Guadagnano il 20 per cento meno degli italiani, ma hanno titoli di studio più alti. Non prendono gli straordinari perché i contratti sono spesso irregolari, ma credono nei vantaggi di una società multiculturale. Subiscono insulti razzisti, ma più dei pregiudizi dei colleghi temono le scorrettezze e le ritorsioni dei datori di lavoro.
È il ritratto dei lavoratori stranieri in provincia di Milano che emerge dalla ricerca dell'Ires-Cgil presentata oggi alla Camera del lavoro, dalle 14.30, nell'ambito delle iniziative per la giornata mondiale del rifugiato. L'indagine - la prima di una serie commissionata per capire dove va il mondo produttivo nella provincia più multietnica d'Italia - analizza le risposte ai questionari distribuiti a 200 fra impiegati ed operai italiani e stranieri, un campione che, per il sindacato, rappresenta uno spaccato fedele del mondo del lavoro della provincia dove abitano 394mila immigrati, il 12,6 per cento della popolazione. L' analisi, condotta da Veronica Padoan, vuole «indagare condizioni lavorative, discriminazioni, disparità di trattamento e percezioni soggettive della situazione attuale, fra timori di concorrenza, razzismo strisciante, intolleranza e diffidenza», spiega Giovanni Minali, responsabile dell'ufficio immigrazione Cgil.
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giovedì 18 giugno 2009
I lavoratori immigrati pagati il 20 % in meno
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