perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


domenica 30 maggio 2010

Immigrato ucciso a colpi di accetta nel napoletano

Colpito, ripetutamente, con una accetta e ucciso nella sua abitazione a seguito di una rapina: e' accaduto nel Napoletano, a Brusciano; un immigrato clandestino la vittima.

L'omicidio si e' verificato ieri, ma ne e' stata data notizia solo oggi. E' in seguito ad una telefonata al 112 che i carabinieri della centrale operativa di Castello di Cisterna hanno scoperto in un appartamento di via Genova 5 il corpo senza vita e massacrato di Mohamed Ouhmid Ouhmid, clandestino, 33 anni, deceduto a causa di numerose ferite su varie parti del corpo. Dalle prime ricostruzioni dei carabinieri, e' emerso che il marocchino sarebbe stato ucciso per una rapina. Il cadavere dell'uomo e' stato trasferito al II Policlinico per l'esame autoptico. Indagini sono in corso.

fonte: RaiNews24

mercoledì 26 maggio 2010

Brugherio: il TAR annulla l’Ordinanza razzista

E’ notizia di ieri, 25 maggio, che il TAR ha annullato, sospendendone l’efficacia fino a data da definirsi, l’Ordinanza del 10 febbraio 2010, con cui il Sindaco Ronchi intendeva rendere più difficile ottenere la residenza a Brugherio da parte di cittadini stranieri.

Il tribunale ha accolto il ricorso presentato dalla Cgil Monza e Brianza e da Cgil Lombardia, in quanto il Collegio giudicante “ha motivo di dubitare sia che sussistano in concreto i presupposti per l’adozione delle ordinanze sindacali di cui agli articoli 50 e 54 d.lgs. 267/2000 –si legge nell’ordinanza del TAR-, sia che tra le attribuzioni dell’ente locale rientri il potere di regolamentare le materie della immigrazione, della anagrafe, dei rapporti dello Stato con l’Unione Europea, del diritto di asilo e della condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea”

Quindi viene riconosciuto che questo genere di provvedimenti razzisti che Ronchi e la Lega Nord sono soliti utilizzare, sono atti illegittimi.

Questo non è sicuramente l’unico atto dell’Amministrazione brugherese che meriterebbe di essere annullato da un Giudice, perché ben più di una sono state le Ordinanze o le Deliberazioni la cui applicazione comporta la discriminazione ed il danneggiamento di alcune categorie di persone (ad esempio il Regolamento per i contributi per l’accesso agli asili, che penalizza chi non risiede in città da almeno cinque anni).

Per questo motivo è di fondamentale importanza continuare a denunciare i soprusi che questa Giunta continua a commettere nei confronti dei cittadini.

fonte: Brugherio Futura

lunedì 24 maggio 2010

Permesso di soggiorno a punti: una riflessione

Si segnala la riflessione sviluppata su www.kuda.tk rispetto alla bozza di permesso di soggiorno a punti.

sabato 22 maggio 2010

Bologna: immigrata si cuce le labbra contro rifiuto dell’asilo politico

Si cuce con ago e filo le labbra per protestare contro il rigetto della sua richiesta di asilo politico. E’ accaduto giovedì sera nel Centro di identificazione ed espulsione di Bologna dove l’esasperazione per il rifiuto ricevuto ha portato un’immigrata ad un gesto estremo.

La donna, ha reso noto la direzione del Cie, è stata subito soccorsa e trasportata in ospedale dove è anche stata sottoposta a valutazione psichiatrica. Ma è risultato che la donna è nelle piene capacità di intendere e di volere e quindi non è stata accettata in regime di ricovero. Così è stata ricondotta nel Cie dove è assistita da personale medico e dal servizio di sostegno psicologico interno. La donna chiede di parlare con il magistrato e la sua richiesta è stata sottoposta all’ Ufficio immigrazione di Bologna.

La donna, di origine magrebina sui 30 anni, è sempre con la bocca cucita e rifiuta ogni cura fino a quando non riuscirà a parlare con il magistrato. La cucitura consiste comunque in qualche punto e la donna è in grado di parlare e di bere. Ieri sera l’ immigrata è stata trasportata al pronto soccorso dell’ ospedale sant’Orsola ed è stata visitata dai medici e dal servizio psichiatrico.

Ma, dato che è stata dichiarata capace di intendere e di volere e ha continuato a rifiutare ogni cura, i medici non hanno potuto toglierle il filo dalle labbra, perché si sarebbe trattato di una violazione della sua volontà. Così la donna è stata ricondotta al Cie.

“Tutti sono liberi di protestare – ha detto la direttrice del Cie di Bologna, Annamaria Lombardo – ma stiamo cercando di convincerla a intraprendere altre strade, come ad esempio il ricorso rispetto al rigetto della sua domanda di asilo politico”.

fonte: Blizquotidiano

venerdì 21 maggio 2010

Razzismo:blitz Ros per attacchi ebrei Roma e Alemanno

Blitz all'alba dei carabinieri del Ros, con perquisizioni personali e locali, verso membri dell'organizzazione di estrema destra 'Militia'. Quattro gli indagati, di cui uno, e' un ex appartenente a Ordine nuovo. Sono accusati, di apologia del fascismo, diffusione di idee fondate sull'odio razziale ed etnico e violazione della Legge Mancino, con azioni contro la comunita' ebraica romama e il suo presidente Pacifici e il sindaco Alemanno. Nel blitz rinvenuta una divisa dell'esercito israeliano.

fonte: ANSA

Vietato corteo rom a Milano, Scontri e sassaiola. Video e testimonianze dall'interno di Triboniano



Circa duecento persone, tra nomadi e attivisti del Comitato Antirazzista Milanese, hanno preso parte ad accesi scontri, nel tardo pomeriggio di ieri, fuori dal campo rom di via Triboniano, a Milano, dove vivono centinaia di nuclei familiari.
Abitanti rom del campo e attivisti volevano sfilare in corteo fino a Palazzo Marino, dove alle 18 si sarebbe tenuta una riunione pubblica. Quando con un ingente dispiegamento delle forze dell'ordine (centocinquanta uomini) è stato impedito alla manifestazione di muoversi, i dimostranti si sono scatenati: sono state improvvisate barricate, due auto e un furgone sono stati portati fuori dal campo e dati alle fiamme, sono stati lanciati sassi, pietre, bottiglie, bastoni e altri oggetti verso la polizia, che ha risposto con molteplici cariche e utilizzando gas lacrimogeni.

Feriti agenti, militari e dimostranti
Fonti ufficiali riportano un bilancio di diciassette carabinieri e otto agenti di polizia contusi, e tre mezzi delle forze dell'ordine danneggiati. Una persona è stata arrestata dai militari per resistenza a pubblico ufficiale.
Ci sarebbero stati feriti anche tra i manifestanti. Dijana Pavlovic, esponente della Federazione della Sinistra e vicepresidente della federazione Rom e Sinti Insieme, testimone diretta dei fatti, ha denunciato che "una bimba di sette anni è rimasta ferita e probabilmente ha un braccio rotto per una manganellata". Dopo le cariche, secondo Pavlovic, le forze dell'ordine avrebbero spinto i rom a rientrare nel campo e chiuso tutti gli accessi, impedendo di entrare anche agli operatori della Casa della Carità, che svolgono un quotidiano servizio di assistenza in via Triboniano.
In serata la situazione è poi tornata alla tranquillità. Nel campo si erano già registrati disordini venerdì 14, a seguito del tentativo di sgomberare alcuni nuclei familiari. Una nota diffusa dal Comitato Antirazzista Milanese definisce l'azione di ieri delle forze dell'ordine una "rappresaglia" per i fatti della settimana scorsa, a cui sarebbe stata opposta una "resistenza straordinaria". Secondo gli antirazzisti, la manifestazione sarebbe stata regolarmente autorizzata dalla Questura. Per questa domenica alle quindici convoca una "assemblea cittadina" al campo rom.
Ha chiesto lo sgombero del campo il presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Davide Boni (Lega Nord): "E' finito il tempo del dialogo con chi conosce solo il linguaggio della violenza".

fonte: RaiNews24

giovedì 20 maggio 2010

Ai Rom un appartamento confiscato alla mafia ma i vicini non li vogliono

Il Comune ha assegnato a una famiglia avente diritto un appartamento confiscato alla mafia.

L’appartamento è ubicato in un palazzo abitato da famiglie della media borghesia che hanno vibratamente protestato contro il provvedimento del Comune, temendo una perdita di valore della loro proprietà in conseguenza dell’ingresso nel condominio dei nuovi inquilini.

In passato, come si è detto, l’appartamento era in potere di soggetti in odore di mafia e per questa ragione è stato sequestrato. È spontaneo chiedere se i condomini di quel palazzo abbiano mai protestato per quell’incomoda presenza.

La famiglia assegnataria è di etnia ROM. I condomini del palazzo respingono l’accusa di razzismo e ritengono di avere buone ragioni per opporsi all’ingresso della famiglia ROM.

Ma al di là di delle motivazioni accampate dai proprietari esiste il dato inconfutabile di un comportamento discriminatorio nei confronti di soggetti considerati non integrabili nella comunità in quanto irrimediabilmente “diversi”. Il principio di uguaglianza è scritto a lettere chiarissime nella Costituzione ed è un principio universalmente riconosciuto.

È doloroso constatare che ancora oggi gli “zingari” - già nel passato sottoposti a spietate persecuzioni come gli ebrei – siano posti ai margini della civile convivenza a causa di pregiudizi e di diffidenze che dovrebbero essere tristi memorie di un tempo ormai per sempre tramontato.

Il Comune deve provvedere a offrire a tutti i nomadi condizioni civili di esistenza. I campi in cui molti di loro sono costretti a vivere sono in scandaloso abbandono, privi di servizi e senza i più elementari presidi igienici. Spesso – come è avvenuto a Roma – si preferisce nascondere la loro presenza ai cittadini con sgomberi forzati che li costringono a cercare rifugi ancora più precari.

Occorre un’azione di informazione e di promozione culturale rivolta a tutta la cittadinanza per sgombrare le menti da pregiudizi e intolleranze di carattere medioevale.

I ROM sono esseri umani e cittadini come chiunque altro e quindi se sono senza casa, se sono iscritti nelle liste comunali e hanno maturato il diritto alla assegnazione devono essere trattati come tutti gli altri assegnatari e non come cittadini di serie Zeta.

fonte: Blogsicilia

martedì 18 maggio 2010

Quattro aggressioni da parte di tifosi dell'Inter contro cittadini del Bangladesh

Una notte, quattro aggressioni, tutte contro uomini provenienti dal Bangladesh. Questi si sono recati dai carabinieri la scorsa sera, per denunciare di essere stati leggermente feriti da alcuni tifosi dell'Inter in due diverse aggressioni.

Infatti la prima è avvenuta verso le 21.05, nell'angolo tra via Lecco e via Gregorio. Mentre camminava, l'uomo di 33 anni si è imbattuto in un gruppetto di 6 giovani, tutti con la maglia dell'Inter. Dopo averlo insultato, lo hanno percorso con una l'asta di una bandiera. L'uomo è stato poi curato presso l'ospedale Santa Rita, per poi essere dimesso.

Alcuni minuti dopo, alle 21.30, la seconda aggressione. Sempre un gruppo di giovani tifosi interisti, questa volta una decina, ha picchiato ben tre cittadini del Bangladesh. La modalità è stata la stessa: insulti e poi percosse con un'asta della bandiera e con una bottiglia. Gli uomini del Bangladesh, aggrediti mentre si trovavano in corso Buenos Aires, hanno rispettivamente 23, 31 e 32 anni.
Uno dei tre è stato medicato al FatebeneFratelli, a causa di alcuni tagli alla mano destra.

La vicinanza tra i luoghi dell'accaduto e la breve distanza temporale tra i due scontri, fanno pensare agli inquirenti che potrebbe essere stato lo stesso gruppo di interisti ad effettuare entrambe le aggressioni.

Fonte: Milano Today

venerdì 14 maggio 2010

Cosa mi fa venire l'orticaria? Quando mi chiedono dell'Albania



Via www.kuda.tk

giovedì 13 maggio 2010

TENTO'DI UCCIDERE ALBANESE, LATITANTE ARRESTATO A BERGAMO

I carabinieri della stazione di Gandino, in provincia di Bergamo, hanno arrestato Livio Panizzi, il manovale trentenne di Genova, latitante dall'ottobre del 2009 dopo essere stato condannato in primo grado a dieci anni di reclusione per avere tentato di uccidere a sprangate il ventenne albanese Steven Melquiza, un'aggressione che per il pm Vittorio Ranieri Miniati e per il giudice Annalisa Giacalone che lo condanno' era stata senza dubbio di matrice razziale. Panizzi, secondo quanto appreso, si trovava all'interno dell'abitazione di alcuni conoscenti che gli davano ospitalita'. I carabinieri, appreso della sua presenza, hanno simulato una perdita di gas e sono entrati nell'abitazione e arrestato il latitante.
Secondo l'indagine svolta dai carabinieri e coordinata del pm Miniati, Panizzi per mesi aveva minacciato la vittima invitandola tornare in Albania. I due si erano conosciuti nell'oratorio della chiesa di Varazze. Piu' volte Livio Panizzi avrebbe insultato l'albanese, "reo" anche di essere fidanzato con una delle piu' ambite ragazzine del gruppo, un'taliana del posto. La sera del 22 ottobre del 2008 Panizzi incontro' il diciottenne presso la stazione di Cogoleto. La vittima si trovava con due amici. Tra i tre era scoppiata una rissa. I tre ragazzi, tutti albanesi, avevano avuto la peggio. Panizzi aveva estratto dalla sua auto una chiave inglese regolabile e aveva colpito al capo il giovane rivale, riducendolo in fin di vita.
Nelle ore successive il ragazzo era stato operato e da allora e' piombato in uno stato catatonico.

fonte: AGI NEWS

martedì 11 maggio 2010

In un CIE non viene curato, ingerisce tre accendini

Un ragazzo marocchino, detenuto nel Centro di identificazione per immigrati di Ponte Galeria, ha ingerito per protesta tre accendini. Il fatto è accaduto ieri sera intorno alle 20; il ragazzo è stato poi ricoverato d’urgenza all’ospedale Grassi di Ostia e sottoposto ad intervento chirurgico.

Alcune testimonianze raccontano che il giovane avrebbe prima chiesto di essere ricoverato per una patologia, e di avere poi ingerito gli accendini. I medici del Pronto soccorso dell’ospedale Grassi hanno poi dichiarato: “L’abbiamo operato intorno alle 22,50 aveva questi tre oggetti incastrati nella parte inferiore dello stomaco. L’operazione chirurgica per l’estrazione, non particolarmente complicata, è riuscita perfettamente e adesso, dopo i 4-5 giorni del decorso post operatorio, sarà rimandato nel Cie”.

fonte: QuartieriOnLine

sabato 8 maggio 2010

Lira, da 10 anni in Italia. Le rimuovono l’auto e la spediscono in Russia

Il caso che qui vogliamo illustrare rientra nelle aberrazioni che scaturiscono dalla realtà (fuorilegge da parte dello Stato) relativa ai rinnovi dei permessi di soggiorno: tempi di attesa lunghissimi e mancata trasparenza delle amministrazioni pubbliche sono cose di cui la storia di una giovane cittadina russa, Lira Ahmetchina, risulta essere, purtroppo, esemplare.
Lira ha vissuto in Italia dal 1998, con un regolare permesso di soggiorno dal 2000 che le è sempre stato rinnovato, anche nelle more della legge Bossi-Fini, poiché disponeva di un regolare contratto di lavoro. L’ultima richiesta di rinnovo risale al febbraio del 2007 e da quel momento Lira, con in mano la ricevuta delle Poste, ha atteso il rinnovo prima dalla questura di Chieti e poi dalla questura di Pescara, dove era stata trasferita la pratica. Uscita e rientrata dall’Italia senza problemi, il 20 gennaio si reca alla stazione dei Carabinieri di Vasto perché le era stata rimossa l’auto e qui le viene notificato che la questura di Pescara non le aveva rinnovato il permesso di soggiorno, viene trattenuta, portata a Roma nel Cie di Ponte Galeria e rispedita a Mosca il 2 febbraio. Probabilmente il cambio di lavoro, pur senza intervallo di disoccupazione, non verificato dall’Amministrazione, potrebbe essere stato all’origine della revoca del permesso, ma è una supposizione visto che le motivazioni dell’atto non sono ancora in possesso del legale. L’immediatezza poi dell’espulsione non ha permesso ulteriori verifiche e così dopo 10 anni di permanenza regolare nel nostro paese e di onesto lavoro, di una vita sociale regolare, Lira si vede vanificato tutto come se fosse una pericolosa terrorista e da Mosca aspetta giustizia.

fonte: Unita

Padova - Grave sopruso nei confronti di ragazze rom

Venerdì pomeriggio 29 aprile è pervenuta alla redazione di Radio Sherwood una telefonata, da parte di una studentessa che ha voluto denunciare un abuso nei confronti di alcune ragazze rom a cui ha assistito di persona.

La ragazza ha raccontato quello a cui ha visto in stazione a Padova, assieme ad altre persone, tra cui una giornalista allontanata dai carabinieri.
I fatti, come raccontati alla radio, riguardano un fermo da parte dei carabinieri di alcuni rom sospettati di avere della cocaina. In particolare le ragazze fermate sarebbero state spogliate, denudate e “visitate” dalle mani dei militari per tutto il corpo...

A testimonianza delle sue parole, la studentessa ha spedito a Radio Sherwood delle foto, fatte con telefono cellulare, che alleghiamo sia alla notizia, sia alla testimonianza audio della studentessa.

fonte: Meltingpot

venerdì 7 maggio 2010

"Viaggiatori rom schedati sui treni" I controllori si ribellano: è razzismo

Segnalare e contare "eventuali passeggeri di etnia rom" che salgono e scendono dal treno alla fermata di Salone, tra Roma Tiburtina e Avezzano. La "selezione" è affidata a controllori e capotreni alle prese con un modulo prestampato di Trenitalia, secondo l'azienda però mai in pratica utilizzato, che non menziona passeggeri senza biglietto o molesti, ma semplicemente gli appartenenti all'etnia rom.
Un asterisco tra voci burocratiche, proprio sopra la casella "annotazioni", che ha scatenato la denuncia dei ferrovieri del sindacato autonomo Fast Ferrovie, che conta 3mila iscritti soprattutto tra i macchinisti. Con un piccolo giallo: Ferrovie dello Stato sostiene che il modulo non è mai stato impiegato, ma evidentemente ha circolato abbastanza per provocare la reazione di capotreni e addetti, scandalizzati dalla prospettiva di dover compilare quelle caselle.

Con una lettera indirizzata al ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna chiedono di correggere il modulo "dall'evidente intento discriminatorio". "La richiesta ai capotreni di indicare viaggiatori di etnia rom, meramente in quanto tali e senza alcun'altra motivazione, non può avere altra lettura che la discriminazione - scrive al ministro il segretario di Fast, Piero Serbassi - Noi crediamo che tutto ciò non possa essere tollerato. Per questo siamo a chiederle un intervento". Intervento che però, secondo Ferrovie dello Stato non è necessario, perché il modulo non è stato poi "attivato". "E comunque tutto quello che facciamo è per la sicurezza dei viaggiatori - spiegano dall'azienda - la fermata di Salone è nei pressi di un enorme campo nomadi, è stata chiusa nel 2002 per ragioni di sicurezza e riaperta solo dal primo aprile. La questione è molto seria, in passato ci sono state minacce ai viaggiatori, nessuno voleva più prendere il treno in quella stazione. La riapertura è stata concessa solo a patto di controlli molto rigidi sulla sicurezza, con tanto di telecamere. La questione di quell'area è nota a tutte le amministrazioni".

Gli addetti si pongono però anche problemi pratici. "Come fa il personale a stabilire che il cliente in questione sia inequivocabilmente di etnia rom? - chiede Serbassi nella lettera - il viaggiatore di etnia rom va segnalato anche se regolarmente in possesso di biglietto?". La questione finisce su un blog di ferrovieri che citano Bertolt Brecht: "Vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubacchiavano. Quando presero me non c'era rimasto nessuno a protestare".

fonte: Repubblica

Novara, con il burqa alle poste multa da 500 euro a tunisina

Ai vigili urbani che ieri le presentavano il verbale della multa, ha rivolto una sola richiesta: "Per favore, posso firmare fuori dal mio appartamento? Me lo chiedono le mie convinzioni religiose". Richiesta accettata: Amel ha firmato sul pianerottolo il documento che certifica la prima multa italiana per porto abusivo di burqa. Per la precisione la sua infrazione è quella di aver indossato il niqab, il velo che copre tutto il volto ad eccezione degli occhi. In questo modo Amel, tunisina di 26 anni, ha violato una recente ordinanza del sindaco leghista di Novara, Massimo Giordano: "Ho firmato il provvedimento - spiegava ieri Giordano - per ragioni di sicurezza ma anche per far sì che chi viene a vivere nelle nostre città rispetti le nostre tradizioni".

La storia della multa da 500 euro comminata ieri alla ragazza tunisina, comincia in autunno: "Un giorno - racconta il sindaco - ho incrociato per strada una ragazza totalmente coperta dal velo. Ho chiamato i carabinieri perché la identificassero. In quella occasione ho scoperto che ci sono delle falle nelle leggi italiane per cui chi circola così nascosto può sperare di farla franca. Allora ho scritto l'ordinanza: per vietare definitivamente che ci si possa presentare nei luoghi pubblici con il volto coperto". Un principio che varrebbe anche per chi si presentasse in ufficio con il casco da motociclista. Ma è ovvio che la battaglia sul burqa paga di più politicamente. Così venerdì scorso scoppia il caso. Accade in mattinata vicino all'ufficio postale di corso Trieste, nel quartiere di sant'Agabio, a ridosso della ferrovia, la zona popolare di Novara. La ricostruzione del comandate dei vigili urbani, Paolo Cortese, è precisa: "Una ragazza e il marito sono stati fermati da una pattuglia di carabinieri vicino all'ufficio postale. I militari hanno chiesto i documenti. Il marito ha fornito i suoi e successivamente ha presentato anche il passaporto della moglie. Naturalmente i carabinieri hanno chiesto di verificare se sotto il vestito ci fosse davvero la donna. L'uomo ha reagito: "La mia religione vieta a una donna di mostrarsi in pubblico di fronte a un uomo".


La discussione si anima. L'uomo pretende il rispetto di quelli che sostiene essere i principi dell'Islam. Il fatto che tutto si svolga di venerdì non favorisce atteggiamenti di compromesso. I carabinieri cercano aiuto nei vigili urbani. Arriva una vigilessa e si trova un accordo: Amel accetta di andare in un luogo appartato, lontano da possibili sguardi maschili, e mostra il suo viso alla funzionaria dei vigili urbani che constata la corrispondenza con la fotografia del passaporto. Tutto risolto? Naturalmente no perché Amel ha violato l'ordinanza quando si è presentata alla posta con il volto coperto. Dunque va punita con 500 euro di multa.

Rimane un punto interrogativo: è stata la donna a non volersi togliere il velo è o stato il marito a imporglielo? Il comandate dei vigili confessa di non saper rispondere: "Nella discussione ha sempre parlato il marito e non sappiamo se lei fosse o no consenziente". Il sindaco è soddisfatto? "Io spero sempre che non si arrivi a dover multare i cittadini. Ma in questo caso non abbiamo potuto farne a meno. C'è un problema di sicurezza e di tradizioni da rispettare". Eppure in molte città del mondo è consentito alle donne circolare con il volto coperto: "Lo so - risponde Giordano - ma Novara non è Londra".

fonte: Repubblica

martedì 4 maggio 2010

Bonus bebe' solo a italiani e sposati A Ceresara esclusi extracomunitari.

Bonus bebe', ma solo al primo figlio nato da residenti e all'interno del matrimonio. Accade a Ceresara, 3mila abitanti nel Mantovano.L'amministrazione di centrodestra lo conferma quest'anno, escludendo ancora figli di extracomunitari, coppie di fatto e ragazze madri. Passato da 300 a 500 euro, il bonus sara' erogato a coppie sposate residenti da oltre 5 anni. Regolamento approvato in Consiglio comunale con il no della minoranza, che ricorrera' al Tar contro norme 'non costituzionali'.

fonte: ANSA

sabato 1 maggio 2010

1/5/2010 Albanese accoltellato a morte

Un trentenne di nazionalità albanese è stato accoltellato al cuore in via Torricelli, a Milano. L'uomo, soccorso dal 118, è stato portato all'ospedale San Paolo, dove è morto. Una volante della polizia giunta sul posto non ha trovato testimoni dell'omicidio. Sul luogo dell'accoltellamento non c'erano neppure videocamere le cui riprese avrebbero potuto essere utili a smascherare l'autore dell'aggressione.

fonte: TGCom