Il giovane Sinkh, appena arrivato dall'India dopo un lunghissimo e travagliato viaggio, era sicuro di aver trovato un buon lavoro a Partinico, nella fattoria di uno stimato avvocato civilista, Fabio Tringali. La paga concordata gli era sembrata anche buona, 500 euro al mese, per accudire alcuni animali. Il giovane sperava di ottenere presto un permesso di soggiorno grazie al contratto. Ma quel lavoro si è trasformato in un incubo. Sinkh, che ha 38 anni, è rimasto prigioniero per ben cinque mesi in quella fattoria di contrada Coda di Volpe. L'avvocato l'avrebbe anche picchiato a sangue. Ecco perché adesso il legale, che ha 43 anni, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Partinico: viene accusato dal sostituto procuratore Francesco Del Bene di un'imputazione gravissima, riduzione in schiavitù.
Nel novembre scorso, l'indiano era riuscito a fuggire dalla sua prigione di contrada Coda di Volpe ed era corso alla stazione dei carabinieri. Raccontò che l'avvocato Tringali l'aveva rinchiuso all'interno della sua proprietà, sequestrandogli il telefonino e i documenti. "Mi minaccia di morte - così spiegò in lacrime - mi ha aggredito con calci, pugni e pure con un bastone". Quel giorno, Sinkh era poi ritornato nella sua casa prigione. Tringali era lì ad aspettarlo. "La sua reazione fu particolarmente violenta - scrive adesso il gip che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare - il giovane rimase terrorizzato e peraltro impossibilitato a recarsi presso una struttura sanitaria per ricevere assistenza medica per le lesioni subite".
I carabinieri arrivarono poco dopo, quando l'avvocato era già andato via. Trovarono Sinkn sanguinante, per terra. Lo portarono subito in ospedale. Da quel giorno è iniziata l'indagine degli investigatori del Gruppo Monreale. I carabinieri hanno bussato alle porte di alcuni residenti della zona ed è emersa una realtà ancora più amara. In molti sapevano. In molti avevano visto l'avvocato Tringali mentre picchiava e insultava il giovane indiano. Ma mai nessuno aveva denunciato. Adesso, quei racconti sono diventati un riscontro importante alla denuncia dell'indiano che era stato ridotto in schiavitù.
La settimana scorsa, all'improvviso, l'avvocato Fabio Tringali ha chiuso il suo studio di via Belgio. Da qualche giorno, si era anche allontanato dalla città. Di lui restano su Internet le locandine di alcuni convegni giuridici che aveva organizzato.
fonte: Repubblica
martedì 5 aprile 2011
Riduce un immigrato in schiavitù Arrestato un avvocato civilista
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