perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


lunedì 31 agosto 2009

Ravenna: Quartiere Sant’Agata, l’integrazione è possibile

Badanti straniere che portano a passeggio i loro assistiti, giovani tunisini che chiacchierano seduti su una panchina, bimbi che giocano nel giardinetto: a prima vista, non sembra di essere sul fronte di un nuovo scontro di civiltà. Quartiere Sant’Agata, un accrocchio di vie e spiazzi all’ombra di alti palazzoni anni ’70 in una zona del centro storico poco conosciuta dagli stessi ravennati. Due strade più in là, una delle strade dello shopping ravennate: via Mazzini. Al centro del quartiere, invece, l’ufficio statistica del Comune, la sede del Coni e una popolazione che ha cambiato volto: sono molti gli stranieri che hanno deciso di trasferirsi qui. E dove ci sono molti immigrati, è semplice intuirlo, arrivano anche i negozi etnici.
A quartiere Sant’Agata ce ne sono due: uno vende alimentari, frutta e verdura, l’altro è una specie di bazar dove si può trovare un po’ di tutto. Due negozi come altri, in città. Ma qui, sarà per la ristrettezza degli spazi, o per l’imponenza dei palazzi che chiudono la prospettiva, i contrasti si amplificano e la convivenza è più difficile. È iniziata quindi una «guerra» fatta di schiamazzi notturni, chiamate alla centrale della polizia municipale e assemblee pubbliche contro il degrado dell’area. L’ultima, lo scorso 13 agosto, ha riunito una settantina di residenti. I politici di opposizione presenti hanno soffiato sul fuoco del malcontento: troppa confusione a tarda sera fuori dai negozi, degrado e sporcizia in strada e persino odore di orina nei giardinetti.
La richiesta, per il sindaco, è quella di limitare l’orario di apertura dei negozi ed estendere l’ordinanza anti-vetro al quartiere. Per ora Matteucci, che a inizio agosto ha avviato una serie di sopralluoghi nel quartiere, ha inviato due autobotti di Arpa a pulire il portico antistante il giardinetto e ha annunciato l’arrivo di telecamere. Ma in questa guerra di parole, le uniche che ancora non si sono sentite sono proprio quelle dei due gestori dei negozi della discordia. Eppure, quando li abbiamo interpellanti, non hanno avuto difficoltà a risponderci.
Nessuno parla di «razzismo», il problema per queste energiche e indipendenti nigeriane, è un altro: «Viene meno gente in negozio: i controlli frequenti della polizia spaventano gli stranieri - spiega Augustina Ononiwu, commerciante, fornaia e donna delle pulizie “a tempo perso” per far quadrare i conti -. Ho iniziato questo lavoro per avere più tempo da dedicare alle mie due bambine: di mattina faccio le pulizie, il pomeriggio vengo in negozio». Per questo il negozio apre dalle 13 alle 22. Anche oltre? «Sì, una volta mi hanno beccata: mi han fatto la multa, ma ora non lo faccio più».
Niente multe invece, per l’altro negozio etnico gestito da Agloria, nigeriana pure lei, in Italia solo da 9 mesi: «Il rumore lo fanno i clienti del negozio di là, noi non c’entriamo», spiega. Un rimpallo di responsabilità che non risolve il problema: «La mia vicina di casa chiama i vigili anche se il bimbo piange – racconta –. Io chiedo ai miei clienti di non fare rumore, ma non è mica semplice». «Siamo africani: ci piace la musica, abbiamo un tono di voce più alto», conferma Augustina che nel suo negozio vende bibite, farine e prodotto del suo Paese, birra e frutta. Italiani? «Pochi qui dentro, qualcuno viene a prendere le banane perché costano poco, qualcun altro mi saluta». Augustina non ha nulla da dire sull’istallazione delle telecamere («Sono in Italia per vivere, non per fare qualcosa di male») ma una cosa non le va proprio giù: «Potevano invitarci all’assemblea dell’altro giorno: perché parlare contro di noi senza di noi?».

fonte: sabatoseraonline

0 commenti: