male e sa che un gesto di rabbia nei loro confronti potrebbe rovinarlo: probabilmente sono minorenni. Ecco perché ha voluto rimettere tutto nelle mani della giustizia. Ma adesso il compito è anche nostro: questi ragazzi sono i nostri fratelli, cugini, figli, amici e vicini di casa. Diamo una mano a Nabir e cerchiamo di far capire a questi ragazzi che il razzismo non ha mai portato a nulla.
fonte: Abitare a Roma
mercoledì 29 luglio 2009
Nuova aggressione razzista al Pigneto
Etichette: attentato, bangladesh, roma
Pubblicato da AdminK alle 00:09
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