perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


martedì 17 marzo 2009

"Qui gli stranieri stiano attenti ci facciamo giustizia da soli"

«Devono solo provare a darmi fastidio. Non si devono permettere. Se toccano la "robba" mia, se toccano mia madre, mia sorella o la mia ragazza, mi faccio giustizia da solo. Tanto la polizia che viene a fare. Oggi li mettono in galera, domani stanno fuori. Io sono buono e caro, ma potrei pure diventare matto».

Tor Bella Monaca, tarda mattinata di giovedì, il giorno dopo l´aggressione di due albanesi da parte di trenta giovanissimi italiani. Antonello, 27 anni, («Niente cognome per questione di privacy», dice), la pensa così sui romeni e gli immigrati in genere. E non è il solo. Ma insieme a lui ci sono anche tanti residenti che cercano e vogliono la convivenza pacifica, abituati alla quotidianità di strade e case popolate da stranieri. «Il raid dell´altra notte? Non sono d´accordo, è incivile. Troppo facile trenta contro due. Ci vuole il dialogo - dice Luciano Santoni - Ma noi qui ci sentiamo abbandonati. Tor Bella Monaca è un concentrato di persone poco raccomandabili. Sopravvivi se ti fai gli affari tuoi».

«Ci sono i tossici, gli avanzi di galera. Ora ci si mettono anche i romeni - si lamenta Monica Sangermano - Ieri, intorno alle 14.30, mia figlia di 18 anni ha rischiato di finire sotto una macchina per scappare da un rom che le dava fastidio. Stava andando a prendere il bus 105 alla fermata di Centocelle, all´altezza di via Palmiro Togliatti, dove c´è il campo nomadi. Sporgerò denuncia. Ma servirà a qualcosa? Forse è meglio se io e mio marito facciamo qualcosa noi. Io non voglio che un giorno qualcuno mi telefoni dicendo che mia figlia è stata violentata».

«Hanno dato fastidio pure a mia nipote - riprende la signora Sangermano - Alle 5 della mattina, andava a lavorare al bar. Romeni? Non lo so. Dalla voce sembrava uno straniero. Lei si è buttata addosso a una macchina per farla fermare e salire a bordo». «E due sere fa - si inserisce la figlia di 18 anni - due romeni stavano per violentare un´altra ragazza, l´hanno salvata i miei amici».


«Qui c´è troppo razzismo - accusa un senegalese che vende borse al mercato - Mi dicono : "Vattene a casa tua negro". Non nero, ma negro. Adesso stanno in crisi, non hanno i soldi e pensano che la colpa è di noi stranieri».

All´inizio di via Paolo Ferdinando Quaglia, dove la notte di martedì sono stati aggrediti gli albanesi, c´è un bar multietnico. La proprietaria, la signora che sta alla cassa, è cinese. Al bancone c´è una donna romena al quarto mese di gravidanza. Accanto a lei, l´unica lavoratrice italiana. «Mia figlia è bionda - racconta - in metropolitana i poliziotti l´hanno scambiata per una romena e le hanno chiesto i documenti. Quando hanno visto che era romana le hanno detto: vai pure».

Nel bar ci sono albanesi, romeni, senegalesi, persone del Bangladesh. I due albanesi non vogliono parlare: «Vai da un´altra parte a fare la tua intervista». Parla un ragazzo bengalese: «Troppi immigrati. Bisogna regolarizzare quelli che sono già in Italia e poi basta. Non devono più entrare. Non c´è lavoro». «Questa è una zonaccia - dice Renato Silveri, mentre esce dal bar - piena di bulli. Io ci sto poco. È degli italiani che bisogna avere paura, non dei romeni».

fonte: La Repubblica

0 commenti: