«Che c...zo hai da guardare, negro di m...da?». La prima volta, la stessa frase, quei ventenni l'avevano detta giovedì pomeriggio in autobus. Ma poi l'avevano piantata lì. Era rivolta a un tredicenne di origine srilankese che vive con la sua famiglia a Veronetta e che era con alcuni compagni di scuola sull'autobus.
Il giorno dopo, venerdì pomeriggio la storia si ripete: i giovani si incontrano di nuovo, ma i quattro non si fermano a pronunciare la frase quando il ragazzo con altri suoi compagni viene trovato in via IV Novembre. Lo spintonano, prendono una spranga di ferro da un motorino e lo picchiano.
Uno di loro ha una bottiglia di birra in mano e la versa sulla faccia del ragazzino che viene buttato a terra e poi i quattro delinquenti cercano di farlo rotolare sotto un'auto in transito, ma per fortuna non ci riescono.
Alcuni adulti urlano loro di lasciarlo in pace e chiamano i soccorsi. Gli amici del ragazzino, coetanei e compagni di scuola chiamano i carabinieri che poco dopo arrivano sul posto, ma dei quattro non c'è più traccia. A terra c'è il ragazzino dolorante. Chiamano la mamma del poveretto che a sua volta allerta una cara amica veronese che va a prenderla e la porta in pronto soccorso dove il giovane è arrivato in ambulanza. Il tredicenne ha un occhio pesto, che si gonfia e diventa tutto rosso. Ha male alla schiena per le sprangate prese. È umiliato e offeso e anche se costa ammetterlo, ha anche paura a uscire di casa di nuovo perchè teme di incontrare quei ventenni che l'hanno aggredito e non c'è dubbio, per motivi di odio razziale.
I carabinieri hanno recuperato i filmati delle telecamere che hanno ripreso parte della scena e adesso stanno cercando di risalire agli autori del pestaggio che se fossero identificati rischiano qualche anno di galera perchè alle lesioni si aggiunge l'aggravante dell'odio razziale e non è escluso per loro neanche qualche periodo di carcere.
Una dinamica e un movente che lasciano allibiti: un'aggressione di estrema gravità negli stessi giorni dell'agguato mortale di Firenze ai danni di altri stranieri e sulla quale verrà fatta sicuramente piena luce.
«Mio cugino sta un po' meglio», ha detto ieri pomeriggio una giovane parente, «l'occhio è ancora gonfio, ma ci vede. Si lamenta per il mal di schiena. Gli hanno dato molte botte e non riusciamo a capire per quale ragione. Lui non aveva fatto niente era con i suoi amici e tornava dalla lezione di matematica. Adesso i genitori se esce lo accompagnano, ma lui non ha più voglia di uscire. È molto triste quello che è successo, ci preoccupa questa violenza».A.V.
fonte: L'Arena
lunedì 19 dicembre 2011
Tredicenne preso a sprangate Adesso è caccia al «branco»
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento