perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


lunedì 11 aprile 2011

Uccide in auto una cittadina indiana e pensa alla carrozzeria

«Fermati guarda quello che hai fatto». Sono le 11.30 di domenica quando a Centocelle, un ragazzo di 21 anni, F. C., che guida una Fiat Punto Abarth nera, investe e uccide una donna indiana di 39 anni, madre di tre figli, che faceva la badante. La travolge mentre attraversa le strisce insieme con un amico, immigrato come lei, in via Filippo Smaldone all'angolo con via Tor de' Schiavi, dietro via Prenestina. Prende di striscio l'indiano, ferito ad una gamba. Un vecchietto si salva miracolosamente. Lei no, invece. Muore sul colpo. La donna è come un fantoccio scaraventato lontano dall'urto. Vola per 20 metri, ricade sul marcipiede dall'altra parte della strada. È senza vita. Sull'asfalto i segni di una lunga frenata. L'auto non si ferma. Qualcuno tenta di inseguirlo. «Ma correva troppo» raccontano i testimoni. «Nera nera» continua a ripetere il colore della vettura, l'uomo ferito, sotto choc, ai sanitari del 118 che lo soccorrono. Ieri mattina in tv c'era la Formula Uno. C'è chi fa il paragone. «La Punto era lanciata a velocità folle. Sembrava un bolide di Formula Uno». L'urto è tremendo. «La ragazza è letteralmente volata sul marciapiede opposto. L'auto dopo l'impatto non ha fermato la folle corsa». La targa, i dettagli. Agli agenti del commissariato Prenestino basterebbero per rintracciare la vettura. Invece il colpo di scena arriva dal pentimento del passeggero, è un amico del pirata, siede accanto al conducente. «Fermati - dice all'amico che guida - guarda quello che hai fatto, hai preso qualcuno». L'amico si ferma sì, ma per vedere se ha danni alla carrozzeria. Il passeggero invece scende, va al commissariato di Porta Maggiore. Ai poliziotti racconta che la sera prima l'avevano trascorsa «al mare con un gruppo di amici». La mattina decidono «di fare colazione al bar a Roma». Fornisce i dati dell'amico. È un giovane figlio di gente perbene, il padre guardia giurata, lui lavora al Mc Donald's di Piazza di Spagna. La famiglia viene avvisata dalla polizia, raggiunta con una telefonata mentre i genitori sono ad Anzio. Ma il ragazzo non si trova. Il telefonino squilla a vuoto. Lo cercano. Temono che commetta una sciocchezza. Una volante del commissariato Tor Pignattara lo incrocia verso le 20, mentre gira in auto in zona Villa Gordiani. Ma non è al volante dell'Abarth. Quella l'ha messa in garage dopo l'investimento. Guida l'auto del padre. Lo portano in caserma. È fermato per omicidio colposo e omissione di soccorso. L'assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma, chiede «una punizione esemplare», «il Comune si costituirà parte civile». L'indagine, dice, condotta dalla Polizia Municipale.

fonte: il Tempo

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