Una lite per qualche banale parola di troppo. Sfociata in un omicidio e in oltre quattro ore di totale follia, di rivolta, devastazione e caccia all’uomo in via Padova, periferia Nord-est di Milano ad altissimo tasso di immigrazione. Ed è proprio uno scontro razziale causa e conseguenza della morte di Ahmed Abdel Aziz el Sayed Abdou, un ragazzo di quasi vent’anni arrivato in Italia dall’E gitto. Morto accoltellato per mano, dicono le prime indagini, di una banda di sudamericani.
Il quartiere a ferro e fuoco. Per riprendere il suo cadavere, per rabbia, per insofferenza ai vigili e alla polizia un centinaio di suoi connazionali hanno messo a ferro e fuoco il quartiere, rovesciando auto, spaccando vetrine, gridando in arabo frasi minacciose anche nei confronti degli italiani. Italiani che a loro volta, dalle finestre dei palazzi, hanno lanciato oggetti e insulti al passaggio della massa di giovani, giovanissimi nordafricani.
L'omicidio. Poco prima delle 17,30 Ahmed — che venerdì aveva ottenuto il permesso di soggiorno e lavorava come pizzaiolo da due anni — era a bordo di un autobus con altri amici: per motivi ancora da chiarire avrebbe iniziato a litigare con alcuni peruviani. I due gruppi sono scesi dal mezzo in via Padova, all’altezza del numero civico 80, e lì sono spuntati i coltelli. Ahmed è stato ferito al torace: una ferita profonda, che ne ha causato la morte quasi immediata. Altri due giovani sono stati feriti in modo più lieve dalla banda che è riuscita a scappare, mentre la strada iniziava a capire quello che era successo.
La rivolta. Dal racconto dei testimoni in pochi minuti la via si è riempita di centinaia di egiziani e marocchini. Il corpo di Ahmed era lì, la polizia e i carabinieri stavano isolando la zona. I vigili — in un momento di gestione della piazza tumultuante — avrebbero bloccato il traffico agitando i manganelli contro i nordafricani che volevano riavere il corpo del loro connazionale (secondo la tradizione islamica, infatti, dovrebbe essere sepolto entro un giorno dalla morte) e chiedevano garanzie su dove sarebbero stati portati i due feriti. È in questi momenti che scoppia la rivolta: prima vengono lanciate contro i vigili le transenne usate per bloccare le vie, poi viene assaltato un bar di sudamericani proprio accanto al luogo dell’aggressione mortale, con vasi di cemento lanciati contro le vetrine e la gente terrorizzata all’interno.
fonte: Repubblica
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