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L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


martedì 31 marzo 2009

Case popolari, rischio xenofobia pesante ipotesi dopo l’incendio

Il rogo doloso divampato all’alba di sabato in un alloggio popolare Arte di via Pedrini, a Begato, è stato il campanello d’allarme. Bruno Pastorino, assessore al Patrimonio del Comune: «Sono preoccupato per le richieste crescenti di alloggi da parte di immigrati e per l’insofferenza degli italiani. Serve un incontro urgente in prefettura per esaminare la situazione»

«Troppo poche le case popolari rispetto alle domande mentre continuano a mancare le risorse statali per il recupero di nuovi alloggi. La competizione, quindi, è esasperata. E se viene alimentata dalla xenofobia e dal razzismo può dare luogo a gesti estremi. Perché gli stranieri che chiederanno una casa al Comune saranno sempre di più. In lista d’attesa ce ne sono già circa trecento: il 15 per cento del totale delle istanze». Bruno Pastorino, assessore al Patrimonio del Comune, dice di essere «molto preoccupato», tanto da richiedere «un incontro urgente al prefetto per esaminare la situazione».

Il rogo doloso divampato all’alba di sabato in un alloggio popolare Arte di via Pedrini, a Begato, è stato il campanello d’allarme. Una famiglia composta da padre, marocchino, madre, genovese, e dalla loro bimba di due anni ha rischiato di morire tra le fiamme. La tragedia è stata evitata grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco. Ma il capofamiglia, Omar Sendal, 28 anni, si è fratturato le gambe lanciandosi dalla finestra col proposito di salvare moglie e figlia. Gli inquirenti hanno subito ipotizzato che il gesto possa avere una matrice xenofoba. È ancora tutto da dimostrare, certo. Ma, nel quartiere, la tensione è alta. Anche le testimonianze raccolte a caldo nella zona, hanno un tono più improntato all’insofferenza verso gli stranieri che alla solidarietà.

La memoria torna al giugno 2006 quando, in diverse zone della città, esplosero sollevazioni e piccole violenze contro l’insediamento in appartamenti comunali di famiglie di rom slavi provenienti dal campo nomadi della Foce, chiuso definitivamente allora dall’ex giunta Pericu. Tre anni fa, volò qualche pugno e ci fu una minaccia con coltello. A Begato, l’altro giorno, è accaduto di molto peggio.

fonte: Secolo XIX

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