Tommaso non ce l'ha fatta. Piccolo e malato, il bambino di 17 mesi, diventato suo malgrado il simbolo della lotta tra sinti e Comune di Brescia, è morto ieri pomeriggio agli Spedali Civili dove era ricoverato da due mesi. Il 14 febbraio scorso, dopo il blitz della polizia locale e la sospensione della corrente alle roulotte del campo, Tommaso era stato ricoverato d'urgenza. Dimesso dopo due giorni, il piccolo si era poi di nuovo aggravato tanto da dover tornare in ospedale. Tommaso soffriva di una malattia genetica rarissima (solo 14 casi al mondo) che si chiama H-ABC: un sondino fissato a una narice e a una macchina per l'ossigeno gli permettevano di sopravvivere, con mamma Fenni ad accudirlo e papà Samuel sempre pronto a qualsiasi emergenza.
Come la notte di San Valentino, quando dopo gli scontri con la polizia, mancata l'elettricità, ha dovuto procurarsi con le buone o con le cattive un generatore portatile per tenere in vita il suo bambino. «È nato così - spiega lo zio, Giovanni Tonsi, allargando le braccia -. Per malattie come la sua non c'è guarigione. Certo, quel giorno che il Comune ha staccato la corrente è stato tutto più difficile...». Al campo di via Orzinuovi, dove l'amministrazione di Palazzo Loggia non ha ancora riattivato i bagni perché aspetta di sgomberare gli ultimi abusivi, non accusano nessuno. Anzi, i sinti tendono la mano al sindaco, Adriano Paroli, perché la morte di Tommy serva a sancire una tregua.
fonte: Corriere
mercoledì 20 aprile 2011
Morto il piccolo sinti rimasto senza ossigeno nel campo nomadi
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